mercoledì 11 aprile 2012

Shen, fare la differenza



Nella pratica di tanti anni, ho avuto modo di vedere in profondità la differenza tra i diversi modi di praticare, e delle intenzioni che stanno dietro, cioè quello che veramente vogliamo dalla nostra pratica. Alla fine non si tratta di una differenza di stile o di maestro, perchè ogni persona pratica - presto o tardi - secondo quello che è il suo modo di essere. Quindi una parte molto "pesante" della pratica, quella che ci apre la porta alla crescita interna (intesa come personale e integrale) è racchiusa nell'intenzione, nel pensiero, nel modo in cui pensiamo, in ciò che ci motiva a praticare.

Si chiama Shen, o Spirito Imperiale, quello che spinge, motiva e accompagna il cuore nei suoi battiti. Da lì parte la prima delle sei "armonie" (六 合), che altro non sono che catene cinetiche, tre fisiche e tre mentali, che connettono il corpo e la mente, nella pratica come nella vita. Se non c'è Shen, non ci può essere altro, la catena è interrotta, perchè se manca lo spirito, la pratica non ha posto dove nascere. Cosa intendo per Shen? Intendo lo "spirito", non solo l'energia vitale di una persona, ma ciò che lo motiva a vivere, la spinta emotiva, l'intenzione originaria, la voglia di fare, lo spunto che abbiamo quando ci prende un desiderio e lo vogliamo raggiungere. E' difficile riassumere questo concetto, lo possiamo chiamare "voglia di vivere".

Senza questa manifestazione di Shen, non si raggiunge nulla e si resta in balia degli avvenimenti. Non siamo attori ma "reattori", ciò funzioniamo solo in un processo di reazione agli eventi. Difficilmente potremo essere creatori del nostro futuro, perchè saranno gli eventi a gestire la nostra direzione, anche perchè sono molto più numerosi di quello che sappiamo gestire normalmente.

Se siamo abbattuti, depressi, tristi, comunque in uno stato di bassa energia e quindi di scarsa volontà, lo Shen sarà bloccato, al di sotto delle sue capacità. Siamo sotto la linea di galleggiamento, quella che definisco come la fase dell'Imitazione. Imitare non richiede sforzi importanti. Basta fare come fa l'altro, lo fanno in tanti quindi è giusto così. Mai farsi domande, mai innovare, mai andare oltre il dovuto. Spesso, anche dopo molti anni di pratica, non abbiamo fatto altro che imitare, un maestro piuttosto che un altro, guardando video, e continuando a domandarci sotto sotto: ma chi ha ragione? chi è più efficace? quali sono i motivi della mia pratica? perchè esistono tanti stili diversi? In questa fase siamo ancora con il "sedere per terra", a guardare il mondo stupiti e indispettiti, frignando e pensando che lamentarci ci possa essere di qualche consolazione.

Ancora, in questa fase siamo dei "follower", persone che seguono, e seguiamo gli altri. In questo campo i maestri di arti marziali (in generale) hanno creato intere generazioni di follower, e raramente di leader (anche perchè questo richiede molto all'allievo, che preferisce restare follower). Molto di rado, e spesso nonostante il maestro e il metodo appreso, qualche raro follower decide di diventare leader e comincia a fare la sua strada. Questa è la fase in cui passiamo alla seconda tappa: decidiamo di non imitare più, ci prendiamo la responsabilità (perchè lo abbiamo provato molto volte ormai e ne abbiamo voglia finalmente!) di cambiare la pratica, di uscire dal metodo, di guardarci attorno. Siamo nella fase della Immedesimazione. Siamo entrati dentro. Lo Shen finalmente comincia a manifestare qualche scintillio, perchè finalmente la sua energia può scorrere - poche volte ma comincia - verso l'esterno, è in armonia e in sinergia con le azioni che compie.

Nella fase dell'Immedesimazione lo Shen si manifesta, e quindi ogni tanto ci sentiamo davvero bene, ma in genere stiamo come prima, 99 per cento imitazione e 1 per cento immedesimazione.

Poi, un giorno, in genere una giornata molto difficile, con grandi sfide, spesso davanti ad eventi molto forti e traumatici, qualcosa di smuove, sentiamo che i panni non ci vanno più bene addosso, e decidiamo che vale la pena di uscire, ormai è necessario, non si può più restare come prima. Come diceva Anaiis Nin, "e venne il giorno in cui il rischio di rimanere chiuso in un bocciolo divenne più doloroso del rischio di sbocciare". Così ci prendiamo il rischio e cominciamo il percorso dello sbocciare. Siamo entrati nella fase della "Interpretazione", lo Shen risplende nel suo fulgore perchè finalmente scorre, come acqua da una fonte dentro la terra. Siamo creatori, siamo unici e irripetibili, siamo il nostro potenziale e lo manifestiamo. Ci sentiamo forti, l'intenzione è chiara, non ci sono limiti, perchè anche se ci sono (fisici, economici, ecc) noi non li vediamo come un limite ma come un'opportunità. Vuoi vedere che...?

E' solo quando finalmente interpretiamo i nostri desideri, le nostre capacità, e scopriamo cosa fa battere il nostro cuore, che scopriamo dove vogliamo andare. Allora finalmente faremo la differenza, diverremo noi stessi e il nostro contributo diventerà importante e significativo. La pratica avrà un senso finalmente profondo, e comprenderemo quello che i maestri antichi dicevano realmente. Siamo in una dimensione diversa. Finalmente non avremo più bisogno di farci "tirare" per andare a studiare con un insegnante, non avremo più scuse se non pratichiamo, perchè avremo scelto cosa davvero vogliamo, avremo deciso che la pratica è mia, e avrò fatto i miei passi per diventare autonomo, imprenditore, creatore. Sono diventato un leader, e adesso la mia energia - lo Shen - guida gli altri nella loro strada, non tanto per diventare copie di altri, ma per diventare se stessi, con piena responsabilità della loro vita e delle loro scelte.

Lo Shen ha questo di magico, che è dentro di noi e già sappiamo come funziona, ma dobbiamo scoprirlo attraverso la nostra esperienza. Senza Shen, non faremo mai la differenza, neanche per noi stessi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

"e venne il giorno in cui il rischio di rimanere chiuso in un bocciolo divenne più doloroso del rischio di sbocciare"