Sono passati circa vent'anni da quando sono stato accolto nel mondo del Taijiquan. Venivo da dodici anni di Shaolin, Tang Lang, Tamtui, Baguazhang, Wing Chung ed armi varie, oltre al Kali e ad altri vari sistemi di Gongfu. Yves Kieffer, amico da allora, mi disse: vai in Francia, tra Le Mans e Tours, a fine luglio, là troverai un gruppo di praticanti di Taijiquan di mentalità aperta. Sono guidati da un certo Serge Dreyer, allievo di un grande maestro cinese. Lui insegna ai cinesi a Taiwan, prova a vedere.
Con la mia tendina e sacco a pelo sono partito, e con il supporto di Yves e la sua benedizione, mi sono ritrovato in quel di Jasnieres, il primo incontro europeo aperto di Taijiquan, dove invece di erigere muri o presentare i gradi e le stellette, ogni insegnante - e ogni allievo - si presenta a mani aperte e con grande umiltà di spirito. Più di una volta ho visto Serge Dreyer spiegare a parole (e quando necessario anche con le mani) che lo spirito di Jasnieres è uno spirito aperto, onesto e senza gradi.
Là ho conosciuto personalità eccellenti: l'elenco sarebbe troppo lungo, ma penso che quasi tutti i grandi della scena europea attuale sono passati di là e hanno regalato moltissimo a chi frequentava i corsi. Penso sempre che certamente ho ricevuto molto di più di quanto ho dato, pur essendo stato sin dal primo incontro invitato come insegnante.
Il mio grande amore, credo non sia un segreto, è il Baguazhang. Il Taijiquan l'ho studiato solo nella forma dei 24 movimenti Yang, nella sue versione originale di Li Tianji, allievo di Sun Lutang, e non nella versione wushu che si insegna oggi (anche se apparentemente sono simili). Ma dal Taijiquan in generale, specie dallo stile Wu, ho suffragato moltissime abilità, conoscenze, comprensione delle logiche interne comuni agli stili del Nei Jia, mi sono confrontato con vari e poderosi Tuishou, e da questa esperienza ho ricavato parte di quello che oggi ho nelle mie braccia e nel mio corpo.
Il Taijiquan è una bellissima esperienza. Codificato da Yang Chenfu per essere diffuso su larga scala, lo stile Yang divenne famoso in tutto il mondo, anche al di fuori della Cina di allora, e i 24 movimenti sono il frutto di una semplificazione e di una riduzione della forma classica 108 Yang, codificata nel 1956 da una commissione a cui partecipava anche la famiglia Yang. Ma nessun membro della famiglia Yang accettò mai di presentare questa forma come "Yang", quasi fosse una creatura spuria dallo stile Yang vero e proprio. E in effetti posso capire.
La persona che accettò di posare per questa forma fu Li Tianji, un grande del suo tempo, maestro di Baguazhang e Xingyiquan. Nella 24 si sente la presenza di questi due sistemi, nonostante si tratti di Taijiquan Yang. Ricordo che agli albori della mia pratica studiai su una tabella del Taijiquan 24 movimenti illustrata da Li Tianji. A quei tempi (anni '70 del secolo scorso) era raro trovare documenti come quello. Non potendo prendere l'originale (perchè non era mio), lo feci fotografare ad un professionista e lo riprodussi. Oggi è a prendere la polvere in garage, ma mi piacerebbe riattaccarlo alla parete prima o poi.
Il Taijiquan, la forma dei 24 movimenti, è un piccolo capolavoro, perchè contiene tutto quanto serve a praticare questo sistema (ovviamente nel suo piccolo). Ma soprattutto rappresenta una porta d'entrata accessibile a chiunque nel mondo delle arti marziali "morbide" e permette di cominciare a capire concetti come corpo unito, radicamento, sei armonie, filo di seta, respiro, armonia, ecc. Inoltre è un ottimo punto di partenza per imparare tecniche semplici ma efficaci sia per le applicazioni che per la difesa personale. Ovvio, ci vuole un po' di malizia e di esperienza per farlo funzionare :-)
Questo è il motivo per cui a settembre terrò il primo incontro di una giornata sulla prima sezione di questo bellissimo sistema, i primi otto movimenti, spiegati nella forma, nella pratica, nelle applicazioni e nella filosofia. Poco tempo fa anche i mie vecchi fedelissimi hanno manifestato il desiderio di rivedere questa forma breve ma essenziale, e penso che sia una delle cose più belle per imparare una forma che davvero possa essere una "meditazione in movimento", per chi vuole bilanciare lo Yang con un po' di Yin.
A presto quindi con il Jian Hua Taijiquan, seminario aperto a chiunque voglia conoscere e conoscersi.