sabato 10 dicembre 2016

Volersi bene



Ascoltare

Prendiamoci il tempo di ascoltarci dentro e di volerci bene. Altrimenti tutto quello facciamo nel resto del tempo, arti marziali comprese, non hanno molto senso. Ascoltare, non giudicare, respirare. E' una forma di meditazione già questa da sola. Buone Feste.

venerdì 9 dicembre 2016

Basics


Ci sono alcune regole auree dalle quali non si scappa, perchè sono quelle di cui è costituito l'universo. Parli di permacultura, di volo ad ala, di correnti dei venti e di nuvole, di tempo e spazio e design, e scopri che davvero tutto è uno. Ci pensavo mentre riecheggiavano nella mia mente le parole di un mio insegnante. La cosa più difficile non è ascoltare e credere al proprio insegnante, è sapere in buona coscienza quando è il momento di non credergli, senza mancare di rispetto. Poi vorresti fargli gli auguri di Natale ma sai che non capirebbe, quindi resti zitto.
La vita è sofferenza, ha ragione il Budda.

Questi sono i miei 5 cents di comprensione di oggi, ad ognuno il suo.

- I basics si chiamano così perchè sono le basi, i fondamenti, quindi sono fondamentali

- Lo sviluppo non è verso fuori, ma verso dentro, per cui ciò che appare bello non è vero

- Ad un certo punto della crescita c'è un bivio, e noi sappiamo dov'è la verità, però sceglierla costa

- Meno ma meglio, poco ma buono, lento ma costante, come la Natura

- Non c'è spazio per l'arroganza, ma solo per la comprensione/compassione

- Restiamo sempre principianti in ogni cosa, è il segreto della felicità

- Siamo tutti uguali davanti al combattimento, poco importa la strada fatta

- Anche un cane, se messo in mezzo ai lupi, riprenderà il suo istinto

- Più siamo vicini al combattimento, più siamo tutti uguali - più lontani, più siamo diversi

- Ci sono cose di cui si può parlare fino alla nausea e senza scopo, quindi meglio tacere

- Le cose vere sono quelle che abbiamo sperimentato, e sono diventate il nostro modo d'essere

- Sii sempre pronto a lasciare andare tutto, ma proprio tutto: morire prima insegna a vivere dopo

- "Là fuori" la nostra resa sarà sempre pari al livello della nostra parte più debole

Conclusione: meno problemi e più semplicità. Lasciare andare è estremamente arricchente. Capire dove vogliamo davvero andare, quello è il punto cruciale. E anche là, lasciamo andare, apriamo le mani. Meno ho da perdere, più mi diverto.

(Un grazie al mio sparring partner, il maestro Yuri Debbi, che si è generosamente prestato per queste e molte altre pose)

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mercoledì 30 novembre 2016

Da cuore a cuore















以心伝心

Sabato scorso abbiamo vissuto una giornata davvero speciale. 

Prima di tutto è stata una giornata interamente dedicata al Baguazhang, otto ore in due tranches di quattro, la mattina dedicata ai ragazzi del primo anno e il pomeriggio per i veterani del terzo. A pranzo abbiamo avuto una pausa breve, un'oretta in cucina da me, caratterizzata da sonore risate, scambi di battute e nuove conoscenze. Infine, il pomeriggio è stato uno scambio di energie ancora più interessante e profondo: in una sala Baguazhang e lavoro sui Nove Palazzi, in un'altra sala Taijiquan nei principi e nella sua essenza.

Eravamo tutti insegnanti, e la cosa inusuale - quindi straordinaria - è stata la semplicità, la qualità, la disponibilità che si sono sviluppate naturalmente e che hanno coinvolto tutte le persone presenti. Chi doveva andare via subito, invece alla fine si è allenato per altre tre ore, e con soddisfazione. Cosa è rimasto della giornata? Personalmente una sensazione bellissima di collaborazione, cooperazione, apertura, scambio di conoscenza, piacere di lavorare. Mi porto dietro ancora questa sensazione fresca, che mi aiuta quando le cose si fanno un po' meno piacevoli.

La comunicazione, questa sconosciuta. 

Possiamo passare anni a parlare e lavorare con il corpo, ma non riuscire a comunicare nulla. Perchè comunicare bisogna volerlo, ed è una alchimia che funziona solo se emittente e ricevente sono sintonizzati sulla stessa lunghezza d'onda e hanno lo stesso desiderio: conoscere l'altro. Spesso non vogliamo davvero conoscere, ma solo dire la nostra, preparare la nostra risposta. Quella non è comunicazione, è bisogno di trovare la nostra identità, un problema di sicurezza. La vera comunicazione è biunivoca, va e viene, e ad ogni passaggio lascia uno strato, una informazione, una emozione in più, libera energia, non occorre preoccuparsi troppo di quel che si dice. Quando i dialoghi si fanno liberi, leggeri e veloci, diventano quasi surreali, chi ascolta da fuori non comprende, ma chi è dentro si sente libero e le intuizioni diventano più importanti del detto. E' come nuotare, sciare, combattere, lottare, sperimentare.

