mercoledì 28 luglio 2010

La tela del ragno

Il clima monsonico di questi giorni di luglio, piovoso e ventoso e quasi autunnale, offre spunti di riflessione intimistica, perchè con la pioggia e il fresco viene voglia di rintanarsi e di guardare dentro, invece di inseguire i richiami del caldo e dell'espansione.

"Tanto in alto, quanto in basso" diceva Ermete Trismegisto nella sua stele smeraldina, indicando che tutte le cose sono collegate in medicina. Ma non solo lì. Come nel macro, anche nel micro le cose hanno una evoluzione che risente di tutti gli avvenimenti intorno a lei, anche da lontano. Il famoso battito di ali di una farfalla...

Sono passati gli anni, e con loro la consapevolezza di un mondo che cambia di giorno in giorno è sempre più chiara, evidente, impressionante. A volte cerco di trovare una chiave di lettura, come a poter anticipare gli avvenimenti, e poi mi accorgo che il cambiamento non è solo il risultato della gestione del potere, ma di una autentica trasformazione e adattamento dei giovani.

Come organismi totipotenziali (memoria delle cellule staminiche?) i giovani crescono nel mondo di oggi adattandosi e trasformandosi costantemente, si appoggiano senza remore dove trovano un supporto, lo sfruttano e poi crescono nelle direzioni più disparate. Spesso senza sapere dove stanno andando. Le loro scelte non appaiono sempre corrette - ai miei occhi o agli occhi di un adulto - ma in realtà sono il logico frutto di visioni e scelte che noi non conosciamo, perchè siamo diversi.

E' impressionante la sensazione che mi rimane sempre di più nella memoria dopo che li ho frequentati per un po': di non poter essere in alcun modo utile al loro cambiamento. Siamo di un'altra era, abbiamo visto e vissuto altre cose, abbiamo altri riferimenti, persino pubblicitari.

Almeno questa è la sensazione che rimane.

Poi ripenso a quanti hanno scritto prima di noi tante e tante pagine, solo con la segreta speranza - comunque postuma - di riuscire ad essere di qualche utilità a chi leggeva. Ma chi legge deve essere pronto a carpire il contenuto dello scritto. Lèggere, di per sé, non serve a nulla se non si attiva il cervello dall'altra parte.

Poi penso a quanti invece nel quotidiano dispensano e regalano la loro esperienza, conoscenza, saggezza e valori, sia in famiglia che in comunità, nelle emergenze naturali o nelle aule di formazione e insegnamento, nelle palestre e nei seminari. Naturalmente sono attratto da queste persone, che sembrano appartenere ad una categoria diversa, finalmente più ricca e completa, armoniosa. Ma anche meno fortunata, perchè non ambiscono a denaro, potere, successo, quello che ai ragazzi di oggi sembrano l'unica soluzione ai loro problemi.

E proprio qui inizia il percorso di "educazione" che ogni disciplina - legata a valori e principi - contiene in sé, e sul quale si basa. L'idea dell'"ora adesso, subito" contiene anche idee quali uccidere come fine a se stesso, danneggiare sistematicamente senza respnsabilità, di derubare perchè tanto ce n'è, di violare e deturpare pensando che non sia roba nostra, di agire con violenza perchè tanto quello è un altro, o peggio ancora, di vivere nella violenza.

Queste "idee" non sono parte dell'educazione di cui sto parlando, e alle quali fanno riferimento le arti marziali nella loro completezza.

L'arte marziale orientale in genere contiene in sé una enorme serie di riferimenti culturali e umani incrociati, che puntano costantemente all'Uomo e al suo rapporto con il mondo e con il cosmo, alla reciprocità, alle leggi di equilibrio e squilibrio che trasformano costantemente il mondo, alla concezione che siamo parte del tutto, sempre e comunque, che siamo un pezzo degli altri.

Le chiamano filosofie, religioni, modi di vivere, ma in realtà ogni arte marziale contiene in sé quella parolina, "arte", che la qualifica diversamente. Fare della propria vita un oggetto d'arte è tra gli scopi più belli ed autentici della nostra esistenza. L'arte marziale è ancora oggi una strada maestra in questa direzione, di una consapevolezza completa, che piano piano, nel corso di una esistenza, porta alla maestria. La maestria di vivere.

Quando penso alle quantità di messaggi, di indicazioni, di valori che ho collezionato lungo il cammino, e che mi piacerebbe condividere, scopro che solo una minima parte passa, e si trasmette in modo casuale, prendendo le direzioni più impensate. Cerco di insegnare Baguazhang, Xingyiquan, Yiquan, Qigong, medicina tradizionale, ma quello che esce alla fine è un insieme.

Spesso chi vuole praticare parte da una sensazione e da un desiderio giusto, quello di crescere marzialmente e umanamente, ma poi perde la direzione quando non capisce più quali sono i valori da privilegiare, i principi utili e quelli solo utilitaristici, il desiderio dalla necessità. Non c'è una chiara distinzione dello yin e dello yang, tutto va bene.

Saper lèggere, e avere il coraggio di andare avanti nella lettura e di applicare ciò che si legge. La chiave dell'efficacia è in questi piccoli passi, uno dopo l'altro, con un atteggiamento di grande determinazione ma anche di essere sempre pronti a rinunciare a tutto. Distacco, accettazione e compassione.

La lotta oggi è dura, e lo sarà ancora di più nei prossimi anni. A maggior ragione occorre lavorare e costruire con le arti marziali e i loro straordinari valori, a dispetto di chi distrugge, per portare un messaggio diverso. Chi saprà leggere, leggerà e farà le sue scelte. Questo è il mio pensiero.

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