lunedì 30 maggio 2011

Saper leggere il Baguazhang





La pratica è il maestro della Severità. La teoria è la maestra della Comprensione. Dalla dialettica di Yin e Yang, tra severità e comprensione si muove l'essere umano. Da un lato la norma, la montagna, il precetto, la regola. Dall'altro l'accettazione, la comprensione, il mare, il consiglio, l'eccezione. Se non c'è movimento, tutto muore.

Sono ormai anni che ho deciso di condividere con i lettori i Canti e i Metodi del Baguazhang. Quando li ho conosciuti, ho avuto la sensazione di aver trovato un tesoro nascosto, finalmente il senso di un lavoro eseguito per anni aveva un metro di misura, finalmente avevo una bussola per navigare.

So perfettamente che il Canto o il Metodo danno solo una indicazione, il resto lo devo mettere io. E questo rende la sfida ancora più interessante. Perchè è vero che se non mettiamo in discussione il metodo, restiamo dei sognatori. Se invece lo mettiamo in discussione, rischiamo di perdere la motivazione a praticare. Dov'è la verità? Nel mezzo.

Pratica, pratica, pratica, serenamente, abbandonando ogni giorno le aspettative, capendo quando stai perdendo di vista i valori, lasciando andare l'Ego che cerca di essere "meglio di ... " e invece deve solo essere quello che è. "Lege, relege, et relege", poi chiudi il libro e pratica.

Adesso prendo la bicicletta e in questo magnifico mattino di sole vado a sentire i profumi e il calore del sole in mezzo alla campagna. Baguazhang è anche pedalare. E' uno spirito, uno stato d'animo, un'emozione. 

Pratica, pratica, pratica, e quando sei stanco leggi. Quando puoi incrocia le braccia con un fratello di pratica e quando ti senti in forma incrocia le braccia con altri sistemi. Non ci sono altre verità. 

(Nella foto, uno storico Chen Panling in forma di alabarda)

domenica 29 maggio 2011

Jean-Jacques Machado



Il mio primo seminario di Brazilian Ju Jitsu (o BJJ come lo si abbrevia ormai dappertutto) è stato un momento magico, sia per la personalità straordinaria di  Machado, sia per l'ambiente e le persone che ho incontrato di nuovo a Modena. Il corpo a corpo ha un suo fascino che è inutile negare, bisogna saperlo usare e soprattutto sudarci.

A breve seguiranno altri incontri di BJJ con gli amici di sempre, Dario Bacci e Paolo Ciriesi, per cominciare un percorso. Ad maiora!

Il luogo al di là



"Di là dalle idee, 
di là da ciò che è giusto e ingiusto,
c’è un luogo. 
Incontriamoci là".

(Rumi) 

sabato 28 maggio 2011

Svezia - rinvio



Purtroppo una autentica tempesta di grandine e acqua sul Bergamasco non hanno permesso non solo il decollo, ma neppure l'atterraggio dell'aereo per Stockholm ieri pomeriggio, e quindi il seminario di Baguazhang di Orebro è stato rinviato a fine estate. Prossimamente maggiori dettagli sul seminario.

Stay tuned!

venerdì 27 maggio 2011

Svezia, terzo incontro



Sono di partenza per la Svezia, primo seminario regolare di insegnamento secondo il programma Ziran Baguazhang. Ad attendermi ci saranno il buon Saar Avivi, che ci ha già visitati in Italia lo scorso anno, i ragazzi della sua scuola, qualche altro ospite e l'amico di sempre, Paul Silfverstrale, che rivedrò con tutta la sua famiglia.

Il tempo è galantuomo, dico spesso, ma è anche imprevedibile. Le cose mutano di continuo e la nostra grande intelligenza serve a gestire al meglio, con equilibrio e con serenità, i continui cambi di fronte che la vita ci mette davanti. Tempi di cambiamento sono per tutti, specie in questi anni, ad un passo ormai dal 2012.

Se osserviamo bene, le cose stanno già mutando, in maniera alquanto drastica. C'è molta agitazione e panico in giro, dalle borse all'economia, alle persone stesse e alla società. Come dicevano i saggi a suo tempo, la sola risposta è una mente serena, una visione chiara e non agitata, procedere passo per passo e accettare i cambiamenti che arriveranno.

