martedì 24 dicembre 2013
E' Natale...
Giusto un anno fa, esattamente oggi, eravamo a Delhi, all'inizio di un lungo viaggio di quindici giorni in India.
Alla fine del viaggio avevo deciso che saremmo passati per Calcutta, nel Bengala Occidentale, meta lontana dalla capitale e comunque inconsueta per un viaggio, ma che per me aveva uno scopo preciso. Volevo andare a respirare l'aria che aveva respirato Madre Teresa.
So che molti amici che leggono (anche) questo blog non amano la festività del Natale cattolico.
Natale è un nome, la cosa importante è quel solsitzio, in cui la luce comincia a illuminare qualche manciata di secondi in più, per poi arrivare al solstizio estivo, in cui è la notte che riguadagna qualche secondo.
La luce.
Senza luce non esisterebbe la vita.
La luce è anche comunicare, pensare, condividere, vivere.
Dedico a tutti i lettori una breve riflessione di Madre Teresa sul Natale.
Non occorre essere geni per scrivere cose così.
Ma il cuore sa distinguere quelle sincere.
Buon Natale
***
È Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano;
ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare un altro;
ogni volta che volgi la schiena ai princípi
che cacciano gli oppressi ai margini del loro isolamento;
ogni volta che speri con i "prigionieri"
(gli oppressi dal peso della povertà fisica, morale e spirituale);
ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza!
È Natale ogni volta che permetti al Signore
di amare gli altri attraverso di te...
( MADRE TERESA DI CALCUTTA )
sabato 21 dicembre 2013
Pranzo del Solstizio d'Inverno
Anche quest'anno, come da qualche tempo a questa parte, lo Ziran Neigong Quan (nello specifico: io e Laura) abbiamo deciso di trascorrere una mezza giornata insieme a casa nostra con qualche prelibatezza condivisa.
Così ci siamo ritrovati in dieci, famiglie comprese, per una bella mangiata, musica, chiacchiere, un po' di pratica estemporanea in sala con bastoni e mani nude, e le donne che ciaccolavano del più e del meno.
Sono stato felice di rivedere Luca, il nostro amico trevigiano e decano della scuola, che dal Montello è sceso in valle vicentina col suo straordinario morlacco fresco e stagionato, confezionato con il talismano daoista per il mal di schiena! Luca ha il potere di stupirci sempre, e la cosa bella è che è sempre lui, unico, anarchico, irripetibile e straordinario. Guai se non ci fosse! Grazie di tutti i tuoi regali, ma soprattutto della tua compagnia, mai scontata e sempre di grande livello.
Un grazie a mia madre, la mitica Gabriella, che ci ha dato una grande mano come sempre con tutto. La sua presenza allegra e vivace è un regalo che apprezzo ogni giorno, e ogni giorno di più. Una mamma straordinaria, anche lei aperta, dinamica, che sta bene con tutti noi. Grazie mamma, per questo e per altre cose.
Alberto, Albertino e Sergio. Qua si apre un altro capitolo.
Sergio è come un fratello, con il quale ritrovarsi è come ritrovare se stessi. Sono felice di questa amicizia profonda, che condividiamo da anni e che continua ad alimentarsi di nuove esperienze, di condivisioni, di ricerca onesta e sincera, di stimolo reciproco. Ringrazio Federica (che oggi compiva gli anni!) della sua pazienza e della sua discreta presenza e supporto in tutto quello che organizziamo. Grande Fede!
Alberto, Paola ed Emanuel sono una famiglia magica. Emanuel è stato il nostro passatempo per tutto il pomeriggio, un bimbo splendido, con due genitori speciali. Paola e Alberto sono amici come quelli che conosci da sempre, e che ti fanno apprezzare ogni minuto insieme. Con Alberto condividiamo i freddi mattini invernali al parco e le sere, le risate, la musica, i libri e le pizze. Grazie Albert! Grande Paola!
Alberto e Silvia da Verona sono la coppia "giovane" che però condivide già qualche anno la nostra compagnia. Silvia si è appena laureata e comincia il suo cammino nel mondo del lavoro, Alberto già lavora e sta facendo grandi passi nel mondo delle arti marziali cinesi dopo anni di altre esperienze. E' davvero bello vedere crescere la passione, la comprensione e la voglia di lavorare. Alberto, avanti così!
