domenica 18 gennaio 2009

Il principio e la tecnica

Finalmente ho trovato una spiegazione semplice per un concetto tanto complesso come la pratica del Neijia. La diatriba senza fine tra chi pratica una forma e chi pratica il combattimento sembra non avere fine, ma si tratta semplicemente di miopia, nel migliore dei casi, o di non voler vedere, nel peggiore.

Il dualismo di Yin e Yang ritorna ancora una volta, ma possiamo farne anche a meno. L'importante è capire qui che il principio da solo non porta frutto, come la tecnica senza principio non è completo e non arriverà mai a perfezione.

C'è in verità un terzo elemento, in questa perfetta alternanza di teoria e pratica, che è il Neigong, il rafforzamento del corpo grazie a pratiche coerenti con i principi del combattimento. Ma lascio il piacere ad altri di collocare questa pratica densa di teoria al giusto posto.


La tecnica e i principi rappresentano le due ruote di un carro.

Possiamo fare una distinzione tra lo studio del principio e lo studio della tecnica.
Per studio del principio si intende l'addestramento volto al raggiungimento dello stato supremo, mushin, in cui la mente è lasciata libera e non è catturata da nulla.
Tuttava anche se possiedi una comprensione intuitiva del principio, non riuscirai a muovere adeguatamente il corpo senza praticare anche la tecnica.

In termini di strategia lo studio della tecnica equivale a conoscere perfettamente le cinque posture fondamentali oltre a diversi altri metodi di pratica. La pura e semplice conoscenza della teoria non ti darà la possibilità di mettere in atto le tecniche a tuo piacimento.

D'altra parte uno stile di scherma che incuta terrore non ti servirà a nulla, a meno che tu non abbia acquisito la padronanza dei processi impliciti tramite lo studio dei principi.

La tecnica e il principio sono come le due ruote di un solo carro.

(Da: "Tattiche segrete" di Kazumi Tabata, Ubaldini Roma, 2004, pag. 44)

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