giovedì 31 dicembre 2015

Viatico 2016






Che nessun cammino ti sia troppo duro
Che nessun vento ostacoli il tuo procedere
Che nessun fardello appesantisca il tuo cuore
E fino a quando ci rivedremo
Possa tu essere custodito nella mano di Dio

lunedì 28 dicembre 2015

2016, Scimmia di Fuoco



Il 2015 che si concluderà tra poco è stato un altro anno intenso, potente, pieno di cambiamenti "interni". La crisi economica ha accelerato certi processi che normalmente prendevano decenni. Adesso la vita è veloce, le decisioni vanno prese senza attendere conferme, bisogna andare avanti. 

Bizzoso, incalzante, dispettoso. Ma anche intelligente, scaltro, furbo e orientato al risultato. Il 2015 è stato un ottimo annuncio del nuovo anno che arriverà il 9 febbraio, l'anno della Scimmia di Fuoco.

Attendiamo con fiducia, ma anche con attenzione, questo nuovo anno. Intanto facciamo una lista dei propositi che vogliamo realizzare nel prossimi dodici mesi e cerchiamo che siano coerenti, belli e desiderabili. Come disse il maestro a Terzani: vivi una vita che ti rappresenti.




domenica 27 dicembre 2015

Tempus fugit



Dentro ogni persona che invecchia c'è una persona più giovane che si domanda: com'è potuto succedere?

Auguri a tutti voi

Luigi

sabato 26 dicembre 2015

Omaggio all'inverno


Zazen



L'uccello non canta in onore della persona in zazen.
Il fiore non fiorisce per stupire la persona con la sua bellezza. 
Nello stesso modo, la persona non siede in zazen per raggiungere il satori. 
Ogni singolo essere semplicemente realizza se stesso, attraverso se stesso, per se stesso.
(Kodo Sawaki)

domenica 20 dicembre 2015

Buon Natale 2015 e un sereno 2016




Quest'anno sento molto il Natale, la felicità nascosta nel ritorno della luce.

Mi piacerebbe poter abbracciare tutte le persone con le quali ho diviso la mia vita fino ad oggi, ma per motivi fisici non posso farlo.

Per questo dico grazie, grazie, grazie a tutti voi e vi auguro che la vita vi porti gioia, benedizioni, felicità e la capacità di vederle nella vita di ogni giorno.

Un grande abbraccio

Luigi

Lo spirito degli Antenati







Lo spirito degli Antenati si scopre quando, per amore o per forza, siamo costretti a lasciare andare gli attaccamenti alle cose e alle persone, perchè per qualche motivo vengono a mancare, e si comincia a vedere la vita per quello che è: un nudo arrivare e partire. Come diceva Shunryu Suzuki, il maestro delle cose semplici: "la vita è come salire su una barca che sta per uscire in mare aperto e affondare". Grande prospettiva, a prima vista, no?

Quando abbiamo già passato la fase del Guerriero, già nella fase del Medico ci rendiamo conto che c'è un valore nel guarire, aggiustare, condividere, accettare. Non è obbligatorio diventare un altro, ma di certo aiuta ad alleggerire lo spirito guerriero, a dare aria e luce dentro di noi. Quando si mette al mondo una creatura (figli, ma non solo) in qualche modo ci rendiamo istintivamente conto di questo passaggio dalla furia dell'energia distruttiva a quella forza profonda di riconciliazione che serve.

Nella ultima fase, quella del Monaco, arriviamo a comprendere qualcosa di più ancora. E' il grande regalo della Vita, in cui capiamo quello che la vita ci voleva dire fin dall'inizio, ma noi non avevamo tempo per quello :-) La vita è davvero arrivare e partire, e in mezzo c'è di tutto. Ma che grande bellezza in tutto questo. Una bellezza interiore, profonda. Se togliamo la Paura di mezzo, scopriamo che l'incertezza, il cambiamento e la felicità sono profondamente uniti insieme. Nel mazzo di rose le spine sono lì, ma basta fare attenzione, e non dimenticarsi di apprezzare le rose e goderne il profumo.

Ieri mattina lo spirito degli Antenati si è manifestato nella cerimonia del Baishi, della trasmissione. La cerimonia è breve, un'oretta scarsa, in realtà poca cosa in sè, ma lo spirito della trasmissione ha una forza interiore sua che ha la capacità di saltare le barriere fisiche e di portarci verso dimensioni "trascendentali". In Occidente sono dimensioni quasi negate e attribuite solo alla religione, in Oriente ognuno di noi è legato al trascendente da prima della nascita fisica. E' un Rito, e i riti sappiamo che hanno una grande forza, perchè mettono in contatto, attraverso la forma e il contenuto, la persona con una realtà più grande, per potervi attingere una forza nuova.

L'alchimia segreta della cerimonia funziona però solo ad una condizione: che ci sia onestà, rispetto, umiltà, tutte le virtù morali che vengono riprese nel Wude ad esempio. La cerimonia non ha un solo valore, marziale o spirituale, morale o fisico: è tutt'uno, porta al di là. Per questo di parla di Men Ren. Le due parti, maestro e discepolo, si affidano agli Antenati, che intervengono per dare valore e significato non solo alla cerimonia ma al cuore delle persone. Se la cerimonia è stata vissuta bene, il giorno dopo ci si sveglia come persone nuove. Uguali a prima, ma con una sensazione diversa, una nuova percezione: che non siamo soli nel nostro cammino.

Senso di appartenenza, di non essere da soli nella nostra strada, di avere fratelli e sorelle dovunque, maestri e zii, basta riconoscerli, superare la barriera concettuale e culturale, e andare a conoscere la realtà in un processo "da cuore a cuore", o come si dice nella tradizione cinese, avere una "trasmissione orale" con il proprio maestro. In questo senso il Baishi, vissuto pienamente, non come un'inutile ricerca di un pezzo di carta per gonfiare l'ego, porta al di là, apre porte che non credevamo esserci, e ci preparano alla vera trasmissione (Zhen Chuan).

Il calore che si percepisce nella pratica da questo momento in poi è diverso, più completo. Parlo per esperienza personale, sulla base del mio vissuto. La cosa spettacolare è la capacità, nel nostro cammino umano quotidiano, di riconoscere coloro che hanno fatto lo stesso passaggio della Porta. Dopo l'apertura, la percezione si affina e diventa più chiara. Nella strada incontri altre persone, di altre discendenze, di altre esperienze, di altre arti, che però condividono con te questo passaggio. Una volta passata la Porta, siamo tutti persone nuove, siamo in grado di riconoscere e di connetterci alle fonti della nostra forza interiore direttamente.

