A Pola ci eravamo incontrati per la prima volta nel dicembre del 2003, per un seminario sul Qigong e Yiquan. Dopo una lunga pausa, il 25 e 26 ottobre 2008 ci siamo ritrovati di nuovo a Pola per praticare insieme Qigong e Baguazhang.
Il prossimo incontro si terrà il 28 febbraio e il 1 marzo, e sarà l'inizio di un percorso articolato di pratica del Baguazhang. I seminari sono, per definizione, luoghi di semina, ma è bene che diventino anche luoghi di raccolta dei risultati. Ho seguito a distanza i ragazzi istriani, e vedo che stanno prendendo seriamente quanto seminato nel primo incontro del 2008.
In qualche modo hanno passato un test, il tempo è un ottimo esame per verificare se la motivazione c'era. Adesso sono pronti per cominciare a "guardare" dentro seriamente nel mondo del Baguazhang e ad assorbirne i principi, a praticarne le forme, a usarne le applicazioni, a creare un Bagua Shen (un corpo-bagua).
Come scriveva qualcuno, molti insegnanti di Baguazhang non insegnano perchè l'arte è molto difficile e hanno paura di fallire, cioè che gli allievi non capiscano, che non abbiano pazienza, che non ci mettano impegno, che non riescano nell'intento. E' vero, ogni arte, marziali comprese, richiede una vita per svilupparsi appieno. Ma è anche un percorso di vita, di crescita, di passione.
In un mondo "usa e getta" dedicare tempo, energie e soldi ad un'arte come il Baguazhang, ad esempio, sembra una cosa da vecchi dinosauri. Il mondo ci chiede ogni giorno di consumare, bruciare, spendere, cambiare. Mi domando quale sia l'atteggiamento più intelligente: cambiare interessi ogni giorno o cercare ogni giorno nuovi interessi in una sola passione?
Baguazhang è una sfida all'intelligenza della mente, del corpo e persino dello spirito. In tutta sincerità, era - ed è - ben più facile imparare ed eseguire forme, tirare calci e pugni senza addentrarsi nella conoscenza di cosa succede davvero nel nostro corpo e nel corpo dell'altro quando combattiamo, cosa è sano per un corpo per mantenerlo a lungo in buone condizioni, e cosa no.
Come scriveva Paul Silfverstrale nel suo commento all'articolo di Zhao Daoxin, anch'io sono convinto che nel Taijiquan ci sia di più che una semplice serie di forme e di tecniche e di applicazioni: c'è un flusso di mente-corpo-spirito, un ascoltare e creare una musica che non si può sentire, ma che può essere vista, percepita, descritta, gustata, e porta gioia.
Una buona pratica porta a "leggere" delle linee nella pratica, nelle applicazioni, nelle interazioni di due o più corpi, addirittura nelle intenzioni. E' straordinario scoprirlo solo dopo un certo tempo di pratica, e non prima, perchè occorrono gli "occhiali" - vuoi: la maturità del corpo e della mente - per leggere queste linee.
Qual è il programma di Baguazhang di Pola? Nascerà in base alle esigenze di chi pratica e al desiderio di chi insegna. L'obiettivo è di formare persone perchè possano crescere e "imparare a pescare il loro pesce" piuttosto che di riempire loro la pancia di pesce. Lo scopo è di fare in modo che non solo l'arrivo all'obbiettivo sia bello, ma anche - e soprattutto - il viaggio.
Baguazhang percorre Nove Palazzi e si articola su Tre Livelli (Terra-Uomo-Cielo). Occorre formare le gambe, poi il corpo e infine le braccia. Quando il corpo è integrato, interagisce con l'altra persona: Tuishou, Rushou e Sanshou. Quando sappiamo usare il corpo per gestire l'altro, è tempo di scoprire altre dimensioni, quali lo Spazio, il Tempo, l'Intuizione.
(Nella foto, Boris di Pasin in una applicazione a due)
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