venerdì 25 marzo 2011

Calci nel Baguazhang



Nel Baguazhang le gambe hanno un ruolo estremamente importante: quello di gestire lo spostamento in velocità del corpo, l'equilibrio, il cambio di direzione, la flessibilità e, in generale, tutto ciò che è il combattimento. Le gambe aprono letteralmente le porte di entrata verso l'avversario, e dove in genere le braccia tendono a bloccarsi e a chiudere le distanze, le gambe cambiano l'angolo e la situazione muta.

La camminata, i passi, la gestione del peso, due cerchi, tre cerchi, passi a croce, passi a triangolo, dritti o circolari, a zigzag, saltati, con rincorsa, nove palazzi... Il curriculum di un praticante è piuttosto denso a livello di uso delle gambe, e in tutto questo, anno dopo anno, spesso nello studio ancora non si parla di usare le gambe per calciare.

Non deve stupire quindi se in qualche scuola di Baguazhang le gambe sono considerate solo per lo spostamento e non per l'uso diretto. Ma se guardiamo all'efficacia di uno scontro con un avversario, la distanza di gamba è fondamentale per poter gestire il resto delle offensive, le aperture, per avere un tempo di recupero, per trovare una via d'uscita, per combinare e concludere una sequenza che chiuda le distanze e le tecniche.

Nel Baguazhang i calci sono molto importanti. Vengono tenuti per un secondo momento nella didattica solo perchè non si vuole rallentare l'allenamento degli spostamenti in cerchio e in linea. Ma la regola d'oro dice: "Ogni passo è un calcio, ogni calcio è un passo. Ogni passo è un blocco, ogni blocco è un passo". 

Calci da usare per strada in emergenza sono in genere diretti e bassi, sotto la cintura e puntati al cavallo dell'avversario, alle ginocchia o alle tibie. Calci alti e più elastici, comunque sempre diretti a punti vitali, in varie direzioni, sono invece usati per mantenere flessibilità e gestire meglio il corpo anche in condizioni di disequilibrio.

Le gambe sono la controparte delle braccia. Se le braccia nel Baguazhang hanno una grande flessibilità e velocità nell'adattarsi, grazie anche al Tuishou, lo stesso avviene con le gambe, che hanno grande mobilità e grande interdipendenza con il resto del corpo. Respirare con Dantian è necessario proprio per poter coordinare braccia e gambe in modo bilanciato ed efficace, come una scimmia. Altrimenti le gambe restano sempre sacrificate all'uso delle braccia.

I calci sono 72 secondo i classici, in realtà sono pochi e limati per bene, da usare con intelligenza e in maniera inattesa. Come diceva Bruce, non ho paura di chi ha praticato diecimila calci una volta, ma di chi ha praticato un calcio diecimila volte. A buon intenditor... buoni calci!


martedì 22 marzo 2011

un sorriso, un gesto...


In questo giorno della tua vita, caro amico, credo che Dio voglia farti sapere che il più piccolo gesto, un sorriso, uno sguardo gentile, una semplice pacca sulla spalla, una parola dolce, può cambiare la vita di una persona.
Prima che questo giorno volga al termine, avrai l’occasione di vivere questa possibilità. 
Osserva. 
Guarda. 
Vedi cosa ti porta questo giorno. 
Sii pronto.
Se credi che stia esagerando, sappi che non è così. 
Qualcuno sta aspettando quel sorriso, quello sguardo, quel gesto da te adesso.
Perché credi di aver appena letto ciò? 
Pensi che sia una coincidenza?
Con amore,
Neale
(Da: "Conversazioni con Dio", di Neale D. Walsch)

Rumi racconta

 
SE PUOI DISTRICARE
te dal tuo egotico ego
tutti gli spiriti celesti
saranno pronti a servirti

Se riesci a dare finalmente la caccia
al tuo ego bestiale
hai il diritto
di rivendicare il regno di Salomone

Tu sei quell'anima benedetta che
appartiene al paradiso terrestre:
é giusto lasciarti
cadere a pezzi in una casa distrutta?

