Sono molto felice di rivedere il maestro di Taijiquan Paul Silfverstrale, una persona con cui sono entrato subito in sintonia, sin dal primo momento. Credo nella condivisione di valori a livello istintivo. Ci si incontra e ci si riconosce.
C'è qualcosa del lavoro del contadino, in questa idea del "seminare" (da cui il termine "seminario"): bisogna preparare la terra, innaffiarla, gettare il seme e attendere che cresca. Il seme deve morire per portare frutto, e anche in questo c'è una verità: bisogna morire alle vecchie idee, quelle fisse, per poi rinascere a quelle nuove.
I latini dicevano che nessuno è profeta in patria, e nel mio caso è ancora più vero. Devo andare lontano per raccontare la mia esperienza. Ho cominciato nel 1990 in Francia a Jasnières, e da allora non mi sono più fermato, nonostante qualche pausa. Mi piace insegnare quando c'è voglia di conoscere e di divertirsi, quando c'è animo leggero e aperto, quando porto a casa nuova energia.
In Svezia parlerò della analogia tra Baguazhang e Taijiquan, di poche tecniche che servono a molto, di principi universali e di come usare il corpo in modo nuovo. Un progetto ambizioso, ma sicuramente stimolante e pieno di nuove prospettive per chi pratica magari già da anni.
(Nella foto, sifu Paul Silfverstrale in una tecnica di Lu a Tai Chi Caledonia 2008)
Nessun commento:
Posta un commento