mercoledì 24 febbraio 2016

- 10 giorni a Torino



Fervono gli ultimi preparativi per il seminario di Torino, e Sergio ed io siamo molto contenti di rivedere la città della Mole e i suoi amici. Sarà un incontro nello stile consueto: informale, sudato, rilassato, interattivo e pieno di belle cose da scoprire. A differenza di altri avvenimenti, qua non c'è niente da imitare, copiare, imparare senza capire. Qua c'è solo buon senso, biomeccanica, esperienza condivisa, qualità.

Quando penso ai lunghi percorsi di formazione personale, di autoeducazione, di sofferenza spesso, che ognuno di noi ha compiuto per arrivare qua oggi, e la ricchezza di informazioni che servono a garantire un corpo in forma, sano e protetto, pur nella pratica di arti marziali orientali tradizionali, trovo che sia davvero un valore da proteggere e diffondere. E non c'è bisogno di imitare posture strane, sconnesse, avvitate su se stesse, piegate in modo strano.

Baguazhang è avvolto nelle nebbie di un mistero che non è il suo, merita di essere conosciuto per quello che è, un magnifico sistema di lavoro sul corpo che lo prepara a funzionare come un amplificatore di stimoli, come un tutt'uno solidale, un perno radicato che si muove liberamente e può colpire, avvolgere, rimuovere, spostarsi e spostare senza limiti e quasi senza attrito.

Questo era ciò che distingueva Dong Haiquan da tutti i suoi colleghi del tempo, e che lo fece entrare nella Città Proibita. Lavoreremo su un Baguazhang che trae le sue origini da scuole antecedenti al 1950, che si sono mantenute fuori dalle evoluzioni coreografiche di tanta pratica odierna. Sentire la schiena che respira con il movimento, muovere un braccio senza usare i muscoli del braccio, vedere l'intenzione manifestata sulla punta delle dita di mani e piedi, questa è una nuova consapevolezza.

A chi verrà a lavorare su questi sarò felice di raccontare un Baguazhang diverso.

A sabato!


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