Tu sei l'uccello della felicità
nella magia dell'esistenza:
che peccato quando ti lasci
incatenare e ingabbiare

Ma se riesci a liberarti
da questa prigione oscura chiamata corpo
presto vedrai
che sei il saggio e la sorgente della vita


("RUMI, Fontana di Fuoco", Ghazal numero 3291, tradotto 4 Dic 1991 da Nader Khalili, Gate Burning Press, Los Angeles, 1994)

lunedì 21 marzo 2011

Palazzi di sabbia


In Torridon, come spesso accade quando parlo di Baguazhang, ho parlato e fatto provare i passi dei Nove Palazzi, lo schema di movimento del Luo Shu che si applica alla nobile arte del cerchio quando si vuole capire il senso del movimento totale, del corpo quando vola tra i nove pali.

In Scozia si vede che questo argomento ha fatto breccia ed è rimasto inciso nelle menti dei ragazzi, perchè continuo a ricevere feedback su questo soggetto. In effetti i Nove Palazzi costruiti sulla sabbia con secchiello e paletta hanno un che di bello. Mi ricordano i Mandala, meravigliosi disegni di sabbia colorata fatti per essere distrutti appena completati.

Trovo bellissimo questo incontro tra Jiu Gong e impermanenza.

Ispirare, aspirare, inspirare ed espirare. Nient'altro.

(Foto e opera d'arte a cura di sifu John Grocott, spiaggie della Culbin Forest, Scotland)

giovedì 17 marzo 2011

Xingyiquan a Glasgow


Nel tour scozzese non è mancato neppure un momento di Xingyiquan con un caro vecchio amico di Glasgow, che ha organizzato un incontro di Xingyiquan. Al mattino abbiamo chiacchierato, mangiato insieme,  visto filmati di altri maestri e condiviso il pane con il figlio Liam, promettente studente universitario d'arte, con alle spalle solide esperienze di Judo, Boxe e Rugby.

Nel pomeriggio ci siamo riuniti in una sala parrocchiale di una delle numerose chiese di Glasgow, e insieme ad un bel gruppetto di una dozzina di persone - tra cui alcuni veterani delle arti marziali, giovani alle prime esperienze e donne piene di grinta - abbiamo esplorato il mondo dei Cinque Movimenti di base secondo diverse modalità: piena potenza, movimento continuo, assalto veloce, e così via.

Grande soddisfazione tra tutti i partecipanti, e soprattutto per un esperto maestro di Taekwondo, che in breve tempo ha capito i principi dell'arte e ha praticato con scioltezza e dinamismo davvero pregevoli. Un abbraccio a Danny per la calorosa accoglienza e il suo grande cuore irlandese, sempre aperto alle sfide della vita ma soprattutto agli amici!

Una esperienza scozzese

Gli amici sono una parte importante della mia vita.
Rivederli è stata la conferma che, anche a distanza, il nostro cuore batte un poco anche per loro.
Un abbraccio a tutti.

Per il resto delle foto su Samye Ling e sul Torridon, i due grandi centri di questo tour scozzese 2011, potete andare a vedere qua.


Una notte a Glasgow: Bob Lowey, Suzi Jankovic, Luigi Zanini, Ronnie Robinson


Una notte a Inverness: John Grocott, Luigi Zanini, Douglas Hardie


Torridon Baguazhang


Una foto del gruppo dei coraggiosi che da venerdì 11 a domenica 13 marzo 2011 hanno condiviso Baguazhang, pranzo, cena, avventure, musica, allegria e tristezza. Un'esperienza semplice, profonda, in cui tutti hanno dato se stesso con grande generosità. Grazie ancora a tutti, siete stati grandi!

Samye Ling - Xiao Yijinjing


Sabato 5 e domenica 6 marzo 2011 lo splendido panorama del  monastero di Kagyu Samye Ling ci ha accolti per permetterci di praticare insieme Xiao Yi Jin Jing, il quarto appuntamento del corso professionale di Qigong organizzato da sifu Bob Lowey. Una grande esperienza, aiutata dai trenta istruttori e dall'assistente Suzi Jankovic.

I miei complimenti ad ognuno di loro, li ho trovati preparati, seri, impegnati e capaci di portare avanti il loro progetto con professionalità e serietà. Bravi ragazzi!

martedì 15 marzo 2011

Scimmiette felici!


Scimmiette del Torridon, una razza in via di apparizione. Ne sono state avvistate una trentina nelle remote vallate del nordovest scozzese!

Un posto felice


Questo è un posto felice per molti di noi che siamo stati nel Torridon, in Scozia.