Nella tradizione cinese e giapponese (ma credo sia un retaggio umano di base), per trasmettere le cose importanti della vita - amore, sentimenti, esperienze profonde - occorre usare un altro modo di comunicare. Un mio insegnante parla di "oral transmission", occorre una trasmissione viva e verbale, per spiegare certe cose, anche quelle legate alla pratica fisica, perchè le parole - l'intenzione dietro le parole in realtà - aprono opportunità nella mente, e il corpo allora può sganciarsi dagli schemi, trascendere e trovare una nuova via che prima non vedeva. Lo stesso maestro si preoccupa sempre di chiarire che "ogni parola si riferisce ad una tecnica concreta". Ha ragione, ci sono troppi "principi" in giro che non si incarnano mai realmente in una pratica. 

Caveat emptor.

In Giappone, questo modo unico e profondamente vero, animale - non romantico - di comunicare è quello detto "da cuore a cuore". E' una modalità ancestrale, legato al cervello rettile (non proprio ma quasi, ci sono istinti naturali legati al DNA), diventa una comunicazione che trapassa gli strati e colpisce dentro. E' legata alla comprensione della pancia, quando sappiamo subito se una cosa fa o non fa per noi, ma non è razionale. Sappiamo tutti che l'unicità della persona risiede nel suo cuore, dove la sua volontà di vita è racchiusa. Il cervello è un attrezzo, uno strumento molto raffinato, ma spesso è diventato prevalente, causa la chiusura del cuore. Se il cuore non viene ascoltato a causa della paura o della rabbia, il cervello decide lui il da farsi, e rimuove i problemi in un altro modo. Senza cuore non si può praticare. La pratica senza cuore non esiste.

Quando passiamo giornate come quella di sabato, stiamo tornando al cuore della pratica, che non si manifesta solo in forme o strutture, ma nella ricerca del movimento del principio e del principio nel movimento. Stiamo parlando di arti marziali - e qui ognuno ha le sue priorità. Ma la cosa principale, come mi ha spiegato un caro amico, è il principio educativo della pratica interna. Non dobbiamo solo cercare il combattimento, o solo il movimento, o solo l'aspetto educativo, o ancora il processo. Neijia è tutto questo insieme. Sun Lutang lo ribadiva in ogni scritto: serve a creare persone migliori. 


以心伝心
I shin den shin.
Da cuore a cuore

martedì 22 novembre 2016

Il lavoro al palo



Ho avuto molti insegnanti di Baguazhang, e ogni scuola, ogni discendenza, ogni singolo insegnante aveva le sue regole e i suoi metodi, più o meno evidenti, più o meno efficaci, più o meno... . A volte erano metodi che si integravano tra di loro (di rado), perchè provenivano dalla stessa matrice, altre volte erano invece metodi completamente diversi, divergenti, a volte presi da altri sistemi e incastrati a forza nel Baguazhang. Capita ancora oggi, più spesso di quanto non si creda.

Per la maggior parte dei casi, il Baguazhang è rimasta un'arte fatta di piroette, dove il lavoro a due è al massimo una coreografia da spettacolo. Come scriveva Jane Hallander, storica giornalista delle arti marziali cinesi negli USA, la prima parte del Baguazhang, come nel Taijiquan, era morbida e flessuosa, ma la seconda parte invece era concreta e pragmatica, dove il lavoro a due era molto importante per capire la reale applicazione.

Molti insegnanti non hanno mai conosciuto la seconda parte, ma diventavano comunque insegnanti di Baguazhang - scriveva ancora la Hallander - e hanno diffuso quel che conoscevano. Il lavoro sul manichino nel Baguazhang è uno dei temi più oscuri dell'allenamento di quest'arte, perchè si colloca nella seconda parte del metodo, nel cielo posteriore. Il maestro Adam Hsu ha descritto nei suoi libri la sua incredulità di fronte al fatto di vedere persino in Cina stessa discendenze di Baguazhang senza allenamento con i pali, dove al massimo si schivano i pali e si corre come matti. La filmografia cinese ("L'onore di Dongfangxu", ad esempio) non ha certo aiutato.

Baguazhang è uno stile solido, concreto, stabile e veloce, che ha la grande capacità di essere circolare e flessibile dove occorre, quindi in sintesi capace di usare il cerchio nella linea e la linea nel cerchio. Pensare che Baguazhang sia solo andare in cerchio seguendo una forma è piuttosto limitante. Oltretutto, se non c'è struttura nel corpo, andare in cerchio risulta inutile. Quindi il palo - anche un solo lampioncino - può diventare un grandissimo partner, se lo spirito e le indicazioni sono quelle giuste.

Voglio ringraziare Hana Pitrunova per il suo spirito battagliero e la sua fiducia. Il lavoro col palo serve a capire tutto quello che il cerchio grande non può spiegare. Il palo insegna una logica diversa e perfettamente complementare a Zuo Zhang. Buoni passi Hana!

giovedì 10 novembre 2016

Maestro Gianni Gasparini



E' scomparso ieri sera un noto insegnante di Taijiquan di Bassano del Grappa, il maestro Gianni Gasparini, a soli 64 anni. Per un improvviso malore, da cui non si è più ripreso, se n'è andato un personaggio che ha dato molto per questa arte nel Vicentino, e ha insegnato a molte persone ad amare l'arte marziale cinese. Lascia moglie e due figli.

