Siamo a meno uno, domani si decolla per la Scozia.
E' sempre una bella emozione, quando si parte verso Tai Chi Caledonia. Da una parte il conosciuto, quindi l'ambiente che ci accoglie ormai da una decina d'anni, gli chalets, la pioggia, i prati verdi, il sole birichino che quando esce brucia. Poi ci sono gli organizzatori, gli ospiti fissi, i partecipanti abbonati che tornano ogni anno a rotazione.
Poi c'è lo sconosciuto. I nuovi arrivi, i nuovi insegnanti, i nuovi programmi, nuovi partecipanti, nuovi volti e nuovi corpi che cercano consapevolezza e tecnica. E i programmi di insegnamento, rinnovati e adattati ogni volta alle necessità, ai tempi, al livello del gruppo. E' una sfida che risveglia dal torpore della routine e ci costringe a inventare nuovi strumenti.
Il bello del Baguazhang è l'enorme ricchezza di quest'arte, che abbraccia teorie e pratiche tra le più disparate, e che permette quindi una grande libertà. Poi, come insegna il buon Sergio, bisogna metterle in pratica, e vedere se funzionano, o meglio, come farle funzionare. Insegnare in questi momenti significa anche e soprattutto imparare da se stessi e dagli altri, scoprire cose nuove di se stessi.
Sabato e domenica ci sarà il menu "Dim Sum", con piccoli assaggi di 45 minuti. Non sembra, ma già con così poco tempo si possono fare esperienze notevoli, tenendo conto anche che la nostra pazienza e la capacità di concentrazione è diventata in questi ultimi anni sempre più limitata.
Poi da lunedì a giovedì, due ore e mezza al pomeriggio per fare entrare i ragazzi nella logica del Cambio Singolo, una serie di applicazioni, lavoro a due e fare in modo che quello che hanno imparato rimanga inciso nelle loro menti. E, piccolo regalo, un po' di PNL per migliorare la loro qualità mentale nel combattimento.
Poi ci saranno le mattinate all'alba, dalle 6 alle 8 con il Zhan Zhuang e l'Yiquan, visto che c'è chi ne ha bisogno, e a me fa piacere fare levatacce (!). E il resto è vita: ci si incontra sui vialetti, tra i coniglietti e le paperette, e si fa Tuei Shou, Qigong, si ripassano le forme imparate, le applicazioni, spazio per le domande private, e chi più ne ha.
E' tutto un sorriso, e il bello è che lo è davvero, non forzato. Nel clima scozzese di Tai Chi Caledonia viene facile essere disponibili e regalare il proprio tempo, un capitale che qua in Italia non sappiamo neanche di bruciare continuamente. Quindi: vieni nel mio chalet che ho un vinello buono, ho fatto una torta, ti va di assaggiare qualche formaggio francese? E le notti volano.
Tai Chi Caledonia è un posto senza tempo e dove ci si sente senza età, dove non conta avere 45 anni o 70 o 20. Ci si racconta senza tante etichette, e ognuno può essere se stesso, musone o brillante. solo o in gruppo, stanco o rilassato, sorridente o piangente, e nessuno se ne preoccupa, salvo chiedere: posso fare qualcosa per te?
Un post-Woodstock? Forse. Comunque forse anche un posto per ritrovare se stessi.
(Nella foto: il maestro Wang Ning)
1 commento:
Thanks so much to you luigi for your great teaching and generosity of spirit at Caledonia. In the picture above, by the way, is my dear T'ai chi brother Hamid, in the green sweater.
Looking forward to meeting you again, Caro.
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