Questa è la mia visione del Baishi e dello spirito degli Antenati, che ieri sono stati trasmessi.


venerdì 18 dicembre 2015

Corso triennale Istruttori Baguazhang 2016-2018



Avrà inizio in primavera 2016 il terzo Corso Instruttori Baguazhang triennale (2016-2018) della scuola Ziran Baguazhang sul Baguazhang dello stile del grande maestro Sun Lutang. Il corso si terrà a Caldogno (Vicenza) nel corso di 8 incontri annuali di una giornata (sabato o domenica) più 1 giornata di esame finale di livello.

Ad ogni incontro verranno rivisti i materiali dell'incontro precedente, apportate le correzioni, e presentato il nuovo materiale. Ad ogni partecipante verrà rilasciato materiale video per la pratica a casa. Il corso prevede, a seguito dell'incontro formativo, una pratica approfondita del materiale appreso nell'arco di un mese. La verifica all'inizio della lezione successiva determinerà la velocità di avanzamento dell'insegnamento. A fine anno verrà consegnato un attestato di livello, e al termine dei 3 anni un attestato di istruttore di Baguazhang.


Il corso toccherà tutti gli aspetti del Baguazhang come filosofia di vita, come teoria degli Otto Trigrammi, come metodo di salute, di potenziamento psico-fisico, come arte marziale e difesa personale. All'interno del lavoro specifico ci saranno riferimenti alle connessioni con le arti associate del Taijiquan, Xingyiquan e Yiquan.


Gli insegnamenti sono il compendio di una esperienza di pratica di oltre 30 anni, maturata come studente e come insegnante in Italia e all'estero, priva di fronzoli e no-nonsense, mirata allo sviluppo psicofisico e all'efficacia marziale. Attraverso una serie di strumenti e di esercizi, frutto della ricerca di generazioni di insegnanti, il praticante viene portato progressivamente a saper gestire il corpo come un'unica unità .

Il corso si rivolge a chi sopporta sudore e stanchezza, sa mettere impegno e passione, ha coraggio e dedizione. La richiesta di iscrizione al corso triennale sarà vagliata dall'insegnante previo un incontro di presentazione dell'allievo. L'insegnante si riserva l'accettazione o meno dell'allievo. La prospettiva è di entrare a far parte di una famiglia di arti marziali nel senso tradizionale. E' previsto il passaggio di livello con cerimonia di Baishi all'interno del corso, se le condizioni saranno favorevoli.

Il corso istruttori segue dettagliatamente la filosofia, i principi e le istruzioni dettagliate indicate nel classico "Baguaquanxue" di Sun Luntang, ne approfondisce il significato e ne sviluppa i potenziali. Non vengono approfonditi gli utilizzi delle armi (si studiano a parte successivamente) nel corso triennale, ma vengono utilizzati bastone, mezzelune, spada e sciabola, oltre a caschetti, guantoni e corpetti, per comprendere le dinamiche di movimento del corpo in applicazione.


A titolo indicativo, il materiale dei tre anni di corso istruttori si riassume nei seguenti moduli:


1° anno
Da Mu Xing, camminare in cerchio
Ba Da Zhang, otto palmi principali
Dan/Shuan Huan Zhang, cambi di passo e palmo e applicazioni
Jibengong, tecniche di preparazione, scioglimento e potenziamento
Jintui Kaihe Huobu, lavoro in movimento in apertura e chiusura
Rushou, lavoro a coppie a una e due mani


2° anno
Ba Xing Zhang, otto animali
Baba Liushisi Zhang, sessantaquattro palmi
Ba Shou, otto mani
San Xing Bu, gambe dei tre animali
Lianhuanzhang, forma continua
Bagua Tuishou, mani che spingono del Bagua


3° anno
Jiu Gong, nove palazzi
Fengyan Rande, strategie di combattimento
Bagua Duilian, sparring a due 
Neigong, lavoro interno
Youshenzhang, forma libera
Sanshou, dispersione delle mani


Ogni modulo contiene un insieme di materiali che permette di passare progressivamente dal lavoro individuale allo sparring a due, a più persone e al combattimento. Essendo un percorso interno, la progressione sarà commisurata alla capacità della persona di ristrutturarsi e di cambiare atteggiamenti fisici e mentali. 

L'insegnante, Luigi Zanini, sarà coadiuvato dal maestro Sergio Fanton e da altri istruttori della scuola. I corsi si tengono all'aperto secondo la tradizione. Per maggiori dettagli, scrivere all'indirizzo indicato nel blog: zhaleijie@gmail.com.

mercoledì 16 dicembre 2015

Cos'è il Baishi



BAISHI

L’ideogramma che indica “Bai” raffigura due mani unite tenute basse. Questo è l’atteggiamento tenuto dai cinesi quando mostrano rispetto o riverenza agli dei o ad una persona di status superiore come un insegnante; per estensione può designare l’eccellenza. Sappiamo che in cantonese “Sifu” è il termine formale con cui ci si rivolge ad un insegnante di arti marziali cinesi (così come ad un praticante esperto in qualunque disciplina). Il termine in mandarino è “Shi Fu”. L’ideogramma “Shi” è uno schizzo di una (la prima) bandiera che fu posta nella capitale e per estensione indicò quello che sta sopra gli altri e quindi il capo in comando, il maestro, etc.

Ci sono due ideogrammi diversi che possono essere usati per indicare “Fu” nel contesto di “Shi Fu”/”Sifu”. Il primo significa: “uno che agisce o decide”, cioè un insegnante o istruttore. Il secondo ideogramma che rende “Fu” significa “padre” ed è composto da una mano e un bastone o un’ascia - il padre era considerato il capo e l’educatore della propria famiglia.

Un altro termine usato per dire “insegnante” è “Lao Shi”, che letteralmente significa “Maestro Anziano” - nella società tradizionale cinese gli anziani erano riveriti per la loro esperienza e sapienza. Comunque questo termine viene usato più spesso per riferirsi ad un insegnante di calligrafia o di pittura, piuttosto che ad un insegnante di arti marziali.