L'avevo incontrato casualmente a pranzo qualche mese fa per la prima volta andando a conoscere il maestro Wang Zhi Xian, di cui Gianni era il punto di riferimento nel Vicentino e nel Nord. Era stato un piacevole incontro, una persona simpatica, tranquilla, che dopo tante arti marziali giapponesi aveva trovato una sua bella dimensione nel Taijiquan. Ci eravamo rivisti brevemente poche settimane fa, a casa di Matteo Gatti.

Lascia sempre stupiti e impreparati quando arriva una morte improvvisa, specie quando si è in palestra, un luogo "sacro" della pratica e della vita. Non c'è stato il tempo per accettare razionalmente la cosa, per capire, per dire qualcosa.

Ci uniamo al cordoglio degli allievi e degli amici, speriamo che là dove è ora sia più sereno.


E ora?



"E' molto comodo avere delle certezze, tenersele ben strette e lasciare che il mondo sia il prodotto del nostro modo di pensare.

Altrettanto facile è scagliarsi contro coloro che la pensano diversamente.

E' molto più difficile, e richiede perciò un grande coraggio, seguire la via dell'eroe/eroina, del guerriero e del mistico: guardare continuamente in faccia le proprie credenze, con chiarezza ed onestà, e quindi andare oltre.

Per riuscirci bisogna avere un coraggio e una compassione enormi.

Bisogna imparare a toccare e comprendere completamente, nel profondo, la propria esperienza, gentilmente e senza emettere alcun giudizio.

"Se incontri il Budda uccidilo" significa che appena vi accorgete che vi state aggrappando e attaccando a qualcosa, non importa se convenzionalmente giudicato buono o cattivo, dovete fare amicizia con il vostro attaccamento.

Osservatelo in profondità.

Comprendetelo fino in fondo, completamente.

In tal modo l'attaccamento si dissolverà da solo."

(Pema Chödrön, "Senza via di scampo", Ubaldini)

domenica 16 ottobre 2016

L'eredità di Ronnie Robinson



Ieri sera al parco ero da solo, ma mi portavo dietro la presenza di Ronnie Robinson. Per tutto l'allenamento continuavano a riemergere momenti della nostra amicizia, pensieri, ricordi. Ronnie ha fatto quello che ogni educatore dovrebbe fare: ha saputo dare opportunità ai suoi amici e allievi, parlare di possibilità, aprire potenzialità. Ha seminato in ognuno di noi i semi della crescita personale, come una bomba a orologeria. Non occorre che siano cose reali, anzi è più importante la qualità dello stimolo, dell'intenzione. Educare significa dare le ali agli altri, non allargare le proprie.

Seminare uno spirito positivo di "yes you can", dovunque tu vada, chiunque tu incontri, e quando le cose non vanno bene, va bene lo stesso, abbiamo imparato ad essere più stabili, e non solo in Zhan Zhuang. E' un grande esercizio per il proprio ego. Davvero i cinesi l'avevano vista lunga: "quando arriva il grande vento del cambiamento, c'è chi costruisce muri, e c'è chi costruisce mulini a vento". L'unico obiettivo per certi è di tenere stretti stretti a se' gli allievi, creare dipendenza, così come loro dipendono da loro, e così si creano nuove generazioni di insegnanti chiusi, timorosi, afflitti da incapacità al confronto.

Ronnie ha lavorato con passione sempre, per 21 anni ha sempre avuto un motore acceso dentro con il quale voleva che il mondo fosse coinvolto, condiviso, messo insieme. Gente di Oriente e Occidente, maestri e principianti, guerrieri e pacifisti, apocalittici e integrati, tutti si sono messi in gioco e hanno approfittato della grande piattaforma di Tai Chi Caledonia, senza rendersi conto che stavano facendo il gioco di Ronnie: rendiamo possibile l'impossibile, facciamo dialogare gli opposti, armonizziamo.

Ieri sera (e adesso vado a continuare il lavoro) ho approfondito ancora il lavoro dei Nove Palazzi, il livello che tra poco passerò ai ragazzi del terzo anno, ed ho avuto una serie di epifanie che credo derivassero da Ronnie. Almeno questa è la sensazione che ho avuto, altrimenti non posso spiegare come sia avvenuto. Se educhiamo la mente e lo spirito ad essere e restare aperto, disponibile, nonostante i venti contrari e le burrasche, arriva una ricompensa. E' una ricompensa sottile, ma solida e duratura. Si chiama crescita. 

Grazie Ronnie

sabato 8 ottobre 2016

Inclusione


Stamattina stavo praticando il palmo del Serpente, ne stavo studiando le varianti e le evoluzioni secondo il metodo del livello Youshen, e all'improvviso mi sono ritrovato a praticare la sequenza completa dell'ottavo cambio di Jiang Rongquiao. Che bellezza! Senza nessuna fatica, il mio spirito ha cominciato a muoversi secondo quella sequenza. Mi sono messo a ridere e ho riconosciuto che il mio corpo e la mia mente erano più intelligenti di me, e ricordavano qualcosa che anni e anni fa avevo imparato e avevo dimenticato. Io avevo dimenticato, ma loro no :-) loro hanno integrato la mia esperienza del passato e l'hanno allegata al presente. Un esempio tipico di inclusione, di integrazione dell'esperienza, di come il nostro modo di essere, se solo glielo permettiamo, ci aiuta continuamente a diventare migliori.


