venerdì 15 febbraio 2008

Il Metodo nel Baguazhang 八卦掌学 (1 di 4)













Come diceva un filosofo, "siamo nani sulle spalle di giganti". Quello che riusciamo a vedere e capire oggi lo dobbiamo al lavoro e all'impegno di coloro che ci hanno preceduto (e che hanno avuto il buon gusto di lasciarci traccia del loro cammino).

Questo è vero in tutti i campi della vita, e il Baguazhang non fa eccezioni. Quando riguardo come i maestri di quest'arte hanno costruito con intelligenza e abilità concreta il loro metodo, rimango sempre affascinato dal grande valore del loro lavoro.

Scrive Flavio Daniele nel suo "Il Corpo del Drago" che lo Xin Yi Quan, il progenitore dello Xing Yi Quan, aveva dentro di sè il concetto dell'utilizzo della forza centrifuga e delle torsioni e controtorsioni del corpo, che permettono un utilizzo efficace di attacchi a tutte le altezze e le distanze. E questo ben prima che nascesse il Baguazhang, ma rimanendo nascosto in quanto appannaggio delle comunità musulmane.

Quello che Flavio descrive è corretto ed è noto da molti anni tra i praticanti e i ricercatori di qualità di tutto il mondo. Me ne parlava Yves Kieffer nel 1990, citando esempi illustri nel mondo delle arti marziali cinesi tradizionali (non wushu) e di ricercatori francesi che erano andati in Cina alla ricerca di quella "qualità" speciale che sembrava essere scomparsa nella Cina moderna. L'avevano trovata solo presso alcuni maestri di Yiquan e qualche branca di Baguazhang e di Ziranmen un po' defilata rispetto all'establishment di Beijing.

Ho avuto la fortuna di vedere questa "qualità" all'opera per anni. Ho toccato con mano in molte diverse occasioni quello che certe persone riuscivano a esprimere, spesso in maniera impressionante, con l'uso del loro corpo, dell'energia vitale e della loro intenzione. E sempre mi sfuggiva il nesso tra la loro preparazione, la loro capacità e quello che insegnavano. La didattica è un'arte a sè, non dimentichiamolo.

Questo mi porta oggi a considerare la struttura di un'arte marziale come il risultato di un patchwork, in maniera simile ad un programma per computer. Siamo partiti con strutture semplici, basati su sequenze di zero e uno, e queste rimangono la base di ogni calcolo. Sopra di esse sono nati programmi estremamente complessi, che hanno portato lo Shuttle in orbita.

Come fare a portare lo Shuttle del Baguazhang in orbita per i praticanti che lo desiderano davvero? Provo a dare qui un paio di idee su cui riflettere, e sulle quali mi piacerebbe confrontarmi con i lettori, che invito a scrivere sul soggetto.

1. La struttura, la potenza e la "piccola idea" (Siu Nim!) del Baguazhang si costruiscono con gli Otto Palmi fissi (Ba Da Zhang o Ding Shi Ba Zhang, tra le altre) praticati camminando in cerchio. Il tempo è un fattore chiave, perchè permette di far entrare l'automatismo nella persona, nella sua struttura profonda, un messaggio importante di spontaneità e di naturalezza. Là cadono molte persone perchè non capiscono che "masticare amaro" deve servire a oltrepassare quello stadio, oltre il quale ci aspetta un cambiamento di atteggiamento psicologico, che permette di sviluppare una nuova energia, più libera e consapevole allo stesso tempo, dove il fattore fatica e tempo non contano più tanto.

Inoltre, secondo rischio, ci si aspetta inconsciamente di vedere miracoli solo dalla postura o da questa pratica - perchè costa fatica! - e in realtà non è così. Oppure si dedica pazientemente una vita agli Otto Palmi, e poi si molla tutto perchè avevamo aspettative troppo alte e ci sentiamo traditi. Così come il Zhan Zhuang classico, anche gli Otto Palmi Madre sono "solo" il primo elemento, ma ce ne sono almeno altri cinque (la "ricetta" ovviamente varia da "cuoco" a "cuoco" ;-) prima di arrivare a completare il sistema.

2. Il Grande Cerchio Madre - Da Mu Xing, come alcune scuole chiamano il labirinto senza entrata e senza uscita del cerchio - sviluppa l'agilità e lo spostamento, l'adattabilità e la continuità del movimento, e non è poco. Straordinario strumento di salute e benessere, il movimento del Baguazhang contiene tra gli altri i seguenti principi:
- principio del Filo di Seta (Chan Si Jing)
- principio della penetrazione (Zhuan Zhang)
- principio dell'uso della potenza (Fa Jing)
Sono principi, non ancora sviluppati in tecniche, perchè manca ancora il giusto training (Dan Lian). Ma senza questi principi, o "intenzioni - idee grandi", girare in cerchio finisce per fare un gran bene per le vertigini e la labirintite, per la schiena e le gambe, ma non è adatto al combattimento. Il Cerchio è la base per la Danza del Baguazhang, la famosa Forma del Drago che Nuota o che Si Muove Imprevedibilmente, e che corrisponde al Jian Wu dell'Yiquan, cioè l'espressione libera di abilità in un combattimento immaginario ma reale.

3. Nelle Tecniche Semplici (Dan Lian), o Palmi Dinamici, troviamo la chiave marziale del Baguazhang. E' davvero il punto critico di molti praticanti di Baguazhang, che si rifiutano di praticare tecniche lineari o marziali perchè "non è Bagua". Niente di più sbagliato. Andate a rileggere l'incompleto e frammentario lavoro di Robert Smith sul Baguazhang, e ringraziatelo perchè aveva detto una serie di grandi verità, anche se non proprio "digerite" a suo tempo (un grazie ad Allen Pittman).

Si tratta di applicare concretamente i colpi e di valutarne l'efficacia in base al risultato in un confronto diretto. "Tieni quello che funziona e getta quello che non serve", diceva Bruce, e nessuno lo può fare al nostro posto, ognuno per sè e Dong Haiquan per tutti. L'allenamento prevede prima una fase morbida e lenta per immagazzinare il concetto in modo corretto (ricordate la forma del Taijiquan? Staccate un movimento dall'altro e allenatelo singolarmente per un mese), quindi una fase più rapida e infine uno studio a due, passando dal previsto all'imprevisto.

Il rischio? E' che tutto si riduca all'applicazione delle singole tecniche, perdendo di vista i principi, trasformando tutto in una rissa di forza contro forza. Mancano ancora nel nostro arsenale il principio di continuità, di recupero dell'energia e della non attesa.

Ma questi li vedremo più avanti.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Luigi,
Un pensiero veloce perché sono di fretta: invece di affermare come Bruce Lee "Absorb what is useful and reject what is useless", direi (cito a memoria uno dei fratelli De Thouars)"Tieni quello che funziona e metti da parte ciò che è inutile, perché oggi ti può sembrare inutile, ma può accadere che tra qualche anno lo capirai e ti risulterà utile".
Un caro saluto,
Yves

Anonimo ha detto...

Colto nel segno, caro zio Yves. Grazie per la tua puntuale presenza! A quando un tuo contributo importante sul Nei Jia?
Luigi