A partire dalla Rivoluzione, il governo cinese, nel suo attacco al “feudalismo” disincentivò l’uso di questi termini, favorendo invece il termine “Jiao Lian” che indica l’allenatore o l’istruttore. Perché questa avversione? Perché la maggior parte dei praticanti di arti marziali in occidente non conosce nulla di “Bai Shi”? Perché non è più ampiamente praticato? Qual è il suo fine? È ancora importante nella società moderna?

Consideriamo il contesto culturale in cui si sviluppò “Bai Shi”. Innanzitutto, ogni società, prima o dopo, si struttura in modo gerarchico; con l’influenza del confucianesimo e con la sua concezione della pietà filiale - cioè il rispetto dei propri superiori (per età, grado, parentela, etc.), la società cinese si dimostrò particolarmente propensa ad accogliere questo aspetto.
In secondo luogo c’è la relazione lunga, e a volte non semplice, che le arti marziali cinesi hanno intrattenuto con la religione e la filosofia cinesi; ciò ha condotto all’adozione di particolari elementi rituali, di meditazione e filosofici nella pratica delle arti marziali. L’uso dell’ideogramma “Bai” lo evidenzia.

Quindi cos’è “Bai Shi”? Nel contesto delle arti marziali cinesi è la cerimonia rituale guidata da un maestro in cui uno o più studenti “attraversano la porta” e divengono discepoli. Dopo che le condizioni di “Bai Shi” sono state lette o spiegate agli studenti, questi le accettano e la cerimonia inizia.

Normalmente questa dovrebbe tenersi nella casa o nello studio del maestro dove dovrebbe esserci un ritratto del fondatore dello stile. Di solito, ma non sempre, viene pagata una somma dai nuovi discepoli, tradizionalmente in un sacchetto rosso perché il rosso è un colore di buon auspicio e perché  è ritenuto sconveniente mostrare apertamente il denaro.

Quindi il maestro mette un’offerta di frutta di fronte all’immagine del fondatore, accende un determinato numero rituale di bastoncini d’incenso che dà allo studente, questi s’inginocchia davanti al ritratto del fondatore dello stile e pratica il “Koutou” (letteralmente “batte la testa”) tre volte per mostrare il proprio rispetto alla memoria del fondatore.
Lo studente quindi si rivolge verso il maestro e di nuovo pratica il “Koutou”. L’incenso viene poi messo in un incensiere di fronte all’immagine del fondatore. La cerimonia è finita; lo studente ha “attraversato la porta”.

Quali sono innanzitutto le implicazioni della cerimonia? Lo studente, sottoponendosi al “Bai Shi” si è impegnato verso la scuola, verso il fondatore dello stile, verso i suoi fratelli e le sue sorelle di gong fu così come verso il suo maestro. Il maestro riconosce l’impegno concedendo allo studente di “attraversare la porta” e a sua volta s’impegna a dare allo studente la completa trasmissione dell’arte e quindi a cominciare a dargli lezioni a porte chiuse così come quelle del “Nei Kung”.
Ora ci si può riferire allo studente chiamandolo “Men Ren”, letteralmente “persona che ha varcato la soglia" e d’ora in poi non sarà più un semplice studente.

Questa tipologia di iniziazione rituale si riflette sulle società segrete cinesi e sugli ordini religiosi Buddisti e Taoisti. In tutte queste realtà la cerimonia con cui avveniva l’iniziazione era solo il primo passo in un lungo processo di trasmissione degli insegnamenti più segreti ad un discepolo - un processo che avrebbe potuto richiedere decenni.

Questo processo era studiato per creare un gruppo di fratelli (sorelle nel caso dei conventi) che potevano riconoscersi reciprocamente per esempio da speciali linguaggi convenzionali o dalla conoscenza di determinate tecniche particolari.

Come può, uno studente, meritare la scelta del maestro per il “Bai Shi”? Tradizionalmente doveva essere ospite dal maestro per tre anni, quindi il maestro doveva essere suo ospite per altri tre. Dopo i sei anni, se lo studente aveva mostrato sincerità e impegno, sarebbe stato accettato. Naturalmente questo significava che, se queste regole venivano applicate rigidamente, molti studenti non erano accettati al “Bai Shi”. E questo è certamente vero.

Oggi molti studenti si vantano di aver studiato con un maestro, o addirittura di essere studenti che “hanno attraversato la porta” quando al massimo lo conoscono superficialmente. Spesso maestri di uno stile si allenano anche con maestri di altri stili ma non li riconoscono come loro maestri.
Altri maestri, specialmente quando diventano anziani, hanno studenti che hanno fatto il “Bai Shi” con loro, ma che poi non istruiscono personalmente, lasciando l’impegno a studenti più avanzati. Così molti che, di fatto, hanno studiato Nei Kung o hanno fatto altri allenamenti “a porte chiuse” dopo il “Bai Shi” non li hanno ricevuti di prima mano da un maestro.

Solo quest'anno, in un viaggio in Cina di recente, ho avuto la sensazione di come dovesse essere allenare il Tai Chi prima che Yang Luchang portasse l'arte a Pechino. Nel 1984 ho visitato le montagne Wudang dove Chang aveva vissuto per alcuni anni, ma seguendo le letture delle ricerche affascinanti nel Tai Chi Chuan scritte da Ma You Ching, basate sul lavoro ed esperienze del tardo, grande storico delle arti marziali cinesi Wu Tunan, sono arrivato a Bao Ji e il villaggio della famiglia Chen.

Bao Ji è nella provincia dello Shaanxi circa 5 ore di treno dall'antica capitale Xian. Chang San-feng ha vissuto qui nel tempio taoista del Padiglione d'Oro. Qui Wang Zhong-yue imparò l'arte. E' interessante vedere che l'arte era realmente insegnata "a porte chiuse" cioè all'interno di una comunità religiosa e questo spiega bene il perchè di una cerimonia rituale e l'uso di bastoncini di incenso.
Nel villaggio della famiglia Chen ho visitato la casa dove Yang Lu-chan studiò con Chen Chang-xing. Oggi è diventato un museo con i soldi di Taiwan. Restando fuori dalle grandi porte di legno e dalle alte mura che circondano la casa non si vede nulla di ciò che avviene dentro e credo che l'allenamento avvenisse qui piuttosto che in altri posti all'aperto , in modo che i praticanti del metodo Pao Chui della famiglia Chen non vedessero l'allenamento del Tai Chi.