Questo è un tema che mi sta molto a cuore. Includere, accogliere, integrare è una caratteristica tipicamente "femminile". Molto "maschile" invece è il fatto di distinguere, separare. Per anni ho conosciuto maestri e insegnanti nei percorsi marziali che individuavano chiaramente le differenze tra l'uno e l'altro, tra un metodo e l'altro, tra un principio e l'altro. Ognuno aveva la Verità, e ognuno doveva correggere i dettagli in modo diverso. Quello che avevi già fatto con altri non andava mai bene. neppure se due persone avevano studiato con lo stesso insegnante.

L'inclusione comincia nella pratica. Tutto quello che facciamo concorre a costruire la nostra esperienza. Se pensiamo di poter tenere separate le qualità che sviluppiamo praticando diversi sistemi, ci stiamo raccontando una storia. L'integrazione delle esperienze è ciò che ci rende grandi e aumenta la possibilità di sopravvivenza. Se ho esperienza di lotta, questa emergerà nella mia pratica e andrà integrata. Baguazhang è uno stile di inclusione, se lo sappiamo vedere bene nella sua anima, e se non ci fermiamo troppo a guardare le differenze di ogni insegnante.

Cosa hanno in comune Jou Tsung Hwa, Wang Xiangzhai, Sun Lutang ad esempio (ma di sicuro anche molti altri)? Che tutti hanno insegnato, predicato, praticato e scritto di Inclusione. Sun è stato il primo a scriverne, parlando di Taiji, Bagua e Xingyi come di una sola famiglia. Wang Xiangzhai ha scritto su interviste e libri che se vogliamo preservare la qualità della pratica marziale dobbiamo ricercare e guardare alle cose che uniscono i diversi sistemi di combattimento, e non ciò che separa. Master Jou ha fatto della sua vita un esempio di inclusione. Lo ricordo a Winchester nel 1998 dove condivideva con tutti la sua ricchezza, accettava l'esperienza di tutti, anche quelli dal curriculum meno brillante, ed era sempre concentrato su ciò che di buono veniva da ogni esperienza.

Quando insegno Bagua, faccio sempre riferimento alle esperienze precedenti che ogni praticante ha. La cosa bella è che non c'è mai niente di sbagliato nell'esperienza di una persona, e il Bagua ha la capacità di raccogliere, riunire, integrare e includere tutto quanto il corpo di quella persona ha imparato. Non occorre denigrare o dimenticare quello che si è fatto prima, anzi! Costituisce una straordinaria ricchezza, e anche parte del carattere che una persona si è costruita negli anni. Se prendiamo la forza da tutte le parti che compongono una persona, abbiamo un risultato migliore.

Inclusione è prendere ciò che unisce e accogliere tutto, quindi guardare al lato luminoso della vita e della esperienza. Se perdiamo di vista il quadro d'insieme, rischiamo di perderci nei dettagli, e cercare le cose nei posti sbagliati. Quando andavo a insegnare Baguazhang a Pula in Croazia, i ragazzi mi dicevano che finalmente capivano il senso della loro pratica precedente nel Kempo. Per anni ho insegnato in Francia, Inghilterra, Germania, e il Baguazhang era quasi sconosciuto. Ma tutti ne ricavavano un lavoro utile per la loro pratica, che venissero dal Taijiquan, dallo Shaolin o dalla lotta.

Includere significa anche accogliere chi non ha mai fatto nulla e farli entrare nel cerchio. Ogni cerchio è giusto, qualsiasi cosa facciamo. Poi si tratta di dare gli strumenti perchè ognuno possa crescere e trovare quello che gli serve. Meno ego e più servizio. E' un concetto che sta alla base di ogni crescita spirituale. Investire in perdita, capire le lezioni, trasformare. Inclusione significa non avere paura e avere fiducia nelle persone e nella vita. Inclusione è una chiave per capire cosa c'è dentro alle cose. Presto capirete che poche cose danno origine alle Diecimila cose, che davvero il mondo è un magnifico esempio di cosa Yin e Yang riescano a produrre.

Non perdete l'opportunità :-) mai.

domenica 2 ottobre 2016

Destrutturazione

Sergio e Luigi... un dialogo daoista?

Un gruppo di Fenici in volo

Sewan, la nostra mascotte

Hana, una grande volontà

Massimo, un educatore nato

Fabio, voglia di capire

Fabrizio e Massimo, qualità umana eccellente

Fabrizio, un'altra anima in crescita

Ieri sabato 1 ottobre abbiamo ripreso gli allenamenti di Baguazhang e questa volta ci siamo trovati davvero in tanti, più di una decina, a camminare in cerchio. E' stata una bellissima mattinata di lavoro e tutti mi sono sembrati piacevolmente stupiti dal lavoro circolare, soprattutto coloro che hanno partecipato per la prima volta.

Dovendo gestire diversi livelli di conoscenza, dai più avanzati ai principianti, la lezione è stata un po' diversificata rispetto al solito, quindi meno intensa e tecnica del previsto, e più diffusa e adatta alla situazione. Nella fase finale dell'incontro, dopo aver visto la postura, i passi, i cambi, alcuni esercizi di base e gli otto palmi base, abbiamo cercato di metabolizzare razionalmente il lavoro fatto dentro di noi. Ognuno ha dato il proprio contributo, e in effetti tutti hanno scoperto che "lavoro interno" significa lavorare dentro di sé per armonizzare la forza di gravita e l'equilibrio per gestire bene il rapporto con la terra.