Torridon Jiu Gong


Ecco a voi la versione usata in Torridon (Scozia, UK) dei Nove Palazzi del Baguazhang.

sabato 12 marzo 2011

Torridon



Per chi non c'e' mai stato, la natura del Torridon, profondo nordovest della Scozia, e' un'esperienza che lascia un segno. Montagne millenarie, buoi delle alture, cervi, pecore, fiori, acqua, ogni singolo elemento e' pensato per resistere alle condizioni piu' estreme. L'unica pianta estranea alla foora scozzese del nord trapiantata dalla Regina Vittoria e' stato un rododendro originario del Tibet, che a queste latitudini non soffre.

Siamo qua da tre giorni, passaggio rapido per Inverness provenendo da Glasgow. Gia' il viaggio e' stato fonte di grandi scenari e di ampi respiri, poi arrivare qua, scendendo dalle vallate e andando a mangiare del pesce ad Applecross ha significato smettere di parlare per guardare per ore e ore un panorama che non finisce mai.

Siamo un gruppo di una trentina di persone, la neve e il gelo ci circondano, ma siamo in un rifugio riscaldato e cuciniamo noi. Il seminario di Baguazhang si tiene in una bella struttura di legno in vista del lago di Torridon. C'e' una chiesa all'aperto che ha i banchi e il pulpito di pietra, si respira un'aria celtica, antica, sana e naturale.

Andando in giro a insegnare Qigong, Baguazhang, meditazione, si scopre che lo scambio umano, e persino l'incontro con un riottoso gruppo di bufali scozzesi, che hanno deciso di non lasciarci passare e ci hanno in parte intimidito, diventa parte del vivere quotidiano. Si ride con poco, si mangia quello che c'e', si pratica con serieta', si vive un tempo che non ha tempo.

Domani e' la chiusura. Dimostrazione, pratica, risate, pratica, pranzo e poi si comincia a sbaraccare. Una lunga notte in auto per raggiungere Edimburgo e poi il volo del ritorno.

Nevica. Dentro il rifugio si ride allegramente con una tazza di te' in mano.

Failte!

martedì 8 marzo 2011

Diario di viaggio


La scorsa settimana, dopo una lunga giornata di viaggio, sono finalmente arrivato in Scozia. Il primo posto che ho visto dopo l'arrivo e' stato il centro tibetano Kagyu Samye Ling, vicino a Lockerbie, immerso in una splendida natura e fatto di monaci di tutto il mondo e di laici (in parte tibetani). Il centro e' cresciuto molto dal 2006 quando Bob Lowey mi porto' in questo posto in visita. Lo spirito e' sempre lo stesso, grande tolleranza, grande semplicita', niente cose artificiali, molto pragmatismo. Ho avuto il piacere e l'onore di parlare con Rimpoche, il Lama che guida il centro, e la sua saggezza ha contribuito a rendere unico questo meeting.

Il seminario di Xiao Yijinjing e' stato splendido, ben trenta futuri insegnanti hanno imparato la sequenza e hanno dato un prezioso contributo umano per fare dei due giorni un'esperienza indimenticabile. Tutti si sono messi in discussione e hanno fatto un profondo lavoro in loro stessi, aiutati anche dai sette "mantra" che ho proposto loro per approfondire l'aspetto spirituale. Il primo mantra era: "Il mio respiro e' libero", e devo dire che da li' in poi e' stato davvero un grande respirare di tutti insieme. Gran bel gruppo, i miei complimenti a Sifu Lowey che li sta facendo crescere alla grande.

Da menzionare un paio di sessioni di meditazione stupende al tempio del monastero, una in pieno silenzio e una con tamburi e campane, una specie di benvenuto nel mondo del buddismo tibetano che non dimentichero' facilmente. Le passeggiate lungo il fiume che costeggia alberi centenari, la fila di preghiere messa a stendere sull'albero in alto arrampicandomi come un gatto, le preghiere per tutti i miei cari e amici con i rulli del tempio e dello stupa... un'esperienza completa, silenziosa e profonda.

Partiti per tornare a Glasgow siamo andati in visita da sifu Robinson, un altro grande amico da oltre vent'anni, come Bob. Sentirsi a casa non e' mai facile, ma qua a Glasgow le persone e la loro qualita' umana fanno la differenza. Oggi giornata di seminario, due ore di Xingyiquan con una dozzina di persone a Glasgow centre insieme a Danny Doherty, grande persona e spirito indomabile, che ha attraversato malattia e situazioni con grande coraggio, un vero modello. Grande soddisfazione nel vedere le reazioni entusiaste di vecchi esperti delle arti marziali che riscoprono i movimenti di questa arte semplice.