Storicamente sembra che il training del Tai Chi avvenisse solo in piccoli gruppi in modo che insegnante e studenti si conoscessero bene e intimamente. La regola di attendere 6 anni prima di cominciare a studiare "attraversando la porta" sembra quindi essere piuttosto recente. E' una regola che il mio insegnante si rifiutò di seguire.

Al tempo era ventenne, insegnava Tai Chi Chuan di mestiere a Hong Kong con molti famosi maestri delle famiglie Yang e Wu. La gente veniva da lui per due ragioni - perchè insegnava l'arte in maniera pratica e perchè potevano imparare rapidamente.

Sfortunatamente questo portò una delegazione di maestri più anziani a percorrere la strada fino alla sua porta e a dirgli di smetterla. Accettò di smettere, solo se avessero accettato di prendere su di loro il mantenimento della sua famiglia. Naturalmente rifiutarono.

Abbiamo parlato in dettaglio di chi può ricevere il Bai Shi, ma non di chi lo può dare. Normalmente solo quando un maestro ha dato il permesso formale, allora un allievo può dare il Baishi. Purtroppo ci sono molti liberi battitori nel mondo del Tai Chi che vogliono essere visti come grandi maestri, ma che mancano in conoscenza e abilità.

Nel Tai Chi Chuan, nel Baishi, nella vita vale la stessa regola: caveat emptor.

Dan Docherty, UK

Praga Wudang Tai Chi Seminar



Venerdì 11 dicembre sono partito per andare a raggiungere il gruppo della scuola Wudang Tai Chi Chuan svedese di sifu Paul Silfverstrale in trasferta a Praga da Sifu Petr Svarc. Ci eravamo promessi questa estate sul lago di Omberg in Svezia di rivederci a dicembre, e sono felice che siamo riusciti a mantenere la promessa.

Il gruppo era quello di Omberg: Paul, Saar, Rune dalla Danimarca, Karl, Hanna, Petr, Honza, Ludjek, e insieme a loro tanti altri amici, dalla Finlandia e dalla Cechia, con i quali abbiamo sudato e incrociato le braccia. Special Guest il nostro mitico Mark To, fratello di Paul nella pratica, che con la sua esperienza e la sua imprevedibilità ha allietato le serate.

Abbiamo avuto modo di socializzare molto, nel caso ce ne fosse stato bisogno, in casa di Petr e poi nei vari ristoranti e bar di classe che abbiamo scoperto a Praga. Abbiamo lavorato e sudato alla bisogna senza risparmiarci, con e senza armi, cone e senza guantoni, proiezioni, strategia, potenziamento interno e forma.

Siamo usciti tutti con quel sapore sulle labbra che ci dice che abbiamo spinto fino al limite e qualcosa oltre, ma nel modo giusto, uscendo dalla zona di comfort ma in sicurezza e con lo scopo di vedere oltre. Una grane opportunità di crescita personale, e di lavorare con un eccellente gruppo di Tai Chi Chuan.

Grazie a Sifu Silfverstrale, che presto verrà in Italia per un seminario a Torino.
Un abbraccio e un grazie ai miei colleghi e amici, ne è valsa la pena!







martedì 15 dicembre 2015

1st European Baguazhang Forum


Il 2016 parte con il piede giusto. Il prossimo anno dall'8 al 15 luglio il Baguazhang sarà protagonista a Tai Chi Caledonia con un team di otto insegnanti di varie discendenze di Baguazhang per il primo forum europeo. E' un'idea nuova, vivace, che finalmente rende giustizia a questa bellissima arte. E' dal 1996 che da solo andavo a presentare cerchi e cambi in Caledonia, in Francia, in Svizzera, in Germania, e devo dire che questa "solitudine dei numeri primi" mi ha fatto bene.

Ho imparato a guardare le arti marziali in maniera trasversale, a seconda della loro efficacia, della meccanica intrinseca, del movimento corporeo, dell'applicabilità e della ergonomia nel movimento. Ho imparato a distinguere la bellezza come scopo del movimento dalla bellezza come prodotto collaterale, quasi involontario del movimento. Ho capito quanto l'intenzione sia importante, insieme alla forza fisica, alla strategia del combattere insieme al rilassamento profondo.

Insomma, essere da soli a proporre e a comprendere è almeno metà, la più difficile ma anche più affascinante, del lavoro di ogni buon praticante/insegnante. Negli anni, tra momenti di euforia e di tristezza, dove a volte pareva di aver compreso molto, e subito dopo ti accorgi che non hai capito niente, la tortuosa strada della consapevolezza si è fatta meno ripida e ho cominciato a respirare.

Poi arriva il fattore umano. Conosci persone straordinarie, in realtà assolutamente normali, ma oneste intellettualmente e umanamente mature. Con loro si stabilisce un rapporto di amicizia, a volte duraturo, a volte di passaggio, e da questi incontri nasce la densità, la solidità, la capacità di andare avanti, di evolversi, di crescere dentro in maniera solida.

Ho sempre ringraziato l'enorme numero di persone, maestri a allievi, che ho incrociato sulla mia strada, e sono convinto che l'attitudine aperta, il sorriso, l'umiltà di chiedere e dare insieme, di dare prima di chiedere, e anzi di non chiedere quasi più, se non dentro la propria anima, mi ha permesso di vedersi aprire porte che altrimenti sarebbero rimaste chiuse.

Gongfu è crescita abile e consapevole. Sono attorniato da splendide persone, e sono felice di poter condividere con loro questa nuova avventura, di andare a portare otto modi di lavorare nel Baguazhang a persone che fino a ieri hanno visto solo alcune cose. E per gli otto insegnanti è un momento importante: aprirsi, confrontarsi, uscire dalla provincia, dagli schemi mentali pregressi e conoscere, confrontarsi, condividere.

Non sono un ingenuo. L'arte marziale è un mondo interiore pieno di angoli bui, dove l'attacco e la difesa sono sempre in gioco. Ma quando si è forti dentro e fuori, si riesce ad abbassare le difese e a condividere il proprio spirito e le proprie convinzioni, e si aprono cammini nuovi, esperienze nuove, nuovi progetti. Grazie a Paolo Chilelli e ai nuovi compagni di viaggio, che si stanno lanciando in una nuova dimensione. Che sia una nuova partenza, un modo nuovo di intendere la pratica e la vita.