Se consideriamo la differenza tra il nostro modo di praticare il Baguazhang e quello che vediamo in giro, viene da domandarsi: perché noi non studiamo e pratichiamo forme? Perché ogni volta ritorniamo quasi maniacalmente a questi benedetti otto palmi, sulla struttura, sui passi e sulla connessione, sulle catene cinetiche e sui principi di Song, Man, Lian eccetera? 

La risposta è racchiusa in una parola: destrutturazione. Dobbiamo destrutturare, scombinare, andare a riconoscere i meccanismi sottili che ci legano al movimento, renderli precisi e connessi, e col tempo il corpo acquisirà la qualità necessarie perchè il movimento sia completo e pieno. Possiamo praticare per anni senza mai andare a vedere nel profondo un singolo movimento. Una forma racchiude centinaia di principi e di movimenti, occorre fermarsi a riconoscerli destrutturando.

Un altro concetto importante è quello del laboratorio. Ogni volta che pratichiamo, vedo persone che partono dall'esercizio assegnato e cominciano ad elaborare, a creare, a cercare nuovi movimenti, che si ascoltano e si mettono in discussione. Questo credo sia un'altra cosa importante: lasciare la libertà ad ogni persona di ascoltare il proprio interiore per scoprire come dentro si sente e come il suo corpo risponde al movimento. 

Certo, questo processo chiede a volte più tempo che non imparare una sequenza di movimenti. Ma da sempre preferisco dare priorità alla qualità del corpo e del movimento che non alla forma. C'è meno da dimostrare in pubblico, è vero, ma un occhio esperto vede con piacere che nel tempo la qualità del movimento migliora, si asciuga, si adatta, si armonizza, è completo. Io stesso ho constatato che nonostante la pausa estiva, alcune persone sono tornate a muoversi in un modo diverso, più completo e connesso, in modo naturale. Per me è una grande soddisfazione vedere la crescita.

Spesso uso paragoni culinari per la nostra pratica: la cucina è esattamente l'ambiente alchemico per eccellenza, dove sostanze vengono trasformate per diventare nutrimento, piacere, e momento di crescita personale. Tutti i buoni praticanti di  Baguazhang amano mangiare e bere bene, apprezzano il sottile, quello che in medicina cinese si chiama "mangiare con il cuore". Uno dei paragoni è quello della zuppa o della minestra: nella nostra minestra, che cuoce dentro la pentola, c'è ancora molta acqua, la qualità del cibo è ancora dispersa, troppo allungata. Se lavoriamo abbastanza, il calore del fuoco farà evaporare l'acqua in eccesso e cucinerà le verdure, e alla fine avremo un cibo buono e nutriente.

Grazie a tutti i ragazzi e ragazze che vengono a praticare con noi da Trieste a Chiavari, da Oderzo a Vicenza, dalla repubblica Ceca alla Corea. Per me e Sergio è sempre un piacere vedere lo spirito con cui ognuno di voi si avvicina alla pratica e la fa diventare sua. Grazie per il tempo, le energie, i chilometri, la buona volontà, la passione che ci mettete. Noi siamo felici di avervi con noi e speriamo che possiate portare a casa non solo la tecnica e la qualità del Baguazhang, ma anche il sorriso e la serenità di una pratica piena, profonda, felice.

Al 30 ottobre!

venerdì 30 settembre 2016

Sabato 1 ottobre: Baguazhang 1.4!



Dopo una lunga e calda pausa estiva, che il bel tempo autunnale di quest'anno promette di mantenere ancora per qualche settimana, eccoci pronti a tornare alla pratica. Sabato mattina dalle 9 alle 13 al parco di via Puccini di Caldogno saremo quasi una decina a lavorare insieme sul Baguazhang di Sun Lutang, sul cerchio e sugli Otto Palmi. A seguire buffet tutti insieme per fare 4 chiacchiere.

Cosa c'è di nuovo? Un sacco di cosette.

Le vie del Bagua sono infinite, e con grande gioia rivedremo gli amici del primo anno, Massimo, i due Fabrizi (spero), Matteo, e poi Sewon Bae, cara amica coreana reduce da cinque anni di Cina e di Taijiquan, la nostra amica Hana Pitrunova dalla Cechia, e un paio di altri amici che ci vengono a vedere. 

Spesso nelle arti marziali ci si sforza di andare a scoprire cosa divide e non cosa unisce le persone e le arti di combattimento. Così si accentuano le differenze in modo artificiale, fino a quando le cose non si assomigliano più. E' un grande peccato. Noi invece cerchiamo ciò che unisce e che lega. E' molto più utile, piacevole e divertente.

Vi aspetto al parco di via Puccini ore 9 o alle 8.30 in pasticceria Tombolan, sempre a Caldogno. 

sabato 17 settembre 2016

Calendario corsi 2016-17



Corsi di Formazione di Baguazhang 2016-17.