Adesso sto bene. E' stato un bellissimo pomeriggio, di quelli che non vorresti finissero mai.
Buon Natale, amici cari, siete sempre nella mia mente, e buon solstizio. Oggi la luce comincia a crescere, e... ne abbiamo bisogno :-)
Un abbraccio a tutti coloro che avremmo voluto fossero con noi, tutti tutti, da Carlo a Yuri, da Yves a Gianfranco, da Suzi a Maurizio, ma che per motivi di distanza non abbiamo potuto avere. Non vi dimentichiamo.
venerdì 20 dicembre 2013
Prometti a te stesso
Il mio pensiero di Natale e di Buon Anno Nuovo 2014.
Buon riposo, recuperate le forze ma soprattutto l'ottimismo e la serenità.
Ne abbiamo tutti bisogno.
***
Prometti a te stesso
Prometti a te stesso di essere così forte
che nulla potrà disturbare la serenità della tua mente.
Prometti a te stesso di parlare di bontà, bellezza, amore
ad ogni persona che incontri;
Di far sentire a tutti i tuoi amici
che c’è qualcosa di grande in loro;
Di guardare al lato bello di ogni cosa
e di lottare perché il tuo ottimismo diventi realtà.
Prometti a te stesso di pensare solo al meglio, di lavorare solo per il meglio,
di aspettarti solo il meglio,
Di essere entusiasta del successo degli altri
come lo sei del tuo.
Prometti a te stesso di dimenticare gli errori del passato,
per guardare a quanto di grande puoi fare in futuro;
Di essere sereno in ogni circostanza
e di regalare un sorriso ad ogni creatura che incontri;
Di dedicare così tanto tempo a migliorare il tuo carattere
da non avere tempo per criticare gli altri.
Prometti a te stesso di essere troppo nobile per l’ira, troppo forte per la paura,
e troppo felice per lasciarti vincere dal dolore.
Di pensare bene di te stesso e di proclamarlo al mondo
non a gran voce, ma con grandi imprese.
Di vivere nella fede che il mondo è dalla tua parte
fintanto che tu sei sincero alla parte migliore che è dentro di te.
(Christian L. Larson)
Dedicata agli amici di Ziran
lunedì 16 dicembre 2013
7 consigli per lavorare meglio
Ok, questo blog è destinato alle arti marziali in generale e quelle interne cinesi in particolare, ma tutti noi lavoriamo, quando non facciamo altre cose, e lavorare ci serve per poter pagare le bollette.
Quindi dei consigli per lavorare meglio ci permettono sicuramente di migliorare la nostra efficacia e la nostra salute sul lavoro, e di praticare meglio quando siamo fuori dal lavoro.
Infine, visto che si parla di "lavoro interno", che ha molto a che fare con l'attitudine con la quale noi affrontiamo la vita e i singoli comparti di essa, imparare a lavorare meglio si allinea con gli obiettivi che ci siamo proposti nella pratica marziale e in quella della vita quotidiana.
Almeno così la vedo io.
Ecco i sette consigli per lavorare meglio, proposti da Karl Staib di "Work Happy Now".
1. Approfondisci le relazioni umane con le persone più interessanti che incontri nel tuo lavoro. Invece che perdere tempo con quelle che ti fanno impazzire, lavora sul versante più interessante.
2. Impara nuove abilità. E' un modo di ampliare le proprie capacità e di tenersi vivi, curiosi e dinamici. Inoltre conoscere può aiutarci ad essere più competitivi in altri contesti, e comunque ci rende interessanti.
3. Trova piacere nella lotta. Visto che comunque la lotta non finirà mai, perchè è insita nella nostra vita, meglio imparare a gestirla trovando gli aspetti positivi (almeno uno al giorno) e facendoci scivolare addosso quelli meno piacevoli.
4. Cerca di passare maggior tempo indisturbato. Segnala ai vicini e collaboratori quando hai bisogno di tempo senza scocciature. Avere focus e attenzione per le cose migliora la qualità e il risultato.
5. Sii consapevole del valore del tuo lavoro. La motivazione ci spinge lontano e di fa raggiungere grandi risultati, al contrario non ci muoviamo. Scopriamo in che modo facciamo la differenza.
6. Prenditi piccole pause. Di più ma brevi, sompono il ritmo e ci permettono di rinnovare l'attenzione e scaricare la tensione. Tante piccole pause fanno bene al lavoro, creano uno stato di maggiore rilassamento anche in situazioni tese.
