domenica 13 dicembre 2009

Il tempo di crescere

Cosa vediamo quando guardiamo?

Vediamo quello che vogliamo vedere. Se sono arrabbiato, quello che vedrò non farà altro che farmi arrabbiare ancora di più. Se ho deciso di tornatre tranquillo, invece, andrò in campagna e vedrò cose belle che mi calmano. Se sono un rissaiolo, il primo stimoloqualsiasi mi provocherà una reazione adrenalinica. Se sono triste, la vita mi sembrerà priva di significato. In Programmazione Neurolingustica si dice: "Per un martello, il mondo è fatto di chiodi".

Quando guardo la pratica, mi sembra sempre insufficiente e fatta di cose che non riesco a comprendere e a mettere nel corpo con la velocità che vorrei. In realtà va bene così, perchè se trovassi subito la Verità, ne sarei piuttosto stanco in breve tempo. Non ci sono scorciatoie, il tempo passa uguale per tutti, sta a noi metterlo a frutto nel modo migliore, anche se questo a volte significa rinunciare, perdere, accettare e usare compassione.

Per crescere nel Baguazhang avevo bisogno di un valido paio di braccia, che mi mettesse in discussione e mi facesse vedere i limiti della mia pratica. Nella mia visione "pessimistica" avevo sempre avvertito questo come un forte handicap e non vedevo soluzioni. Così ho iniziato a praticare da solo, come sempre ho fatto, ma stavolta senza darmi obiettivi, tranne uno: che quello che praticavo mi piacesse, mi facesse stare bene. Cosa vuol dire "piacermi"? Che doveva avere un senso, essere efficace e pratico in una situazione di confronto fisico, che nascesse dal corpo in un modo naturale, e che rispettasse i principi della MTC e del Neijia in genere. Salute, buonumore e autodifesa insieme, come diceva nonno Sun.

Nonostante i buoni propositi, la pratica è fatta di giorni sì e di giorni no. Nei giorni si, sembrava che tutto andasse benissimo, perfetto, motivante e corroborante. Nei giorni no, invece, tutta la pratica era messa in discussione, il senso, la correttezza, il perchè stesso della pratica. Per fortuna viaggiando ho sempre incontrato maestri e amici che mi hanno dato indicazioni per la strada, dicendomi a che bivio girare e cosa guardare per non sbagliare la strada. Avere studiato lingue mi ha sempre aiutato molto, oggi lo riconosco, sembra quasi che così dovesse essere da sempre.

Quando ormai non lo cercavo più, è arrivato il paio di braccia che cercavo, un compagno di pratica, un praticante completo, formato, con una sua Via personale di fronte a sè, ma anche un compagno di grande spirito e di grande umiltà, che del Baguazhang ha condiviso da sempre la filosofia. Poi è arrivato un allievo da formare, nuovo, senza esperienza ma con grande voglia di conoscere, e ha fatto crescere in me l'insegnante. Poi è arrivata una persona da Est, e ancora una persona da Ovest, e alcuni amici da Nord, e il gioco continua.

Adesso è il tempo di nuove domande, come per esempio: qual è la didattica giusta per far crescere queste persone? Sto cambiando grazie a loro, e gliene sono grato. In un mondo di esseri sempre più isolati e incapaci di scambiare anche solo due parole, mi sento triste per loro. Baguazhang è una macchina che "mangia e risputa" il praticante e lo stile che pratica. E' impressionante il lavoro di trasformazione che fa, agendo su tutti i livelli della persona. Per me oggi è difficile separare crescita fisica, tecnica e psicologica (e spirituale), perchè tutte sono interconnesse nel modo di nuoversi e di interagire del corpo con gli altri - e con se stessi.

Ieri abbiamo fatto una mattinata di scambi con Sergio e Luca. Quando finiamo gli allenamenti, siamo sempre caricati, sereni, stiamo bene, siamo arrivati a definirla una pratica "curativa", che rianima e rasserena, che ci mette a confronto con noi stessi ma ci regala tempo ed energie nuove. Nessuno di noi si sente Rambo o vuole uccidere persone, ma sentiamo che abbiamo fatto dei passi avanti verso una nuova modalità di essere.

Il passaggio importante - una delle Porte dell'Interno - è il fatto di abbracciare la propria Via. Abbracciarla è di più che non accettarla, implica che siamo parte attiva in questo processo di partecipazione e di sviluppo. Luca diceva ieri: "Mi rendo conto che non è possibile imparare Baguazhang se non c'è un atteggiamento mentale attivo, aperto, che va davvero incontro nall'arte e a se stessi, e ciònonostante ci sono sempre nuove porte da superare". Se soltanto c'è una minima resistenza, Baguazhang non lo si può imparare, perchè chiede una partecipazione totale.

Invece di cercare il modo per tagliare la linea dell'altro, è fondamentale imparare ad allungare la nostra linea. Scorrere con il Dao, fluire come il fiume di Siddharta, abbracciare il proprio Fato. Questa diventerà allora una straordinaria "umana avventura", che è bella ogni momento, perchè ogni momento ha significato, e ne comprendiamo perfettamente i limiti.

Come superare i limiti personali, quelli imposti dall'esterno, i momenti bui, la stanchezza e la distanza da un buon insegnante o da una buona fonte di conoscenza? Essere sereni, sorridere, sapere che anche questo fa parte del nostro training, del nostro allenamento, che è già iniziato anche se non lo sappiamo. Bisogna riconoscere il Trionfo e il Disastro come i due veri grandi bugiardi. Chi abbraccia la sua vita, cresce, questo è certo.

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