Si avvicina Natale e il nuovo anno, un 2010 pieno di incognite. Vado a prendere l'olio a casa di mia sorella, e rifletto sul senso delle cose. Mia sorella è molto generosa, per sua natura, e tutti quelli che la conoscono lo sanno e ne sono - secondo me - segretamente affascinati, e lo dimostrano ricambiando. Lei fa sempre un passo in più, per andare verso l'altro. E' la sua natura.
Ne conosco altri: mia madre, altra persona che di passi in avanti ne ha fatti sempre. Mia moglie Laura. E l'elenco potrebbe essere lungo. Ma nella mia vita sono stato molto fortunato: tutti gli amici, specie gli amici "marziali" hanno questo particolare talento, e forse è per questo che ne nascono amicizie che durano anni ed anni, dove il piacere di vedersi è prioritario a tutto il resto.
Stamattina, in un negozio, mi interessava un maglione, e ho chiesto di vederlo. Aveva un filo tirato, onestamente non era vendibile, ma la commessa ha rapidamente risolto la questione: "basta tirarlo dentro". Da lì sono nate delle riflessioni, sul fatto che il modo di vivere di oggi non permette più di fare passi avanti, ma solo passi indietro, pensare solo al proprio interesse, sbarrare le porte e ricavarne il massimo. Mi viene da pensare a coloro che investono e rischiano la loro vita per gli altri: che banda di stupidi!
Ogni Natale è un momento di bilancio, e il tempo di questi giorni - insieme a qualche nuvola scura nel mio umore - mi spinge ad essere introverso. E ieri sera qualcuno è venuto a trovarmi per portarmi il suo regalo di Natale in anticipo, "perchè ho pensato che ne hai bisogno adesso". E' una bella campana tibetana, un coppa che ha una vibrazione speciale, alta, serena, che libera, e che richiede una certa capacità per farla suonare e vibrare intensamente.
Anche lui ha fatto un passo in più. Ha pensato ad un altro, non a se stesso. Oppure forse si, si pensa a se stessi facendo qualcosa per gli altri. Ad un certo punto non sappiamo più perchè lo facciamo, è un processo automatico. Sapendo un'altra persona felice, siamo felici anche noi, forse di più.
Nella mia vecchia famiglia indiana di meditazione mi hanno spiegato del Bank Karmik Account: là vengono registrati tutti i gesti di generosità. Solo quelli fatti verso altri hanno un valore e vengono accreditati, quelli che facciamo noi per noi stessi non ne hanno. Quando invece non diamo e potremmo, quello viene registrato come un addebito.
Fare un passo in più è quello che ci insegna a superare i nostri limiti, ad andare avanti, e ad essere confidenti nella grandezza della Vita. Il fiore sboccia senza chiederci soldi per farsi vedere, la madre nutre il figlio senza poterne ricavare nulla, la terra si riposa in inverno per tornare a dare il meglio di sè in primavera. Gratis!
Fare un passo in più è la chiave per scoprire e capire se stessi e il mondo. Senza quel passo in più, il passo della "fede", non scopriremo mai l'inaspettato. Senza generosità non c'è crescita, non c'è scambio, non c'è vita. Se tutti tiriamo indietro, il mondo diventa un incubo nel quale solo la violenza può risolvere le questioni.
Fare un passo in più diventa un'abitudine, al quale non sappiamo rinunciare. Dà sapore alla vita e ai rapporti, mette in pace l'animo e ci rende facili e sereni verso la vita. E abbassa la pressione.
Grazie Sergio.
Nessun commento:
Posta un commento