La Svezia è il seminario del Cambiamento. Vedremo quante cose stanno cambiando.

A presto

giovedì 19 maggio 2011

Il mio vecchio Gi



Stamattina ho rispolverato il mio vecchio Judogi bianco, peso netto 4 kg circa, della Tokigi, credo un reperto storico che un ottavo dan di Judo mi diede circa 15 anni fa e che mi ha permesso di praticare per qualche tempo questa arte di lotta giapponese.

A breve il mio Gi sarà di nuovo pieno di sudore, di abrasioni, e di soddisfazioni sicuramente, visto che torno a praticare - anche se per breve, per ora - la nobile arte della lotta corpo a corpo. Per me, da sempre uomo di arti cinesi e di Gongfu tradizionale, il corpo a corpo è un "vorrei ma non posso".

Oggi le arti marziali sono tutte intese ad andare verso una promiscuità che deve dare a chi le pratica la possibilità di giocare tutte le carte a distanza lunga, media, corta, corpo a corpo e finire a terra. Lo stile tradizionale puro, per quanto vogliamo, deve aggiornarsi e tenere conto delle nuove esigenze. L'ha sempre fatto nei secoli, non vedo perchè non lo possa fare oggi.

Quindi si torna sulla materassina, ma stavolta, invece di Oss credo che alla fine dirò al Maestro: Obrigado!

Non vedo l'ora!

(PS: il Gi nella foto ha la cintura nera, la mia sarà bianca splendente :-)

Post più popolari: 36 Canti



Ho notato un sorpasso in questi giorni, un sorpasso che trovo molto interessante. Finalmente i 36 Canti del Baguazhang di Shi Jidong sono entrati nei primi cinque post più popolari di questo blog. Questo significa che chi legge ha finalmente compreso che i 36 Canti sono ben più importanti di tanti altri post, per quanto belli.

I 36 Canti e i 48 Metodi sono il cuore del Baguazhang. Ne esistono almeno quattro versioni, con le loro differenze e le loro immagini, e le traduzioni dal cinese e poi dall'inglese li rendono ancora più diversi, ma la stoffa di fondo di questi testi resta la stessa. Piccole differenze sono normali in un'arte che è così mutevole.

Proprio per la enorme capacità del Baguazhang di adattarsi alla persona, al carattere, alla situazione, al momento storico, alle necessità del praticante, alle priorità di chi lo pratica, proprio per questa sua capacità di trasformazione è necessario - direi essenziale - tornare costantemente alle radici dell'arte.

Se nella nostra pratica scopriamo che andiamo contro ai principi che vengono espressi nei Canti e nei Metodi, dobbiamo porci delle domande e andare a capire meglio e cambiare quello che stiamo praticanto. Ci sono in realtà poche regole, ma vanno rispettate a fondo, sono principi-guida, senza i quali siamo una barca in mezzo al mare.

Baguazhang lavora primariamente nella costruzione del corpo, poi della tecnica e infine dell'efficacia. Nella costruzione del corpo ci sono infinite strade - lo dimostrano la quantità di stili profondamente diversi creatisi in sole 4 o 5 generazioni - ed è quindi facile prendere quelle che portano nella direzione che non vogliamo.

A chi legge e pratica, a chi ha passione, a quelli che vengono definiti i "guerrieri sulla sedia a rotelle", cioè coloro che disquisiscono troppo a livello intellettuale o sinologico, senza mai scendere per strada a praticare, a tutti è di estrema utilità leggere e rileggere i 36 Canti e i 48 Metodi.

Non è un caso se alcune tra le scuole più affermate di Baguazhang italiane abbiamo pubblicato questi Canti e Metodi sul loro sito e li usino per diffondere una pratica corretta. Senza Canti e Metodi, tutto è possibile e giustificabile, quindi non c'è più una linea chiara.

Una ultima nota: i Canti e i Metodi vanno letti, applicati, messi in pratica, e solo negli anni accumuliamo esperienza sufficiente a capire cosa realmente significano questi canti. Solo un paziente lavoro di studio e di umiltà di permette di avvicinarci al Baguazhang. Non esistono scorciatoie, solo sano lavoro a solo e in coppia.

