Ogni cosa bella finisce, e anche Tai Chi Caledonia non fa eccezioni. Domani mattina si fa colazione e poi si parte, saluti, abbracci e qualche lacrimuccia. Questa sera all'università di Stirling si rientrerà dall'allenamento alle 17.30, ci sarà chi fa ancora tuishou all'aperto davanti agli chalet fino a tardi, chi ripassa la forma che ha appena imparato, chi con un birra sugli scalini dello chalet intrattiene discorsi sul senso della vita, chi va a vedersi per l'ultima volta il Wallace Memorial che sta a 10' di passeggiata da lì e così via.
Poi una doccia alle 19.30 e infine si esce, chi con la macchina a cercare il Fish and Chips più vicino, chi a bersi una Guinness, chi a mangiare in mensa con gli altri, chi a chiacchierare, a provare a spingere ancora un po', a scambiare pareri con i maestri e con i colleghi di casa. Un clima davvero da college, quello di TCC, che è sempre affascinante, perchè rappresenta un momento di "distacco" dalla routine quotidiana e riporta tutto e tutti su un piano più umano, più piacevole, di condivisione.
Spesso purtroppo mi imbatto in modo di vivere le arti marziali che non condivido, fatto di ego e di ostentazione, di arroganza e di stupidità. Ma non c'è da stupirsi, la vita di ogni giorno, la strada quando guido in auto, è fatta della stessa sostanza. La cosa stupenda di questi incontri interstile quali Jasnieres (tra 2 settimane in Francia, da non perdere!), TCC in Scozia o ancora Tai Chi Cho in Svizzera a fine anno, è che avvengono in un clima di apertura, di tolleranza, di onestà intellettuale e di amicizia.
La reazione di chi partecipa la prima volta a questi eventi è di due tipi: chi si sente minacciato e tende a chiudere, scappa dagli altri e si rinchiude in se stesso criticando tutto e tutti, dando giudizi spregiativi sugli altri per far emergere se stesso. Oppure chi arriva e si entusiasma, si apre agli incontri, e di solito torna a casa con un notevole bagaglio di conoscenze e di pratica in più.
E' ovvio che confrontarsi con gli altri costa parecchie energie e costringe all'umiltà, ma è anche vero che ha il pregio di liberare la mente da una marea di preconcetti e di stereotipi, che nelle arti marziali sono diffusissimi, soprattutto perchè spesso si parla di pratica ma se ne fa poca, e spesso neppure di qualità. La mente ha una parte importantissima sullo sviluppo dell'arte marziale, ma siamo nell'epoca dell'immagine, quindi diventa difficile distinguere ciò che è vero da ciò che appare solo.
Personalmente, Baguazhang è libertà e ho amato questo stile sin dal primo giorno che l'ho praticato. Libertà significa che il metodo cresce con te e tu con lui, in tutte e tre le dimensioni dell'essere umano. A Jasnieres, a Tai Chi Caledonia, a Tai Chi Tcho in Svizzera, ma anche a Pula, in Svezia, in Francia, in Germania, dovunque ho insegnato, ho provato a "contagiare" di libertà le persone che hanno studiato con me, e spesso ci sono riuscito. Meno schemi, più vita.
Stasera è l'ultima sera a Stirling, e tutti sono felici di esserci.
(Sullo sfondo, il Braveheart Memorial, dedicato a William Wallace)
3 commenti:
"Il segreto della liberta' sta nella nostra accettazione del proprio destino" - Paul Turnier
Forse non e' cosi' 100%, ma va benissimo allo stato d'animo che "buca" dal tuo post.
Saluti, Lina
Ciao Lina, le tue parole sono perfette, ha centrato il senso. Così ho capito qualcosa anch'io! Un bacione e a presto.
Hi Luigi!
1 week surely goes fast and so did this. Had a terrific time, and met some extraordinary & beautiful people.
We missed you a lot - but i know you were there in a way anyway.
Talk to you soon my friend!
Paul
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