Lo scopo finale è quello di spiegare le ali e muovere verso nuovi voli.

Buone Feste


giovedì 10 dicembre 2015

Praha 2015



Ebbene sì, pronti alla partenza. Si va a Praha, capitale della repubblica Ceca, dove il maestro Petr Svarc ha invitato il maestro Paul Silfverstrale per un seminario di Taijiquan stile Wudang (Wu). E come ci eravamo ripromessi ad agosto durante il camp in Svezia, eccoci a fare i bagagli per questa nuova esperienza in est Europa che si preannuncia tutta guantoni e no-frills, come dicono gli anglofoni.

In questi giorni regna un po' di nebbia in Val Padana, ma non ci facciamo spaventare. A Praha ci aspettano amici pronti a condividere il loro tempo, il sudore, i pugni e la sofferenza, ma con un grande spirito di condivisione e di amicizia. E allora metto i guantoni nella borsa, qualche maglia e si parte domattina prima dell'alba per la Cechia.


martedì 8 dicembre 2015

Estate 2015



Questa estate è stata una estate intensa, ricca e potente a livello marziale. Ma non ne ho portato memoria per la velocità della mia vita in quel momento. Adesso le nebbie dell'inverno mi accompagnano e mi cullano, e quindi posso scrivere qualcosa.


Seminario di Omberg (Svezia) dal 4 al 9 agosto sulle rive di un bellissimo lago, cinque giorni a studiare Taijiquan stile Wu (Wudang) con uno dei grandi maestri europei: Paul Silfverstrale. Cinque giorni intensi di vita in tenda senza luce o gas, lavarsi nel lago e lunghe chiacchierate la sera intorno al fuoco con buon whiski e ron di mano in mano. Ho conosciuto nuovi amici, tra cui Petr Svarc di Praga, maestro di Taijiquan, con il quale ci siamo lasciati ad agosto con la promessa di rivederci a dicembre a Praga. E così sarà.


18-19 luglio: Tai Chi Caledonia ha festeggiato il suo ventesimo anniversario, e per il galà del sabato sera ho deciso che dovevo andare su a tutti i costi. E così è stato. Arrivato il venerdì, sabato insegnato e la sera grande dimostrazione di arti marziali. Non dimenticherò mai il prima, con tutti i colleghi e amici di tutto il mondo a scaldarci dietro le quinte, e il dopo a fish&chips sotto la pioggia, ma col cuore caldo e felice. Nella foto il team Logfei inglese ed io immortalati dalla maestra Li Faye Yp ancora carichi dal palcoscenico. Molti mi hanno fermato per ringraziarmi degli insegnamenti, marziali e umani, condivisi in questi anni. Per me è stata una grande gioia rivederli e riabbracciarli.


1-5 luglio: altra splendida esperienza il campus Cheng Ming Europe sugli appennini forlivesi a inizio luglio, guidato dal maestro Paolo Magagnato, un grande esperto di Neijia, e tutto il team Cheng Ming, davvero una famiglia per me. Armi, Taiji, Xingyi, Bagua, Neigong, Qigong, Yiquan, davvero un mondo straordinario di lavoro e di preparazione fisico-psichica che di rado si trovano così ben armonizzate in una esperienza. Un grande grazie a tutti, si cresce sempre dopo questi incontri.


Ancora il 25 aprile 2015 abbiamo rincontrato il grande maestro Wang Fulai in splendida forma e pronto a prepararci nello Xingyiquan e a correggere con grande calma e efficacia il nostro Taijiquan. Una memorabile dimostrazione di Baguazhang di alto livello ha concluso la due giorni di una rara intensità. Due giorni come sempre pieni di cose da imparare e da memorizzare, ma soprattutto da capire con il corpo e con il cuore. Master Wang ha un grande carisma e ci ha portato persino la voglia di allenarci anche nei momenti di riposo.




Infine, questa estate ha portato a completamento il secondo anno dei miei allievi istruttori, che piano piano stanno completando il programma, ma che soprattutto stanno facendo il loro lavoro di trasformazione alchemica interna con costanza e buona volontà. Il tempo darà loro ragione, e per sostenere il loro cammino, a breve saranno portati alla porta per diventare Menren, a dicembre. Sono i primi, ma non saranno gli ultimi Tudi di questa scuola, perchè altri stanno già percorrendo il cammino e la famiglia si allarga.



Una estate unica, davvero. e per questo, anche se con ritardo, volevo postare questo ricordo!

domenica 6 dicembre 2015

Un regalo di Nikola Tesla



Chi pratica con costanza rischia di cadere nell'abitudine e nella routine. Vedere una stessa pratica, un esercizio, una routine come già nota, non esplorare altre possibilità di movimento solo perchè non ce l'hanno mai detto, e quindi entrare in un loop di reazioni automatiche è molto facile. La mente è pigra e tende a limitare gli sforzi. Questo però limita le possibilità di capire quante altre possibilità contiene quel movimento, quel principio, quel movimento e di fatto ci rende limitati. La vita, come il combattere, non conosce limiti, e ci chiede spesso di riadattare tutto, di cambiare.

Il Baguazhang è composto di otto pezzetti di movimento, combinati prima in ordine (Badazhang), poi in concatenazione (Lianhuanzhang), e poi in modo libero (Youshenzhang). Lo Xingyiquan ha cinque pugni, dodici espressioni animali dei cinque elementi, e pratica libera su tre modalità: Ming Jing, An Jing e Hua Jing. Lo Yiquan costruisce la struttura (Zhan Zhuang), il movimento (Shili - Mocabu) e l'emissione (Fali-Tuishou). Il Taijiquan ha cinque posizioni, otto porte e pratica la forma normale, la forma allo specchio e la forma rovescia.

Esplorare, esplorare, esplorare. Andare oltre ogni limite, anche mentale. Buttarsi per terra e capire come funziona quel principio a schiena in giù e a schiena in su, su una gamba sola, sulle punte dei piedi, volando. Mettersi in Mabu e studiare il senso delle connessioni, cosa si connette con cosa. Tirare pugni a vuoto lasciandoli nascere da sotto, cercando di sentire il corpo e le gambe. Spostarsi come una farfalla quando pesiamo 80 o 90 chili, respirare e non smettere di respirare mai, pungere come vespe impazzite e pure mantenere il controllo. Lasciare la testa libera e sentire la pesantezza delle gambe. Respirare, vivere, sentirsi pieni, sentire il centro della pancia che si muove da solo e vibra come un serpente lungo la spina dorsale.