7. Non prendere le cose troppo sul serio. Neanche te stesso. Nulla è davvero così importante, bisogna ricordarselo ogni tanto. Focalizza sulle cose positive e su te stesso e su quello che puoi fare, non sul resto, specie quando non puoi cambiarlo.
San Ti Shi 三體勢
Era freddo, ghiaccio per terra, e mi allenavo in un angolo buio, non illuminato, in mezzo ad un prato di un parco vicino a casa.
Non ero molto contento quella sera, non stavo bene, e arrivavo da una corsetta per scaldare i polmoni malconci da un raffreddamento, non proprio al meglio della forma.
Mi sono messo al buio appositamente, per evitare contatti con il mondo e con la gente, con la luna unico testimone che mi guardava, quasi piena, tra i rami degli alberi spogli.
Ho deciso che sarebbe stato un allenamento statico, di postura, di resistenza, quasi una sfida a me stesso.
Scendo in San Ti Shi, e tento di allinearmi.
La sensazione è di una totale mancanza di coerenza del corpo, altro che allineamento.
Ogni arto è sconnesso, sembrano pezzi indipendenti, niente a che fare l'uno con l'altro.
Il tronco fatica a trovare l'allineamento verticale, allungo le cervicali e chiudo il bacino, connetto le gambe e cerco di scendere. Niente da fare.
Le braccia vanno spinte avanti e in basso, ma non le sento bene.
Si induriscono, ma non spingono.
Le gambe urlano ad un certo punto, i quadricipiti femorali fanno male.
Allora mi dico: aspetta ancora un minuto, passiamo questa soglia di dolore.
Mi rialzo appena, poi ridiscendo, aggiusto la postura, il dolore è sopportabile, insisto.
Dopo un minuto tento di resistere ancora, ma poi devo cambiare gamba.
Il dolore diventa una presenza normale, e riesco a stare meglio, forse non più a lungo, ma comodo.
Ogni tanto cambio lato, ma sento che il corpo si allinea sempre meglio, va naturalmente là dove deve andare, e lo fa da solo, per bene, seguendo un filo invisibile.
Le mani sono calde, presenti, hanno intenzioni vive di afferrare e di spingere, al punto che getto i guanti per terra e mi levo anche il berretto, tanto è il calore interno.
Pian piano comincia a restare l'intenzione e la forza muscolare diminuisce, o almeno sembra.
A quel punto ripenso alla schiena: ma dov'è?
Allora allungo la schiena, svuoto il petto, e lentamente anche le anche si cominciano ad allineare.
E' un processo tra il volontario e lo spontaneo, gli anni di pratica vengono in aiuto, il corpo sa come deve fare, anche se questa non è la sua posizione preferita.
Cambio la postura dopo cinque minuti, sinistra, destra, poi ancora sinistra e via via, i cambiamenti sono sempre meno problematici, vanno da soli, scorrono.
Cambio sul posto, non faccio passi, ma sento che le gambe si muovono bene, anche se indurite.
Poi penso: ci sono anche le posture incrociate, e incrocio.
La schiena si attiva con la torsione, e diventa ancora più viva.
Il sudore cola dalla schiena, sono completamente caldo e bagnato, ma comincio a percepire un minimo di unità.
La mente viene in aiuto: ricomincio a sgranare le otto regole per allineare il corpo di Sun e le dodici di Wang, le ripeto a memoria, e le cerco nel corpo.
E' un lavoro certosino, e mi accorgo di quanto non sono unito, ma l'intenzione lavora.
Dopo un'ora guardo il cellulare stupito: un'ora è passata?
Dopo quell'ora, però, succede qualcosa.
Quando passo da un lato all'altro, sento che la postura si è costruita, ha una sua anima, è densa e pesante, l'intenzione sta diventando più chiara, come una lama che viene battuta e ribattuta.
E a questo punto sento la cosa più attesa e più difficile che si realizza: le gambe scendono da sole e si allineano verso terra.
Sono seduto.
Niente a che vedere quando cerchi di scendere e il corpo non te lo permette.
Sono giù! La forza si distribuisce in modo diverso, sento la spinta diagonale delle gambe verso i pugni che ha cambiato vettori.
Non c'è spinta, non c'è trucco, le gambe scendono da sole, e tutta la postura si riallinea!