Il segreto del Baguazhang? "Dura pratica, dura pratica, dura pratica", disse Sun Lutang prima di morire al suo miglior allievo.

Quante scarpe, quanti anni?



Ieri sera, mentre giravo in cerchio, ho avvertito una sensazione che non percepivo da qualche tempo. Una leggera difficoltà nel camminare, una leggera resistenza, uno strano attrito che frenava i miei passi. Allora sono sceso di livello, gambe quasi parallele al terreno, ma niente, ancora questa resistenza.

Poi sono passato alle applicazioni in linea, Hou Tian Ba Gua Zhang, ma anche lì quando mi muovevo la stessa strana sensazione. Poi mi sono fermato, ho girato le scarpe e ho scoperto che anche il mio quarto paio di scarpe di Bagua erano finite, i buchi in punta, il tallone consumato, la gommatura consunta.

Ho analizzato l'usura della scarpa, ed è interessante saper leggere questi buchi.

I buchi nelle punte indicano un forte uso delle gambe quando il Jin scende verso terra per diventare Fajin sulle braccia attraverso il corpo.
I talloni consumati indicano che le gambe tendono a scendere durante i passi e che c'è una presa di contatto con la terra efficace e costante. E' il famoso passo "ad aratro".
La gommatura consumata su tutta la superficie della pianta del piede indica che tutto il peso viene mosso in maniera coerente sul piede, che quindi c'è un buon contatto e che la forza del piede si scarica omogeneamente.

Nelle arti interne cinesi il punto critico per il radicamento e l'uso della potenza dipende dall'uso che facciamo della forza di gravità. Il punto preciso dello sviluppo di questa forza è la pianta dei piedi. Il contatto con la terra è fondamentale per lo sviluppo di una vera potenza nel movimento. Se il corpo è forte ma non radicato, la forza è vuota, perchè il corpo non ha il punto di ancoraggio.

L'occasione del cambio di scarpe mi ricorda anche che occorrono diversi anni per acquisire efficienza negli stili interni. Quanti anni? Chi ha grande esperienza, coloro che ci precedono nella strada della pratica, dicono quanto segue:

Allenandosi quotidianamente, questi sono i tempi:
- 3 anni per poter dire "ho capito, ci sono", per acquisire almeno una struttura corporea adatta
- 7 anni (o diecimila ripetizioni) per assimilare bene un sistema nel suo insieme, la cosiddetta "cintura nera"
- 10 anni per capire "con il corpo" un intero sistema o metodo, la cosiddetta "mastery"di Brazilian Jujitsu
- 12 anni per essere davvero competenti ed efficaci, equivalenti di un 3° o 4° dan di Karate tradizionale
- 20 anni è il tempo per diventare un vero maestro di arti marziali interne

Questo sempre considerando una pratica quotidiana. Se uno si allena una o due volte a settimana, e senza lavoro a due, i tempi si allungano inesorabilmente.
:-)

mercoledì 18 maggio 2011

Esperienza



"Nell'arte del colpire, un calcio o un pugno possono essere usati per aprire la porta.
Nell'arte della lotta, uno strattone verso il basso può essere usato per aprire la porta.
Se le mani sono alte, attacca il corpo.
Se le mani sono basse, attacca la testa.
Se le mani sono estese, attacca ai fianchi.
Se attacca di braccia, evadi di lato.
Se attacca di gambe, vai dritto dentro.
Non attaccare per primo, ma sii pronto all'attacco.
Attacca per primo, ma sii pronto a cambiare"

martedì 17 maggio 2011

Amarcord...



Tanti anni fa, in un bellissimo posto in mezzo alla natura delle Alpi lombarde, durante il primo Forum Europeo del Taijiquan, Sifu Bob Lowey (della scuola Seven Stars Taijiquan) ed io ci cimentammo in un bellissimo Tuishou tradizionale ad altezza delle ginocchia, un classico della pratica avanzata.

Un bel ricordo :-) grazie Bob, amico da sempre.

Il Maestro



"Il Maestro è quella persona che rende l'Allievo ancora più libero."

