domenica 10 maggio 2009

La Seconda Porta

Qualche tempo fa ho scritto della Prima Porta, quella che dà l'accesso al Neijia, ed era dedicata ad una persona che sta iniziando il percorso del lavoro interno. Si tratta di una porta non fisica, ma di un processo mentale e psicologico che ha solo due possibilità di risoluzione: o si passa dall'altra parte della porta, o la porta resta chiusa per quella persona.

E' un processo profondamente personale, in cui solo la persona può decidere se varcare la soglia o meno, nessuno può convincerlo a farlo se nel suo profondo non lo vuole. Questo lo vedo spesso nei praticanti che incontro nei seminari. C'è chi la porta l'ha varcata, c'è chi non la varcherà mai, pur continuando a praticare.

Molti dichiarano di voler entrare nel mondo del Neijia, ma spesso si fermano proprio al momento in cui basterebbe spingere e la porta si aprirebbe. E' il momento quando, dopo l'entusiasmo iniziale, il sacro fuoco comincia a spegnersi e cominciano i dubbi: non ce la farò mai, è troppo complicato, non sono abbastanza bravo, il mio corpo non si muove bene, gli altri sono bravi ma io no.

E' la Prima Porta, la prima serie di prove che ci costringono all'umiltà ma anche alla tenacia. La grande fortuna è quella di trovare un buon insegnante e dei compagni di allenamento che ti aiutino a passarla, a riconoscerla, a non fermarti proprio lì, dove tutto è pronto per andare avanti. E' una trappola mortale per l'Ego, che reagisce mandando tutto al diavolo.

Se dovessi definire la caratteristica della Prima Porta, la chiamerei: fede nel metodo, fede nel maestro. Grandioso, no? Pochi giorni fa ho scritto di essere liberi, come insegnava Bruce, e oggi dico: fede, fiducia, credere in qualcosa, in maniera non razionale, fare affidamento, credere a quello che ci viene detto. In realtà credere e non credere sono le due parti della stessa moneta, lo Yin e lo Yang di ogni pratica.

Quindi, quando la strada si fa buia e non si vede chiaro, occorre credere in qualcosa, almeno in se stessi, e se non basta in un metodo e/o in un maestro. Poi, col tempo, saremo in grado di giudicare e discernere se la nostra fiducia era ben riposta o meno. 

La Seconda Porta è la porta della Realizzazione. Avendo superato la Porta della Fede, qualche risultato comincia a vedersi. Le gambe sono solide, riusciamo a tenere testa ai momenti di pressione, il corpo comincia a essere più solido, abbandoniamo la forza "bruta" per una forza sensibile, raffinata e sempre in ascolto, cominciamo a capire le angolazioni del corpo e degli arti per essere efficienti, vediamo i colpi che arrivano.

Quali sono le prove della Seconda Porta? L'entusiasmo, come tutte le belle cose, dopo qualche tempo scomparirà, e lascerà spazio alla routine, alla pratica, ad una crescita lenta. Capire con la mente è una cosa, capire con il corpo un'altra, con il cuore arriva dopo altro tempo. Allora occorre rimboccarsi le maniche e capire il valore del masticare amaro, andare avanti, praticare e rinnovare lo spirito, ogni giorno, ogni momento.

Quali altre Porte ci attendono? Lo scopriremo solo praticando. Crescita personale, etica, giusta misura, conoscenza, equilibrio sono tutti elementi di cui si nutre una pratica dalle radici profonde. 

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono come una spugna strizzata e rimessa in acqua,assorbo tutto ciò che posso,ci lavoro,pratico e mi applico,con il cuore e lo spirito,con la mente valuto e scremo, .. lo provo...lo tengo o lo butto? Lo riprovo e ne discuto...Mi piace, allora lo tengo e lo digerisco e ...... si continua..Dal primo giorno di pratica ad oggi tutti gli stati d'animo si sono alternati e continuano a farlo,la consapevolezza di fare ciò che mi piace e la vicinanza di persone splendide insieme all'andare comunque avanti non mi hanno fatto pesare in maniera grave tutti questi passaggi,convinto che l'immobilismo non porta a nessuna crescita ,e che un'esperienza anche se non completamente soddisfacente mi dà comunque qualcosa.Altre porte si presenteranno? Schiuderle con spirito gioioso ed entusiasmo,e quando ci saranno momenti d'impasse un sano ritorno alle origini non può farmi che bene rifugiandomi su ciò che è mio e nessuno mi toglie,per ritrovare il giusto equilibrio e quindi ripartire..Questa è la mia personalissima visione delle cose,frutto delle mie esperienze,dei miei incontri e delle mie riflessioni...sicuramente non si potrà addattare a chiunque ed in ogni situazione,penso però che provare ne valga la pena...un saluto a tutti e tante buone cose .Sergio

Luigi ha detto...

Grazie Sergio. I tuoi commenti sono veri e propri post, che meritano di essere considerati con attenzione. Quando ti ho visto sabato mattina mentre facevi Bagua intorno all'albero, ho commentato con Luca che è una soddisfazione vederti muovere. Ci vediamo mercoledì alle 19, solito posto... :-)