Il bacino si siede, le gambe scendono, e non ho rotto la connessione. Incredibile.
Sono contento, e cerco di sentire sempre meglio la postura.
In un momento di autoesaltazione penso: adesso ho capito!
Ma so bene che si tratta dell'ennesima piccola scoperta, uno dei piccoli satori quotidiani, che sono fatti per essere superati poco dopo.
Quindi non mi illudo, ma... torno a casa soddisfatto, come un gatto col sorcio in bocca.
Ti ho beccato, San Ti Shi!
Dedicata a tutti noi, sul cammino della pratica.
venerdì 13 dicembre 2013
Vivere felici
La PNL (secondo il suo vate Richard Bandler) insegna che vi sono quattro regole per vivere felici.
1. Responsabilità
2. Proattività
3. Acutezza sensoriale
4. Adattabilità
Direi che, a guardarle da vicino, sono anche quattro ottime regole per le arti marziali.
Essere responsabili del proprio allenamento, in termini di quantità e qualità, per esempio.
Essere proattivi in combattimento.
Avere acutezza sensoriale nel percepire le intenzioni dell'avversario.
Essere adattabili nel cambiare strategia per arrivare all'obiettivo.
Buoni pensieri!
Essere responsabili del proprio allenamento, in termini di quantità e qualità, per esempio.
Essere proattivi in combattimento.
Avere acutezza sensoriale nel percepire le intenzioni dell'avversario.
Essere adattabili nel cambiare strategia per arrivare all'obiettivo.
Buoni pensieri!
lunedì 9 dicembre 2013
Bgz primo incontro
Con Yuri abbiamo iniziato un percorso che lo porterà alla pratica del Baguazhang di Sun Lutang partendo dalla base, cioè dai quei fondamentali senza i quali non si può realmente progredire. Il primo incontro è stato dedicato al cerchio, ai passi base, allo scendere, ai drill per sviluppare un forte radicamento, una velocità di spostamento e lavori a due per sviluppare resistenza e un'attitudine al combattimento. Il primo incontro è avvenuto sabato scorso, e questa foto è stata scattata poco dopo il pranzo che ha seguito il seminario.
Va detto che lavorare con Yuri e Monica è un piacere, perchè per una volta non si deve partire da zero, ma c'è già un'attitudine, un corpo allineato e una disponibilità mentale che permette di non dover ripetere le stesse di continuo. Inoltre abbiamo avuto la presenza di Sergio e Alberto, che ha creato un bel clima di scambio. Al 18 gennaio il secondo incontro! Istruzioni per questo mese: lavorare sul Cerchio!
Ciao Modena!
(Nella foto sopra, da sinistra a destra, io, Monica, Yuri e Alberto)
Ciao Modena!
(Nella foto sopra, da sinistra a destra, io, Monica, Yuri e Alberto)
sabato 7 dicembre 2013
Tui Il Lago incontra Ziran
Oggi il sole ha accompagnato una fredda (meno due gradi!) ma bella mattinata di pratica di Baguazhang, condivisa con gli amici Yuri e Monica di Modena. E' stato un piacere averli con noi, anche perchè abbiamo scoperto di condividere molte cose della nostra pratica e della filosofia di vita.
Dopo una sana colazione al bar, ci siamo incamminati verso il nostro parco di pratica, e dopo pochi minuti eravamo già caldi :-) Abbiamo avuto la visita della famiglia Ziran, con Sergio, Alberto e Albertino, e tutti insieme ci siamo divertiti a ripassare le basi del Baguazhang, cioè il cerchio, la grande mamma del Baguazhang.
Ovviamente il training si è concluso con un pranzo degno del training. Grazie a tutti i partecipanti per la bella impronta lasciata e per l'impegno. A gennaio il secondo incontro.
A presto
PS: un grande grazie di cuore a Sifu Yves Kieffer per aver nutriro la passione di entrambi noi, Yuri e me, per tutti questi anni. Senza Yves ci mancherebbe una grande parte di passione.
martedì 3 dicembre 2013
I quattro animali del Baguazhang (2)
Torso di Drago
Le gambe rappresentano il rapporto con la terra e la forza di gravità, la spinta e il supporto che la Tigre garantisce quando le gambe hanno sviluppato abbastanza qualità.