Sifu A. Pittman

lunedì 16 maggio 2011

Le cinque essenze dell'arte marziale



"Le arti marziali cinesi sono composte da:

1. 時間 (Shi Jian) - timing

2. 機会 (Ji Hui) - opportunità

3. 角度 (Jiao Du) - angolazione

4. 力的使用 (Li De Shi Yong) - colpire

5. 平衡 (Ping Heng) - equlibrio

Il Fajin è solamente un quinto di tutto ciò".

Sifu John Wang

(Da: "The Rum Soaked Fist", forum di arti marziali cinesi)

Wulin - Sopralluogo in Umbria



Con un repentino colpo di mano, Sifu Russo e Sifu Zanini si sono dati appuntamento in Umbria lo scorso fine settimana  per un sopralluogo in una splendida location per i prossimi corsi di formazione di Wulin.

Seicento ettari di colline, laghi, boschi, sentieri, animali selvatici e un grande contatto con la natura fanno di questi luoghi un piccolo paradiso per chi cerca un contesto che ispira e rilassa. Ovviamente non potevano mancare gli ottimi e poderosi vini umbri e i cibi fatti con eccellente materia prima e con sapienza culinaria.

Questa sarà la cornice del prossimo incontro formativo di WULIN, centro di eccellenza delle arti marziali in Italia, che si terrà a settembre. Le sorprese non finiscono qua, anzi, come dice qualcuno, "questo è solo l'inizio!"

(Nella foto, da sx a dx, Sifu Russo e Sifu Zanini soddisfatti dall'ambiente umbro)

sabato 7 maggio 2011

Scambio di mani



Oggi ci è venuto a trovare il maestro De Toffoli, insegnante di Ju Jitsu e trainer di Krav Maga, e ne abbiamo approfittato per scambiare quattro ... "legnate" di Kali e un po' di Krav Maga, per non perdere le buone abitudini. Sperando che il bel tempo e la non eccessiva distanza ci permettano di incontrarci spesso, non posso che ringraziare il maestro e il buon Sergio.

Buona estate, alleniamoci molto, è così bello!

(Nella foto, di schiena il M.o De Toffoli, di fronte Sergio Fanton)

venerdì 6 maggio 2011

Lo studio del Baguaquan





Il processo dello studio del Baguazhang è per prima cosa allenare l'abilità e poi studiare metodi di applicazione. 


L'abilità include delle abilità di base - come gli esercizi di base - e le abilità applicate - per esempio le forme, San Shou, armi ecc. 


Se l'abilità applicata è insufficiente, allora lo studente deve tornare indietro per rinforzare le abilità di base, e andare e tornare avanti e indietro più volte, come lavorare la pasta o forgiare l'acciaio. 


Quando lo studente è maturo nell'abilità, l'insegnante introdurrà metodi di applicazione e farà alcune dimostrazioni di applicazioni, in modo che lo studente possa studiare per analogia e comprendere completamente, senza bisogno di parole, restando flessibile e capace di adattarsi.


(Dallo stupendo sito di Sifu He Jinghan, lineaggio di Gong Baotian, "Baguaquan Lessons")

Superare le preoccupazioni



1. Vivete un giorno alla volta

2. Per affrontare i problemi:

a) Chiedetevi: "Che cosa mi può capitare nel peggiore dei casi?"

b) Preparatevi ad accettare che si verifichi la cosa peggiore.

c) Migliorate la situazione partendo dal peggio.

3. Ricordate il prezzo esorbitante in termini di salute che potreste pagare a causa dell'ansia.


(Da: "Dale Carnegie's Golden Book", l'estratto degli insegnamenti di Dale Carnegie, nella foto)

lunedì 2 maggio 2011

Leggero come una piuma



Questa è la sensazione che riconosco in me in questo momento. Arriva dopo mesi di pesantezza e di grigiore. E' stato un periodo complesso, mi sembra di esser dovuto rinascere parecchie volte prima di trovare la strada giusta. Sto ascoltando "Divenire" di Einaudi, e cammino in cerchio sopra il tappeto del mio studio. Pure sensazioni.

Bisogno di leggerezza. Dal dicembre scorso è stata una continua rincorsa contro il tempo e contro la mancanza di tempo, la stanchezza si annida dietro ogni attività. Ma in questi giorni ho scoperto cose nuove, di me e della mia pratica, che vuol dire della mia vita. Tutto è straordinariamente connesso.

