sabato 7 giugno 2008

Stereotipi delle arti marziali

Nella pratica quotidiana, arte marziale significa applicazione pratica, e al contempo continua dialettica, confronto, ricerca, scambio, pratica.

E' stato solo quando ho cominciato a lasciare la "forma" per cercare il "contenuto" che ho scoperto gli stereotipi, le mentalità ristrette e le chiusure dei praticanti dell'arte. Sì perchè il limite non è nell'arte ma in chi la pratica.

Nel corso degli anni e degli stage mi sono imbattuto in alcuni miti sul combattimento nelle arti marziali cinesi e giapponesi. Strada facendo ne ho collezionati tanti, alcuni umoristici, alcuni drammatici, tutti comunque molto interessanti e divertenti.

E' davvero un problema di moltissimi praticanti il fatto di studiare forme e sequenze, Tao Lu, farne una scorpacciata enorme, cambiare maestro e palestra, investire anni e soldi e passione per poi trovarsi punto a capo quando le tecniche servono nella realtà,o anche solo alla verifica.

Non è una bella sorpresa, e il risveglio spesso spinge a lasciare le arti marziali perchè ci si sente traditi. Questo è il vero dramma secondo me. Le arti marziali sono uno stupendo cammino di crescita fisica e personale, se vengono studiate e comprese nel modo corretto.

Una volta pensavo che fossero solo gli stili interni a soffrire di questo. Oggi vedo che tutte le arti marziali, persino quelle più note per la praticità, hanno lo stesso problema, e sempre per questione di marketing.

Ho una teoria: fa più danni un camionista arrabbiato che un praticante di cinque anni di esperienza marziale. Se questa teoria è vera, dobbiamo riconsiderare cosa abbiamo fatto in quei cinque anni.

Ho fatto una lista - non completa, è solo un insieme di esempi - dei diversi approcci. Esistono stereotipi forti nella nostra cultura occidentale delle arti di combattimento. Siccome in trent'anni ne ho viste tante, ecco l'elenco - non completo - dell'approccio al combattimento.

Per fortuna non tutti i praticanti hanno questo approccio, ma in genere direi che almeno la maggioranza si, e dentro mi ci metto anch'io!

Dunque, ecco l'elenco... cominciando dagli stili interni, che sono i più mistici, così facciamo prima.

- Chi viene dagli stili interni:
si aspetta che un giorno il Qi esploda e lo trasformi nell'incredibile Hulk
pensa che l'allenamento fisico e la forza fisica non siano necessari
pensa che lo sviluppo del Qi sia contrario all'uso della forza fisica
pensa che toccare i punti mortali dia un risultato immediato
crede che il combattimento nasca da solo dalle forme
pensa che più forme pratica e più sarà efficace
crede che esistano tecniche segrete

- Chi viene dalla pratica sportiva considera tecniche vietate, colpi proibiti, zone protette (genitali, viso, ecc.).

- Chi viene dalla pratica delle "forme" non ha idea di quello a cui servono le tecniche, oppure ne ha un'idea, di rado verificata, quasi mai allenata.

- Chi viene dalla Boxe tende a pensare che con i guantoni o a mani nude sia la stessa cosa.

- Chi conosce il Qinna o l'Aikido tende a cercare la presa.

- Chi pratica arti di lotta tende a cercare il contatto e dimentica i pugni

- Chi pratica Wushu afferma che le tecniche sono micidiali ma tende concretamente a evitare il combattimento.

- Chi pratica Sanda tende a cercare la tecnica che porta più punti, e si espone al rischio.

- Chi non ha molta esperienza si ferma a vedere il risultato della prima tecnica e le prende.

- Chi non è abbastanza "cattivo" tende a prenderle, perchè non è capace di fare del male davvero.

- Chi è troppo sicuro di sè, prima o poi trova qualcuno che lo ferma.

- Chi non pratica in coppia dice che non vale quando lo colpiscono.

- Chi non è abituato a combattere, cade vittima dei suoi pensieri.

- Chi è bravo a combattere snobba gli altri aspetti dell'arte

- Chi viene dal combattimento di strada ama portare a fondo i colpi

Se vogliamo aggiungerne altre...

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ne ho trovata un altra facendo riferimento a me stesso! In genere, chi si allena, praticando e applicando tecniche al vento, spesso non conosce le sue capacità, quindi in situazione di pericolo si tende a star fermi e valutare troppe cose...ovviamente, il "poco" allenare la mente per certe situazioni fà l'80% dell'azione che farai (sempre se la farai).