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*** Corso Istruttori Baguazhang, primo anno: 
Fabrizio Contini, Matteo Gatti, Massimo Segat, Fabrizio Varrone

- 1.4: sabato 1° ottobre 2016
- 1.5: domenica 30 ottobre 2016 (attenzione giornata diversa!)
- 1.6: sabato 26 novembre 2016
- 1.7: sabato 7 gennaio 2017
- 1.8: sabato 4 febbraio 2017
Gli incontri si tengono dalle 9 alle 13 presso il solito parco di Caldogno (VI)


*** Corso Istruttori Baguazhang, secondo anno: 
Fabrizio Contini, Matteo Gatti, Massimo Segat, Fabrizio Varrone

- 2.1: sabato 25 febbraio 2017
- 2.2: sabato 18 marzo 2017
- 2.3: sabato 15 aprile 2017
- 2.4: sabato 20 maggio 2017 
- 2.5: sabato 3 giugno 2017 
Gli incontri si tengono dalle 9 alle 13 presso il solito parco di Caldogno (VI)

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*** Corso Istruttori Baguazhang, terzo anno:
Yuri Debbi, Monica Montecchi

- 3.5: domenica 2 ottobre 2016 
- 3.6: domenica 27 novembre 2016
- 3.7: domenica 8 gennaio 2017
- 3.8: domenica 5 febbraio 2017
- Esame finale: domenica 26 febbraio 2017
Gli incontri si tengono dalle 9 alle 13 presso il solito parco di Caldogno (VI)

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*** Corso Allenatori Baguazhang, programma FIWUK:
- sabato 29 ottobre 2016
- sabato 12 novembre 2016
- sabato 3 dicembre
- sabato 14 gennaio 2017
- sabato 11 febbraio 2017
- sabato 4 marzo 2017
- sabato 1 aprile 2017
- sabato 6 maggio 2017
Gli incontri si tengono dalle ore 14 alle 18 presso una palestra di Caldogno (VI)


martedì 6 settembre 2016

Il ritorno di Hana



Sembra il titolo di un romanzo, ma è la verità. Dopo ben tre anni di assenza da Vicenza, la nostra amica e allieva Hana Pitrunova dalla Cechia ha deciso di trovare un lavoro vicino a casa nostra per riprendere la pratica e riallacciare la nostra amicizia. Cosa incredibile, l'ha trovato senza saperlo a casa di amici comuni! Grazie Giandomenico e Maria Luisa! Con Hana ci lega un grande affetto, e tutto noi abbiamo gran bei ricordi della pratica settimanale di Baguazhang la mattina presto e la sera, compresa la pizza finale che tanto piaceva ai ragazzi.

Bene, Hana è tornata e "minaccia" di tornare ancora spesso per praticare e crescere. Per noi, Sergio, Federica e Laura, sarà un grande piacere riaverla con noi, la aspettiamo. E sono certo che nell'arco di qualche tempo anche Hana entrerà nel vivo della pratica marziale e umana.


mercoledì 31 agosto 2016

Nuovi programmi



Siamo alla ripartenza! Tra settembre e ottobre ripartono i corsi di:

- Baguazhang formazione istruttori - primo anno

- Baguazhang formazione istruttori - terzo anno

- Baguazhang programma ufficiale stile Sun Lutang (FIWUK)

E tra l'altro avremo la visita questo fine settimana di Hana Pitrunova, nostra amica e allieva da anni dalla Cechia per un breve incontro formativo sul Tuishou. Chi vuole partecipare è benvenuto, sabato e domenica al parco.


domenica 7 agosto 2016

Estate 2016


Anche quest'anno le ferie sono arrivate e piano piano si sciama alla ricerca di un angolo di fresco o di mare per staccare e ricrearsi (almeno per quelli che le ferie non le hanno ancora fatte).
Se guardo ai primi sei mesi di attività del 2016, come qualcuno mi ha fatto notare, è stato un vulcano di avvenimenti positivi e dinamici, che hanno portato movimento e allegria tra tutti noi.


- Corso Istruttori Baguazhang stile Sun Lutang terzo anno (corso Leoni): i nostri amici Yuri Debbi, Monica Montecchi e Francesca Ferrari (facciamo rientrare anche lei ad honorem nel gruppo per la passione con cui sta lavorando sul Baguazhang, anche se è allieva di Yuri e Monica) stanno affrontando il terzo anno, l'anno della destrutturazione, in modo brillante e tengono fede al loro progetto di arrivare al diploma che arriverà a fine anno - inizio 2017. Poi saranno insegnanti a tutto diritto di Baguazhang, e la cosa mi fa un grande piacere. Yuri e Monica hanno lavorato molto bene, e nonostante tutte le difficoltà che lo stile propone, hanno avuto l'intelligenza di restare aperti e hanno colto anche gli elementi sottili della pratica. Siamo ormai al capitolo Nove Palazzi, quindi bene!


- Corso Istruttori Baguazhang Stile Sun Lutang primo anno (corso Unicorni): la partecipazione ai primi quattro incontri è stata molto intensa, ben quattro nuovi amici (Matteo Gatti, Fabrizio Varrone, Massimo Segat e Fabrizio Contini) che hanno cominciato a percorrere il cerchio più e più volte. Sono molto felice della loro presenza, anche perchè ognuno di loro ha un grande bagaglio marziale e umano e questo rende tutti più ricchi. Durante gli incontri post pratica, è sempre bello sentire l'esperienza di ognuno condivisa con serenità. Quasi sempre tutti noi arriviamo alle stesse conclusioni, e questo è il frutto sicuramente dell'esperienza e del fatto che non siamo proprio ragazzini :-)



