mercoledì 4 febbraio 2009

Note dalla pratica

Baguazhang, così come viene praticato generalmente oggi, mi sembra che manchi di una parte importante, che è l'utilizzo delle tecniche in una situazione reale, intendo di strada, dove le regole non esistono.

Si può ricostruire a posteriori quello che avrebbe dovuto essere, ma molto spesso ci si perde in astratte elaborazioni che non aiutano nella pratica reale. Molte applicazioni, anche spiegate da fonti autorevoli, spesso non sono corrispondono alla realtà: troppi passaggi, troppi giri, troppo tempo perduto, e l'avversario non resta ad aspettare.

La causa può essere nel fatto che la trasmissione del Baguazhang di oggi arriva da due lineaggi principali, quelli di Cheng Tinghua e di Yin Fu, i quali già erano esperti di un metodo di combattimento, in cui le tecniche di colpo erano ben sviluppate grazie al Luohan Quan (Yin Fu) oppure il Bagua doveva servire a guadagnare rapidamente una posizione migliore a distanza ravvicinata per lo Shuai Jiao (Cheng Tinghua).

In ogni caso, i migliori allievi (quelli comunque più numerosi) provenivano da un solido background nello Xingyiquan, quindi sapevano utilizzare con efficacia i pugni e - a volte - gli animali. Quindi davano per scontata la parte "yang", quella più offensiva dell'arte, e sottolineavano invece quella "yin" evasiva del Baguazhang, che di sicuro richiedeva più applicazione per essere efficace.

Nelle scuole "integrate", che prevedono un insegnamento progressivo di Taiji, Xingyi e infine Bagua, c'è il tempo - in teoria - di comprendere le diverse dinamiche e di integrarle. Ma alcuni puristi, Adam Xu in testa, spiegano che ogni sistema era in origine completo e non aveva bisogno di essere mescolato o completato da altri metodi. Va detto che comunque anche la progressione nei tre metodi non garantisce nulla dell'efficacia.

A ben guardare, anche i cosiddetti "metodi completi" altro non sono che il risultato di aggiunte successive, di raffinamenti, di completamenti che ogni maestro ha aggiunto man mano che si accorgeva dei limiti del sistema. Quasi sempre i metodi a mani nude provengono dall'uso di armi, quindi hanno i limiti e le caratteristiche del maneggio delle armi da cui provenivano.

Sun Lutang scrive nel suo Ba Gua Quan Xue che il cambio singolo del Baguazhang corrisponde a Heng Quan dello Xingyiquan, cioè ad un pugno orizzontale interno incrociato dato cambiando di lato. E' un'affermazione importante. Se è vero, dove sono andati gli altri quattro pugni? Ma soprattutto, quali sono le tecniche offensive del Baguazhang?

Ben venga quindi una revisione del Baguazhang più pragmatica, più essenziale, meno fiorita e più asciutta - certo, fedele ai principi essenziali dell'arte - anche a costo di sentirsi dire: "ma questo non è Baguazhang!", come tante volte ho sentito dire di un certo Taijiquan, che Taijiquan è, e anche di alto livello. Nello Xingyiquan o nell'Yiquan, per fortuna, il dubbio non si è mai posto. Come mai?

(Nella foto: spiegazione di applicazioni a Pula, Croatia, nel 2008)

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