venerdì 2 maggio 2014

Wuji Qigong 無極氣功



Il primo lavoro sul respiro non è legato ad una tecnica, ma alla consapevolezza. Questa fase è una fase precedente al lavoro sul respiro, ma è già legata al respiro perchè lo usa per portare quiete dentro il corpo e la mente. Si chiama Wuji Qigong (il respiro di ciò che non limiti) e consiste nel riportare una persona al suo stato originario, privo di tensioni, grazie ad un profondo processo di fusione di respiro e consapevolezza.

La consapevolezza non è un dato di fatto acquisito una volta per tutte, ma uno stato di coscienza particolare, che permette di espandere la percezione dei sensi e di acuire l'ascolto del nostro stare in quel momento, di andare ad ascoltare il funzionamento dei nostri organi interni e di coordinare il respiro con tutta l'attività degli apparati scheletrico, muscolare, tendineo, circolatorio e respiratorio.

La consapevolezza è il ponte attraverso il quale si comunica con l'interno di noi stessi. Non è cosa di poco conto, perchè l'ascolto fatto con profonda consapevolezza ci porta ad osservare molto da vicino il funzionamento del nostro corpo e della nostra mente, e ci permette di armonizzare le nostre varie parti, da quelli più esterni a quelli più interni. 

La consapevolezza non è razionale e lucida, nè costante. E' la conseguenza dell'aver messo la mente in una posizione di non agire, di non interferire, ma solo di ascoltare. La consapevolezza è uno stato di ascolto intenso, rilassato e profondo, una posizione di accoglimento attivo, che mano a mano porta ad uno stato di introspezione, a guardarsi dentro, senza alcuna intenzione di modificare alcunchè, ma di sola e pura osservazione.

Per arrivare a questo stato dobbiamo passare alcune tappe, o porte, per arrivare a togliere delicatamente ogni strato di tensione o di disturbo o di agitazione per ascoltare il corpo com'è dentro.

Dobbiamo fermare il lavorio ininterrotto della mente, e questo avviene solo quando la mente è occupata da una attività che lo coinvolga completamente. La mente non può pensare a due cose contemporaneamente, quindi possiamo portarla via dai suoi mille pensieri portandola sul respiro. Il respiro va ascoltato con grande attenzione, fino a fare impegnare la mente così tanto dentro di sè da dimenticare tutto il resto. Allora comincia la consapevolezza.

Lo stato del nostro corpo fisico spesso è fuori dal controllo, cioè abbiamo atteggiamenti di tensione involontaria o inconscia, che ci blocca, o ci muove, o ci agita. Il primo obiettivo è di fare in modo che questo cessi, ma senza andare ad attaccare direttamente il sintomo, ma semplicemente tornando costantemente sul respiro e sulle sensazioni interiori che percepiamo e osserviamo.

Quando la mente e il corpo iniziano a stare bene, si rilassano e viviamo dentro il respiro, come se fossimo nuvole nel cielo, a quel punto siamo pronti per cominciare a praticare il Qigong.

Per Alberto.


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