Ricevo e pubblico da un comune amico, Marco Superbi, che ha ben conosciuto Vittorio Bottazzi, e che lo ha accompagnato il giorno dell'ultimo saluto.
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Ci sono giorni nella vita che speri non arrivino mai, che non vorresti mai dover vivere in quel modo.
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Ci sono giorni nella vita che speri non arrivino mai, che non vorresti mai dover vivere in quel modo.
Oggi è uno di questi giorni, uno di quelli che non immaginavi perché è troppo troppo presto. Ancora non riesco a credere che sia andata a finire così, e sinceramente non lo voglio pensare.
Ho conosciuto Vittorio Bottazzi grazie al comune amico Luigi, e così per caso piano piano è iniziata una profonda amicizia, che non pensavo tale fino ad oggi.
Senza accorgersi sono passati più di dieci anni da quell’incontro, durante i quali ci sono state molte esperienze di pratica, scambio e lavoro di ricerca insieme.
Con Vittorio c’era sempre qualcosa da dire, da fare da provare, mai i nostri incontri avanzavano tempo.
Oggi nell’attendere la cerimonia che chiude il suo soggiorno terreno, sono passato ancora in quei luoghi dove usavamo fermarci dopo la pratica per continuare a commentare il lavoro e progettarne del nuovo.
Un caffè al solito bar vicino al luogo dove eravamo soliti incrociare le braccia, e poi ho camminato verso quel portone, tempo fa avrei bussato un motivo con le nocche sulla saracinesca di metallo e …. Vittorio mi avrebbe aperto il cancello…
Non oggi. Oggi non ci saremmo abbracciati per salutarci e raccontandoci le novità sul mondo marziale Torinese e non … ci saremmo cambiati, forse indossate le protezioni e iniziato il gongfu.
L’amico Luigi me lo aveva già detto e scritto in passato: “nelle braccia dei praticanti scorrono e passano lo Yin e lo Yang”; nulla di più vero, incrociare le braccia e praticare lo sparring è qualcosa che va oltre il corpo e tocca l’anima.
È un tipo di esperienza non verbale dove collaborare non vuol dire assecondare, basata però sulla fiducia ed il rispetto dell’altro.
Questo aumenta il conoscere se stessi attraverso l’altro. Più si lavora con sincerità più il lavoro da buoni frutti.
Detto questo, credo sia chiaro che sebbene la nostra amicizia fosse incentrata sulla pratica è profonda la cicatrice che mi lascia la sua partenza.
Sebbene non ci siano abbastanza lacrime per piangere le persone care, preferisco pensare che il suo spirito sarà una guida oggi come ieri, perché in tutto il suo agire, nei giorni felici ed in quelli tristi, Vittorio ci ha insegnato la forza della perseveranza e la coerenza con le proprie idee.
Marco Superbi
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