Natale è il solstizio d'inverno. L'uomo antico, quello su cui si è sviluppato il cervello che noi oggi usiamo in modo così differenziato e brillante, a quel tempo registrava inconsciamente il lento riallungarsi delle giornate, il ritorno della luce dal buio, il ritorno del caldo dal freddo. Gesù Bambino è la Speranza che torna a brillare nei nostri cuori, ma è non solo fede, è fisica e chimica emotiva.

Allora prendete tutto questo, mettetelo dentro un frullatore, agitatelo bene come farebbe un barman acrobatico, aggiungete voi stessi e i vostri desideri per il 2016 e versate con ghiaccio.

Nicola Tesla, un inventore che poteva cambiare il mondo, ma non ha potuto farlo, ha comunque lasciato un segno importante. La sua frase ha il potere di spaccare catene di pregiudizi e di aprire gli occhi e lo spirito a chi le sa leggere. Ve le metto qua di seguito, e sono certo che - come sempre - qualcuno avrà un'epifania, un satori, una piccola illuminazione.

Questo è il mio piccolo regalo per la vostra pratica del 2016. Un abbraccio.

"Se vuoi capire i segreti dell'universo, 
pensa in termini di: 
energia, 
frequenza 
e vibrazione".
(Nikola Tesla) 

sabato 5 dicembre 2015

10 frasi per il 2016



Sulla pigrizia:
1. La conoscenza non è sufficiente, dobbiamo applicarla. La volontà non è abbastanza, dobbiamo agire.
(J. W. Goethe)

Sulla efficacia:
2. Il venti per cento delle cause produce l'ottanta per cento degli effetti.
(V. Pareto)

Sulla determinazione:
3. Contro la stupidità gli Dei stessi lottano invano.
(F. Schiller)

Sulla necessità di lavorare a due:
4. Conoscere se stessi è studiarsi mentre si agisce con l'altro.
(B. Lee)

Sulla flessibilità:
5. Se non ti aspetti l'inaspettato, non scoprirai la verità.
(Eraclito - G. Zanini)

Sulla apertura mentale:
6. Mi alleno in tutte le arti marziali possibili. Studio costantemente in ogni momento. Quando smetti di essere uno studente, smetti di crescere. 
(D. Inosanto)

Sulla crescita personale:
7. La gente dice che camminare sull'acqua è un miracolo, ma penso che camminare in pace su questa terra è il vero miracolo.
(Thich Nhath Hahn)

Sui segreti delle arti marziali:
8. Non esistono segreti, non esistono informazioni chiave che se rivelate donano immediatamente illuminazione ed esperienza. Se non si fanno progressi, non se ne può fare una colpa all’insegnante, perché nessun insegnante può trasferire la propria consapevolezza.
(Jou Tsung Hwa)

Sulla vera stoffa di un maestro:
9. Per giocare la lunga partita (Tai Chi Chuan) con successo, devi avere una costituzione di ferro, essere capace di dormire dovunque, di mangiare qualsiasi cosa e di essere sempre pronto. Pronto per i problemi e per cambiare. Più di qualsiasi altra cosa, la sopravvivenza è la chiave per il successo. 
(D. Docherty)

Sul cambiamento:
10. La più grande scoperta di ogni generazione è che l'essere umano può cambiare la sua vita se riesce a cambiare la sua attitudine.
(W. James)

venerdì 4 dicembre 2015

Metodo o Via?



Ci sono due tendenze di massima, nella pratica dele arti marziali: o diventare un'arte, di qualunque genere, con poco di marziale, o trasformarsi un sistema di combattimento, avendo perso ogni senso dell'arte.

Il Metodo o Sistema di combattimento non si preoccupa di null'altro che dell'efficacia e del risultato a breve. Occorre essere pragmatici, rapidi, immediati e definitivi. Sull'altare dell'efficacia estrema, da guerra, si sacrifica la salute, l'equilibrio, il rapporto, il dialogo, la crescita. Non a caso spesso chi pratica senza arte finisce in uno stato di squilibrio, sempre sbilanciato verso la reazione immediata. Il mondo diventa bianco e nero, senza sfumature. C'è una furia sempre più cieca che porta verso una sola direzione, e anche la mente si restringe, si fossilizza in una sola direzione.

L'Arte Marziale è una Via, che si preoccupa dell'efficacia e del risultato in relazione al medio e lungo termine. Inclusi nel "pacchetto" ci sono il mantenimento della salute, lo sviluppo del carattere e della personalità, l'equilibrio, la crescita personale, l'attitudine umana verso il sociale. In un contesto marziale e orientato al combattimento, corpo, mente e spirito si evolvono insieme per realizzare un'esistenza completa.

Dal campo di battaglia e verso il campo di battaglia vanno tre tipi di persone: il Guerriero, il Medico e il Monaco. Questi tipi di persone corrispondono alle tre fasi della vita: guerrieri da giovani, medici da grandi e monaci da vecchi. Da giovani si vuole spaccare il mondo, da grandi si cerca di ricomporre il mondo, e da vecchi si vuole preparare il nuovo viaggio che ci aspetta.

Commentando il programma di pratica con il mio compagno di avventure di tanti anni, il maestro Sergio Fanton, lui mi ha ricordato con chiarezza il senso della Via, in una sola parola lo scopo e il fine ultimo della nostra pratica, da non confondersi con altre pratiche. La nostra pratica è una Via, non un sistema di combattimento. E' marziale, quindi l'efficacia e la realtà nel combattimento sono la premessa ineludibile, ma non il solo, unico fine.

Un Metodo, una Via. Una bella calligrafia nella scuola di Judo e Aikido di Vicenza recita: Una Mente, Una Spada. Ecco la realizzazione di una Via.


Ziran Baguazhang: Maurizio Mamprin



Ci siamo conosciuti nel 2008, al mio primo seminario di Baguazhang a Torino presso la scuola del compianto maestro e amico Vittorio Bottazzi. Maurizio studiava allora arti interne ed era tra i quattro istruttori principali della scuola. Da allora ha percorso un lungo cammino personale e ha sviluppato molte delle sue potenzialità, diventando oggi un professionista del movimento corporeo consapevole, applicato a diversi contesti di cui è diventato istruttore professionista: Qigong, Taijiquan, DMS (Disturbi Muscolo Scheletrici) e Pilates.