Stasera cena di addio a Glasgow con la famiglia Robinson al completo e domani si parte per Inverness, pronti per ritrovare altri due amici Sifu, con i quali andremo a lavorare sul Baguazhang nel Torridon. Non vedo l'ora di scoprire questo angolo di paradiso, ma soprattutto di rivedere Sifu Hardie e Sifu Grocott.

More to come!

Namaste

(L'albero delle preghiere di Samye Ling)

venerdì 4 marzo 2011

Leaving


May the road rise up to meet you
May the wind be always at your back
May the sun shine warm upon your face
May the rain fall soft upon your field
And until we meet again
May God hold you in the palm of his hand

(A Celtic Blessing)

giovedì 3 marzo 2011

Preghiera buddista


Che tutti gli esseri,

che in ogni luogo sono afflitti da sofferenze del corpo e della mente, guariscano presto dalle loro malattie;

che tutti gli esseri spaventati siano sollevati dalla paura e coloro che sono prigionieri siano liberati.

Che gli impotenti possano ritrovare forza e che tutte le genti possano essere in rapporti amichevoli le une con le altre.

Che tutti coloro che si trovano in luoghi selvaggi, sperduti e spaventosi, i bambini, i vecchi, gli indifesi, siano protetti dagli esseri celestiali benigni e possano raggiungere rapidamente il pieno risveglio.

Molti maestri, una sola strada


La vita è un fare e disfare valigie per prepararsi per il prossimo viaggio, ed ogni viaggio è un maestro nuovo che arriva e un pregiudizio vecchio che si dissolve. E' questa dimensione di instabilità del viaggio, con le sue incognite e le sue scoperte, che fa sentire l'uomo vivo e gli dice: stai pronto, le cose cambiano, nulla è stabile e fissato per sempre.

Rileggo pagine di grandi insegnanti, come per esempio il grande Kenji Tokitsu, con il quale ho praticato seppure brevemente, e trovo straordinarie le sue pagine sull'arte del combattere. Arriva su questo blog una richiesta di informazioni, e trovo eccellente l'onestà intellettuale di questa persona. Mi chiama un allievo dopo qualche mese di silenzio, e trovo grandiosa la sua forza d'animo che lo risospinge verso questi lidi.

Da giovane non credevo che avrei trovato significato nella meditazione, ed oggi la porto con me dovunque vado e la riscopro continuamente. Siamo ai primi di marzo, e la neve torna a dirci che la primavera è ancora lontana. Parto per la Scozia e non è una partenza ma un ritorno, il mio spirito è pronto ad immergersi in un tempo senza tempo, dove ogni incontro è un evento fuori dall'ordinario, pur essendo del tutto normale.

La vita è una strada, è una sola quella che ci è concessa con questo corpo, ma ogni incontro, ogni interazione con altri esseri, umani e non, può essere un momento di illuminazione, ci permette di capire che esistono altre dimensioni e possiamo andare oltre. Quando si guarda alla vita in questo modo - il che non è così sovente, sono rari momenti di chiarezza mentale - capiamo in maniera profonda e inequivocabile che molti sono i maestri, ma che la strada è una sola: la nostra. Non mi dire chi è il tuo maestro, dimmi chi sei tu.

Prendiamoci la responsabilità di fare della nostra vita un piccolo capovaloro, comunque di farne il meglio che possiamo facendola vera: "vivi una vita che ti rispecchi", diceva il maestro di yoga a Terzani, trovo che sia il migliore augurio che una persona si possa fare. Che la vita diventi lo specchio in cui guardarci, e quando ci sentiamo soli, non all'altezza, impreparati, allora vale la pena di prendere in mano il proprio fagotto e rimetterci in cammino.

Noi non siamo i nostri maestri. La dipendenza ci preclude la nostra strada. La cura, come l'apprendimento, sono fasi che devono avere un inizio e una fine, poi sta a noi, e solamente a noi, di sviluppare quello che abbiamo imparato. Togliamoci le stampelle. Noi creiamo la nostra strada giorno per giorno. Senza paura, senza pregiudizi, costruiamo una via che ci rispecchi. Il premio di tutto questo lavoro? Esserci stati. E magari esserci divertiti pure.

Un abbraccio