- Roma, Fiwuk - Angelo Coluzzi: i progetti avviati con la Fiwuk e Paolo Chilelli proseguono a spron battuto, e prevedono l'Interna Power Journey a Ostia nei prossimi mesi e l'European Baguazhang Forum in Scozia ospitati da Tai Chi Caledonia. Una intensa serie di attività, queste e quelle a venire, che hanno richiesto la mia presenza al CONI di Roma per una riunione con altri maestri di Baguazhang. Con l'occasione mi sono ritrovato con uno dei miei primi allievi (anni '90) di Bagua, l'attuale maestro Angelo Coluzzi. Con lui e Loredana ci siamo fatti una bella cena e una bella passeggiata per i Fori Imperiali, facendo progetti per quando Angelo sarà di nuovo in pista al cento per cento. Davvero grazie a tutti per il bel weekend intenso e piacevole.


- Corso Qigong a Cittadella (tre incontri): è stata una bellissima idea di Alessandra Scalco, una nuova amica esperta di Feng Shui che sta cercando di portare il lavoro sul respiro a Cittadella e dintorni. Alessandra è stata bravissima, e il gruppo che è nato ha già dato degli ottimi feedback sugli effetti del respiro. Adesso pausa estiva e a settembre si riparte, sono curioso di scoprire quello che ci aspetta. Un abbraccio ad Alessandra, prima o pois riusciremo a studiare la spada  va bene?


- Ronnie Robinson: a marzo 2016 ci ha lasciati. Era il creatore di Tai Chi Caledonia, uno dei principali avvenimenti di Taijiquan e Qigong in Europa, che ha avuto il merito enorme di aver messo in contatto migliaia di persone tra di loro ed ha aiutato tutto il mondo interno marziale cinese ad alzare gli standard e crescere nella pratica a livello mondiale. Molta parte del mondo del Taijiquannon non sarebbe ai livelli di oggi senza il suo enorme lavoro di vent'anni di organizzazione, di pratica, di condivisione, di ricerca e di sviluppo delle reti di conoscenza. Ronnie per me era un amico raro, mi ha dato una grandissima fiducia che spero di avergli restituito. La sua energia era ancora tutta lì, all'università di Stirling, quando quest'anno a luglio abbiamo parlato di lui, quando lo abbiamo commemorato due volte, e quando abbiamo praticato. Grazie Ron non ti dimenticheremo.


- Baguazhang a Torino da Maurizio Mamprin: un altro grande momento di questo inizio 2016 è stato senza dubbio il seminario di Baguazhang a Torino organizzato dal maestro Maurizio Mamprin, che ci ha davvero accolto a braccia aperte e permesso di trascorrere dei momenti stupendi insieme ai suoi ragazzi. Sergio, Massimo ed io ci siamo sentiti davvero a casa e le due giornate sono volate tra incontri, lavoro, seminario, scambi e cene. Maurizio sta studiando con noi Baguazhang e il suo spirito speciale gli permette di volare lontano e di fare un lavoro ad ampio respiro. Sono felice del cammino che Mau sta facendo a tutti i livelli, e lo stimo molto come insegnante professionista di Arti Marziali, Qigong, Pilates e movimento naturale.


- Internal Power Journey a Ostia Antica (Roma): per la prima volta ho partecipato ad un incontro FIWUK organizzato dal settore Baguazhang diretto dal maestro Paolo Chilelli, ed è stata una bellissima esperienza di condivisione e di team building come non ne vedevo da anni in Italia. Ci siamo ritrovati in una decina di maestri di Baguazhang a casa di Nikitas Petroulias e in un clima di grande amicizia e di allegria abbiamo portato tutti il nostro contributo per un Baguazhang migliore, e pare che ci stiamo riuscendo, visto che di noi si parla e noi nel frattempo lavoriamo per i prossimi piccoli e grandi traguardi. Due giorni intensi, che spero di poter rivivere a breve. Grazie a Paolo Chilelli e a tutti i ragazzi della Fiwuk.


- Tai Chi Caledonia 2016: il ventunesimo incontro di Taijiquan scozzese di Ronnie è volato tra mille cose, bellissimo, fluido, intenso e tra amici, con il team di insegnanti che hanno dati il meglio e con un nostalgico pensiero per il grande Ronnie, che ci ha insegnato in modo informale così tanto. Le manifestazioni di affetto che ho visto su FB mi hanno confermato quanto Ronnie abbia saputo costruire. La delegazione italiana è stata ai suoi massimi da anni: 11 elementi tra Baguazhang e Taijiquan, il catanese come seconda lingua e un sacco di bei momenti tutti insieme praticando, bevendo e ridendo. Grazie ai maestri della Fiwuk Paolo Chilelli, Nikitas Petroulias (e Caterina Robuffo), Enrico Colmi (ed Enrica), al grande amico e maestro di Taijiquan Giambattista Scavo, che ha degnamente rappresentato la ITKA dell'amico maestro Gianfranco Pace, e grazie ai nostri Maria Luisa Trentin, insegnante di Qigong, al maestro Massimo Segat e alla nostra onnipresente Laura, e ed Edoardo, allievo della scuola ITKA e "nipote" di GB. Grazie a tutti è stato magnifico.