La sensazione di leggerezza nasce da questa connessione. Tutto avviene in maniera apparentemente caotica, ed invece ha un progetto preciso, delineato, delicato e raffinato nella sua essenza. Non lo vedevo, ora lo vedo, e mi rassicura. Scorro con la musica, le mie gambe sono più forti e flessibili di anni fa, e il tempo, continuo a ripetere a tutti, è galantuomo, rende giustizia.

Leggero come una piuma: ricordo la scena finale di Forrest Gump, quando la piuma se ne va nell'aria da sola. La grande verità è: stupido è chi lo stupido fa. Non occorre essere laureato per capire le cose per come sono. Ricordo un insegnamento di una maestra di riflessologia: quando avete tempo andate in stazione centrale (era a Milano) e guardate la gente. Nient'altro.

A che serve? Per imparare a cucinare bisogna cucinare. Per imparare a combattere bisogna combattere. Per imparare a guardare bisogna guardare. Oggi mi piace molto guardare, tutto è qua, davanti agli occhi, sono solo i nostri occhi che non vogliono vedere, si inventano storie incredibili per non vedere, preferiscono i loro sogni a ciò che è.

Siamo piume. Ma l'abbiamo dimenticato. Non sediamo in meditazione per diventare Budda, siamo Budda e sediamo per ricordarcelo. Ma adesso non siedo ed cammino, leggero come una piuma. Leggero, leggero, gate, gate, paragate, parasamgate, bodhi, svaha: andato, andato, andato oltre, andato completamente oltre, il risveglio, avvenga!

Che tutti gli esseri possano partecipare di questa leggerezza.

Un abbraccio

Punto di svolta



Il seminario di Pula (30 aprile, primo maggio 2011) è stato sicuramente uno dei più intensi di questi ultimi mesi. Le novità erano molte: il nuovo programma articolato su nove livelli, tre modi e dieci punti, il ripasso di quanto visto in questi tre anni di pratica, quindi il nuovo animale della pratica, il serpente, e infine gli esami di livello.

E' stato molto bello vedere l'impegno di tutti, senza nessuna eccezione. Da ognuno è emerso uno "stile" di pratica, sia fisico che mentale, che comincia a delinearsi e a formarsi, cosa che mi fa molto piacere. Allo stesso modo sono emerse le difficoltà che ognuno incontra, quelle che definisco come "porte" da passare per poter accedere al prossimo livello di pratica.

La crescita in questi tre anni è stata notevole. Se ripenso alle difficoltà di coordinazione, di comprensione, di movimento, oggi siamo ben oltre. La strada è ancora lunga ma se rispettiamo tre regole semplici, ognuno potrà portare a casa grandi soddisfazioni e una solida esperienza.

Primo, l'importanza del gruppo. Baguazhang à almeno 50% (probabilmente 100% come diceva Adriano) pratica a due, sia fisicamente che mentalmente. Senza compagni, senza diversità e senza un riferimento esterno costante non c'è sviluppo. La psicologia del gruppo, con tutti i suoi momenti belli e i suoi momenti difficili, è necessaria per poter crescere.

Secondo, il valore dell'allenamento da soli. Buona parte del programma, quello da solo (cerchio, cambi, palmi, stretching, potenziamento, neigong, waigong, qigong, ecc.) va fatto a casa ogni giorno - o almeno il più spesso possibile. In gruppo si verifica e si confronta, ma soprattutto ci si allena a due. Lavorare da soli permette di crescere di livello, di imparare la tecnica, e insegna a conoscersi e a capire le cose. Buone letture sono altrettanto importanti.

Terzo, lavorare per diventare maestri. Mettersi come obiettivo di praticare bene un'arte non porta molto lontano, l'ambizione e la motivazione devono portarci a puntare in alto. Se pensiamo come dei maestri, sicuramente il risultato della nostra pratica sarà migliore. Prendersi la responsabilità di praticare bene è una scelta coraggiosa e che dimostra buon carattere.

Infine, lo dico con cognizione di causa, il segreto della pratica di gruppo: tolleranza, affetto e reciproco supporto. Con una attitudine gentile e paziente, il gruppo andrà crescendo e rinforzandosi. I tempi non sono facili, e proprio per questo dobbiamo prenderci cura uno dell'altro.

Buona pratica, Pula!