Nella sequenza dello Hou Tian, del Cielo Postnatale, dopo il Leone - che ci insegna l'atteggiamento del combattente - lo spirito successivo è quello del Serpente, che ci insegna dove e come colpire, come entrare nella guardia, come usare il cerchio per avvolgere l'avversario e poi morderlo. E' uno straordinario lavoro sulla flessibilità del corpo, che ci insegna il piccolo cerchio di ogni arto e i piccoli cerchi dei passi. E ci insegna molto coraggio.
Come ogni rinascita (questo è il senso della Pasqua ebraica e cristiana, ma ugualmente festeggiata in ogni cultura) questo incontro di Pula ci darà il modo di fare un punto della situazione e ripartire con maggiore slancio, con obiettivi chiari ed un entusiasmo condiviso.
Che cosa significa praticare Baguazhang? Nella mia visione significa molto di più che andare a fare qualcosa. Significa ritrovare se stessi in ciò che si fa, usare questa arte per imparare a conoscersi e a mettersi in gioco, per affrontare le apparenti contraddizioni e frustrazioni della pratica come palestra per diventare davvero forti dentro. Soprattutto Baguazhang significa saper unire morbidezza a forza, saper essere forti con se stessi quando occorre, e saper essere morbidi con gli altri quando interagiamo.
Ogni giorno ci offre una scelta, alla quale possiamo rispondere "si!" con rinnovata onestà oppure "no" con le solite scuse. Spesso non abbiamo il coraggio di guardare in faccia le cose e ci nascondiamo dietro alle solite affermazioni. Ancora peggio quando mettiamo di mezzo cammini spirituali o grandi illuminazioni. Non facciamo altro che rallentare il cammino e raccontarci bugie.
Per me è fondamentale che ognuno prenda le sue responsabilità. Sbagliare è normale, è quotidiano, chi agisce sbaglia, e non c'è nulla di strano o di disonorevole in questo. Quello che davvero è triste è non essere capaci di guardarsi dentro con onestà e prendersi le proprie responsabilità, anche a costo di perdere la faccia. Ci vuole coraggio. Lo stesso che occorre in combattimento. Ogni fuga è un'occasione sprecata.
Il grande poeta Dante aveva orrore degli "animi tiepidi", e infatti li condanna nella sua Divina Commedia a correre senza fine dietro una bandiera anonima. Dobbiamo essere intrepidi, con animo sempre pronto alla battaglia. Se perdiamo questo spirito, abbiamo perso davvero tutto.
Il mio desiderio per i miei praticanti di Baguazhang è che attraverso questa arte scoprano se stessi e quello che davvero vogliono fare, giorno per giorno, con grandi obiettivi.
Buona Pasqua!
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