- Paul Silfvestrale: un ultimo ringraziamento va al maestro ed amico fraterno Sifu Paul Silfverstrale, che è sceso in Italia per quattro giorni e ha tenuto un microseminario di Taijiquan da combattimento, che i presenti hanno molto apprezzato, e che ha lasciato l'impronta. Paul è un grande, ha il talento della didattica, è un combattente (tra gli ultimi rimasti in giro) e ha una vasta esperienza in molti settori, oltre ad essere un vero formatore. Sia Sergio Fanton che io abbiamo avuto stimoli ed idee per andare avanti, quindi il lavoro è stato di qualità, davvero grande. Con grande rammarico non ho potuto partecipare al seminario estivo di Omberg (Svezia) che termina oggi, come invece avevo fatto lo scorso anno. Un bellissimo ambiente di sudore, fatica, pugni e calci, ma dove vale la pena di investire soldi, tempo e passione.

Un inizio di 2016 davvero bruciante, vedremo il resto dove ci porterà.
Buona estate a tutti!

domenica 31 luglio 2016

Dadao la grande sciabola Bagua





Il Baguazhang è famoso per le sue armi doppie, in genere di lunghezza medio corta, e facilmente nascondibili, ideali per funzionare in ambienti piccoli e in caso di scorta disarmata di personalità. C'è una varietà enorme di queste armi, dai coltelli a gomito alle corna di cervo, ai punteruoli con l'anello al centro, alle penne dei giudici, alle ruote sole luna, e così via. Nella tomba di Dong Haiquan sono state trovate le spade corte ad uncino di gallo, un genere di arma davvero speciale.

Ma l'arma di sicuro più particolare del Baguazhang è il grande Dao, la grande sciabola (Dadao, 大刀) che contrasta nettamente con l'uso delle armi doppie. Infatti il grande Dadao del Baguazhang era a suo tempo considerato una alternativa "impegnativa" al Dadao di lunghezza normale, che era stato usato prima nelle campagne come strumento di lavoro e poi era stato adottato dall'esercito come arma di massa per andare in battaglia contro l'invasore. 

Il grande Dadao del Baguazhang, col suo peso, la sua grande lama e la sua ingombrante presenza, rappresenta l'eccezione che conferma la regola, e che spesso troviamo nelle singole arti marziali come una contraddizione. Si inserisce infatti un'arma pesante, difficile, nel curriculum della scuola per sviluppare abilità diverse e dare quindi flessibilità al corpo e alla mente dello studente. Infatti usare un'arma così pesante, così grande e così particolare da muovere non ha alcun senso, se non come strumento di lavoro con uno scopo preciso. 

Quale sia lo scopo, lo lascio alla fantasia e alla perspicacia del lettore. Certo, se scegliete la versione leggera in alluminio o quella da wushu del Dadao per sciabolare leggeri e veloci in forme da esibizione, state facendo un cattivo servizio a voi stessi, vi prendete in giro da soli. Abbiate il buon gusto di andare a sollevare tre chilogrammi di metallo e fatelo funzionare con il vostro corpo. Questo è il senso della pratica del Bagua Dadao. E attenti ai polsi!

sabato 30 luglio 2016

Huang Wei Lun goodbye










Torno da un viaggio e scopro che anche Sifu Huang Weilun ci ha lasciati improvvisamente per una setticemia molto dolorosa. E' un vero peccato, perchè era un grande insegnante, un personaggio davvero unico, pieno di energia e vitalità, ma soprattutto perchè aveva un grande cuore. Nel 1998 ho seguito le sue lezioni in Virginia, presso "A Taste Of China" negli USA, e per la prima volta scoprii che esisteva un Taijiquan veloce e con i Fajing, anche nello Yang! Grazie a lui anche questo piccolo pezzo di puzzle andava a posto e confermava quello che stavo scoprendo sul lavoro interno.

Huang era un'altra delle persone che avrei desiderato rivedere e con lui approfondire certe cose. Era maestro di Taijiquan, Baguazhang, Xingyiquan, Liuhebafa e Qigong, e so di certo che aveva un grande seguito negli States e in Germania con i suoi seminari dovunque andasse. Huang aveva una massa di capelli incredibile per un cinese, e amava insegnare, amava praticare e divertirsi. Mi rendo conto ora che rispetto ai modelli che spesso troviamo in giro, davvero ho avuto fortuna a incontrare maestri allegri e di cuore. In un mondo grigio e pieno di rabbia e paura, Huang era un'altra luminosa eccezione.

Insieme a Huang, c'erano Jou Tsung Hwa, altra persona serena e allegra, Yang Jwing Ming (molto serio causa famiglia), Liang Shouyu (altra persona molto bella e serena, abbiamo viaggiato insieme in taxi e chiacchierato amabilmente), Liang Quiaya (ultimo grande allievo di Fu Chengsun, altro uomo allegro)  e altri maestri come Henry Look, Pat Rice, John Painter... bei ricordi, ho ancora tutte le t-shirt di allora e le indosso quando tengo i seminari per ricordare lo spirito con cui anch'io ho imparato.

Huang Sifu, di sicuro farai ridere e praticherai dovunque tu sia. Grazie per i bei ricordi e per aver condiviso la tua conoscenza con il sorriso sulle labbra. Anche da questa parte dell'Atlantico c'è gente che ti ricorda e ti ringrazia.

Per chi volesse vedere di più:
https://masterhuangweilun.shutterfly.com/
http://www.huangtaichi.com/