Il maestro Mamprin proviene da un solido background marziale di Gongfu cinese in gioventù, e con Vittorio aveva studiato, tra le altre cose, il Baguazhang della discendenza del maestro Zhang Dugan, seguendo anche il maestro direttamente per un periodo. Da quest'anno ho il piacere di lavorare con lui sul programma della scuola Ziran Neigong Quan, con l'obiettivo di passargli il Syllabus (programma di studio) triennale completo di Ziran Baguazhang.

Siamo al secondo incontro di Baguazhang, abbiamo lavorato sulla camminata in cerchio secondo Sun e visto in dettaglio alcuni dei Ba Da Zhang della scuola. Come è usanza della scuola, abbiamo subito introdotto il Roushou, o Mani che Impastano, per dare consapevolezza all'applicazione delle tecniche e abbiamo arricchito il movimento del corpo con i primi Jibengong di base del sistema. La sua esperienza maturata negli anni e la sua consapevolezza corporea di alto livello, si stanno rivelando estremamente utili per accelerare il processo di apprendimento.

Con Maurizio stiamo sviluppando diversi progetti di collaborazione in progetti di interesse sociale e preventivo per la salute degli operatori socio sanitari (DMS), ma anche tutta una serie di incontri marziali ed energetici che sarò lieto di condividere a breve.

Buon lavoro Mau!

(Photo by courtesy of: Cristina Tarizzo)

venerdì 23 ottobre 2015

Autunno, Baguazhang a Modena



Ogni stagione porta con sé una saggezza. Anche quest'anno è arrivato l'Autunno, e con i suoi splendidi colori gialli, rossi e marroni, ci ricorda il prossimo giro di giostra che si avvicina. E' il tempo della raccolta e della preparazione, del compimento. Siamo tutti in viaggio, e l'aria fresca, il vento silenzioso ci ricorda che tra poco dovremo affrontare il freddo.

Domani mattina Sergio ed io saremo a Gaggio, Modena, a casa di Tui il Lago per il quattordicesimo incontro di Baguazhang. Sono felice di questo, ogni incontro è una piccola festa, in cui c'è scambio, c'è vita, c'è voglia di crescere. Yuri Debbi e Monica Montecchi stanno facendo loro questo sistema e la sua incredibile filosofia, e la cosa bella è lo spirito con cui i ragazzi lavorano: leggerezza, allegria, voglia di capire e di mettersi in gioco. Con tutte le difficoltà del caso.

Nel pomeriggio incontreremo i ragazzi di Tui che vogliono anche loro conoscere e praticare il Baguazhang. E' così bello quando l'insegnante propone, e l'allievo riceve. E' una questione di atteggiamento. Se chi dà lo fa onestamente e chi riceve lo fa senza pregiudizi, non c'è perdita di energia, ma si apre una dialettica di scambio. Nella fiducia del gesto si nasconde il segreto della trasformazione, quello che ci porta a prendere una esperienza e a renderla vera non solo per quelle due o tre ore in palestra ma per la nostra vita, Ogni esperienza ha un significato che va oltre, se abbiamo occhi per vederla.

Adesso scendo a praticare per me, ho i miei Maestri che mi ricordano le cose da fare, che mi incitano a non fermarmi e a non essere pigro, ed io li ascolto. Sono giornate di sole, il cielo terso, l'aria frizzante e allegra. E' il tempo eccellente del Metallo, dove gli equilibri alchemici trasformano e ne siamo trasformati. Siamo anime in cammino, e trovo che sia una definizione bella e vera. Il Baguazhang ci insegna a cambiare, e non fermarci mai dove siamo, a scegliere e decidere ancora qualcosa, oggi, domani, sempre, fino all'ultimo giorno.

Buon autunno, buona pratica, non smettete mai di trasformarvi.

venerdì 2 ottobre 2015

La Scimmia Accarezza i Capelli




Bagua Brick Walk


Stasera un fantasma ha attraversato i nove mattoni al secondo livello (di taglio) per acquisire ancora una maggiore stabilità nell camminata. Camminare sui mattoni rende tutto più facile e più radicato. Consiglio la pratica a chi vuole veramente approfondire la conoscenza della gamba nel Baguazhang.
A presto rivederci a Modena!

domenica 20 settembre 2015

26 Settembre: Baguazhang 2.5



Baguazhang è un grande fiume che scorre e non si ferma mai. La bellezza del suo movimento sta nella continuità, nella fluidità della pratica. 

Dopo gli Otto Palmi, gli Otto Animali, le 64 Applicazioni e gli esercizi di preparazione, Da Mu Xing, Lao Seng Tuo Bo e Liu Men, adesso entriamo nello Yang vivo della pratica.

Sabato 26 settembre ci troveremo a Caldogno per andare ad esplorare le Quattro Virtù, le Otto Abilità, le Quattro Situazioni, (八卦拳四德八能四情), le Otto Mani e il lavoro sull'albero. 

Ora comincia davvero Lianhuanzhang, che non è una forma come molti pensano, ma un concetto preciso di combattimento ed una fase in cui rivedere il movimento e imparare a legarlo.

Siamo pronti al grande momento? Penso proprio di si. Buona pratica ragazzi.




sabato 19 settembre 2015

Canti e metodi nel BGZ




I Canti e i Metodi del Baguazhang sono una fonte importante della teoria ma soprattutto della pratica del Baguazhang. Canti e i Metodi permettono infatti di capire la logica applicata del Baguazhang, a prescindere dallo stile e dalle molte differenze che uno stile così giovane ha saputo produrre in soli 150 anni (rispetto ad esempio ai 500 anni dello Xingyiquan).

Analogamente ai 64 palmi di Liu Dequan o di Gao Yisheng, che con la loro linearità hanno reso più facile la comprensione dell'applicazione marziale del Baguazhang, i Canti ci danno un riferimento nella pratica a due dell'arte, permettendoci di attraversare le acque a volte oscure della teoria degli otto trigrammi.

La loro diffusione è iniziata verso la fine del secolo scorso, quindi circa vent'anni fa, prima attraverso riviste cinesi specializzate, successivamente su qualche libro statunitense ed oggi facilmente anche sul web. In origine erano tenuti segreti, in quanto appannaggio dei Menren delle varie scuole, con l'impegno di non divulgarli all'esterno. Oggi sono sempre più diffusi perchè non vadano perduti.

Sappiamo che canti e metodi erano tradizione orale, venivano scanditi (cantati) durante la pratica in modo da essere ricordati, e si usavano artifici retorici (rima, cadenza, omofonie) per poterli facilmente memorizzare. Da qui la definizione di “canti”.

A differenza dei classici del Taijiquan e dello Xingyiquan, i Canti e i Metodi mirano alla praticità e fanno uso relativo delle metafore legate alle energie e ai principi. Costituiscono una voce che guida, fuori della forma, per verificare se la pratica va nella direzione giusta. Sono come piccoli fari che guidano le navi nel mare di notte, per evitare di andare ad infrangerci sugli scogli e per non perderci.

Baguazhang è uno stile sintetico, anche se apparentemente molto sviluppato (le forme servono a sviluppare specifiche abilità), basato su principi e pensato per chi ha già esperienza di combattimento. E' molto duttile, quindi si adatta facilmente a qualunque pratica, perchè non ha una forma unica ortodossa (per fortuna). Ma questo è anche il suo punto debole, perchè adattandosi molto rischia di perdere l'allineamento ai suoi principi, nel momento in cui viene troppo reinterpretato, perdendo così di vista il suo scopo.

A maggiora ragione i 36 canti e i 48 metodi sono straordinari compagni di pratica, perchè ci accompagnano ancora oggi e ci ricordano la voce dei vecchi maestri, che prima di noi hanno fatto lo stesso cammino. Occorre umiltà e pazienza per decifrare le parole dei canti, ma una sana pratica senza pregiudizi ci permette di capire piano piano questa voce antica.

Studio i Canti e i Metodi dagli anni '90 e ne ho fatto la mia guida personale nella pratica. Li ho tradotti in italiano (la versione di Shi Jidong tradotta da J. Crandall) perchè mi erano utili nella pratica e nel 2007 li ho pubblicati sul blog Ziran Neigong Quan perchè volevo fossero accessibili a tutti. Qualche anno fa sono stati ripubblicati da un paio di altri blog di Baguazhang e in qualche forum di arti marziali.

Attualmente ci sono almeno 4 versioni del Canti e Metodi, tra loro leggermente diverse, ma nel fondo molto simili, con poche variazioni di rilievo. Nonostante si facciano risalire a Dong Haiquan, alcuni dicono che questi canti siano in realtà rielaborazioni posteriori e che provengano dal lineaggio di Yinfu. Personalmente credo che sia una questione di lana caprina, allo stesso modo in cui i 64 palmi di Liu Dequan o di Gao Yisheng oggi vengono interpretati o rivisti in modi diversi e con sequenze diverse, a seconda delle scuole e degli stessi maestri nel corso della loro esistenza.

Cosa dicono i 36 Canti? Sono una guida per punti (4 concetti per canto) alla pratica del Baguazhang, adatta sopratutto per i principianti, ma vanno bene anche per gli esperti, a seconda di quanto riusciamo a “leggere tra le righe”. Più entriamo nel movimento descritto dai canti, più il sistema si presenta chiaro. I Canti indicano gli elementi di base dell'arte (postura, movimento, uso del cerchio, delle mani, dei piedi) misti insieme a spunti per il combattimento, a strategie essenziali per guadagnare la mano, e indicazioni psicologiche per sopraffare l'altro.

Accanto alle indicazioni dell'applicazione, i canti di fondo danno precise indicazioni su come il corpo debba stare e muoversi, in relazione al suo asse, in relazione all'avversario, in relazione all'ambiente e alla strategia del combattimento. Si ripetono solo in parte i principi che troviamo nei testi di Sun Lutang, di Jiang Rongquiao, di Wang Shujin ad esempio. Il resto sono indicazioni chiare sul modo di muoversi del Baguazhang. Ogni canto è pratica, ogni verso un principio, ogni immagine una ispirazione. Seguendoli da vicino si possono passare anni nella pratica, e se ne esce profondamente arricchiti.

Ma se cerchiamo iI significato ultimo del Baguazhang, è l'ultimo canto, il numero 36 a darcelo:
"Il vero significato del Bagua non è un mistero. Muovi agevolmente, comprendi la trasformazione, e percorri il cerchio molte volte. Non bloccare, non creare struttura, non perdere la mano. Sacrifica il tuo ego e scorri con le emozioni del tuo nemico”.

Ogni Canto e Metodo va preso e lavorato, calato nella realtà della pratica a due e sviluppato. Queste indicazioni non sono comprensibili se pratichiamo  solamente la forma. Si comprendono bene se partiamo dal lavoro con l’avversario, e se dentro questa interazione cerchiamo il significato del movimento, l'efficacia, l'armonia che Sun definisce come il risultato di quattro energie insieme: avanzare, invertire, armonizzare, trasformare.

Il Bagua è un'arte di combattimento essenziale, che richiede costante movimento, cambiamento della direzione e dei vettori di forza, uso di passi rapidi e angolati, e di poter esplodere in sequenza in qualsiasi momento senza perdere il vantaggio della mano. La strategia è legata all'alternanza di cerchio e linea, e l'invito a non bloccare è fondamentale, perchè tendiamo sempre e comunque a usare forza dove non serve, e a rifugiarci nella struttura (reazione istintiva) perdendo il controllo.

Questo ultimo canto ci dice anche che dobbiamo mantenere un atteggiamento distaccato e sicuro per inseguire il nemico, senza imporre la nostra volontà a tutti i costi, ascoltando e seguendo il movimento dell'avversario, cercandolo non nella tecnica ma nell'intenzione, e lì usare flessibilità e ascolto per trovare la porta, aprirla e vincerlo. Lo stesso principio del cacciatore che insegue la preda con abilità e dedizione.

Come arrivare a questo risultato è quindi il compito dei 48 metodi, dove non si parla più di cose di base ma di specifiche tecniche e di atteggiamenti psicologici legati al combattimento. Ma questa è un’altra storia."

Luigi Zanini


Pubblicato sul blog "Baguazhang Chronicles" (http://baguazhangchronicles.blogspot.it/2015/09/i-36-canti-del-baguazhang.html)