Il tronco è invece la parte che rappresenta l'uomo e la sua centralità tra cielo e terra. Il torso, dal bacino alle spalle, forma un quadrato all'apparenza stabile e forte, che molto spesso non viene usato in tutta la sua potenzialità. Voglio dire che spesso il tronco diventa quella giuntura tra gambe e braccia che non ha forza propria. Quasi sempre è proprio il tronco nelle sue tre giunture (bassa, medio alta e alta) a cedere sotto il peso del pressing con un avversario che attacca.
In realtà il riferimento al Drago è molto precisa. La schiena è sostenuta dalla colonna vertebrale, che si snoda armonicamente su più piani: orizzontale (torsione), verticale (allungamento), trasversale (allungando una spalla rispetto all'anca opposta, avanti rispetto a dietro, etc.). Noi non siamo particolarmente attenti alla percezione della schiena, perchè abbiamo un numero limitato di ricettori nervosi (molti meno di quelli delle mani e dei piedi), per cui spesso tendiamo a "non sentire" la schiena. Così il mal di schiena è diventato il male più diffuso del nostro secolo.
Il Drago nella schiena ha quindi il compito di animare, di mettere in movimento, di far muovere organicamente tutte le vertebre, muscoli, costole e connessioni profonde in modo proattivo, in modo da aiutare e amplificare la potenza che nasce dalle gambe. Il bacino deve lavorare per sedersi e unire il pavimento pelvico per unire le gambe in una sola struttura (ricordate quel "chiudere l'ano"?). Non basta che la schiena sia solida e non si faccia disconnettere, deve essere attiva, viva, potente, vibrante, flessuosa.
Come un Drago. Questa analogia è veramente potente. Basta andare a vedere come muove la schiena un praticante di Xingyiquan della famiglia Dai, o un praticante di Yiquan, quei rari (rarissimi) maestri di Bagua o Taiji che ancora hanno l'arte del movimento interno, di Silat o di arti filippine, e là capirete quello che intendo. Si tratta di aggiungere il movimento della schiena - micromovimenti se vogliamo, ma potenti - nel movimento totale del corpo. E non basta farli a caso. Devono avere una logica, che si allena solo con un giusto allineamento del corpo, portato in movimento prima da fermo, poi delicatamente e poi piano piano sempre più con forza. Alla fine l'allineamento si unirà alla forza.
Questo era il motivo per cui il Taijiquan si pratica lentamente, dapprincipio. Poi si va veloci, come nel Baguazhang. Il Taijiquan lento è solo uno step della pratica, come la forma quadrata. La schiena del Drago è forte, si apre e si chiude, potente, da sola fa moltissimo. Se isoliamo il Drago nel nostro corpo e lo facciamo lavorare bene, creando catene cinetiche precise e finalizzate correttamente, la schiena diventa uno straordinario protagonista del nostro corpo. E la nostra salute sarà incredibilmente avvantaggiata da questo.
La simbologia cinese mette in evidenza la sinuosità e la flessibilità del corpo del drago, metà serpente e metà volatile. Si muove tra cielo e mare, ed è molto veloce. Se guardiamo un buon lottatore all'opera, non possiamo fare a meno di ritrovare la stessa sinuosa forza elastica. La schiena ha bisogno di questo, per essere protagonista di ogni movimento e di ogni attimo del combattimento.
(continua)
TNC Traiettorie Non Convenzionali
Tutti siamo abituati ad allenare e a immaginare un attacco portato dalla linea centrale verso il nostro centro o viso nelle modalità classiche tipo boxe o attacco diretto. Già essere in grado di gestire il tempismo, la velocità, l'intenzione e le linee di un aggressore meritano una lunga analisi e molto lavoro di sparring.
Ma il bello viene quando si tratta di immaginare e prevedere, soprattutto reagire su attacchi non convenzionali. Le linee più pericolose sono i ganci e i montanti, ma nell'uso delle arti marziali più evolute, i colpi si "sganciano" dal corpo negli angoli e nelle situazioni più impensate, spesso in condizioni in cui non pensiamo sia possibile, tipo in clinch o nel corpo a corpo. Pensate ai pugni d'incontro, quasi sempre definitivi.
In quei momenti, un corpo allenato ad essere flessibile e cedevole, ma a recuperare istitnivamente le catene cinetiche anche in condizioni di relativa immobilizzazione, riesce a tirare fuori dei colpi che possono risultare - se non devastanti - comunque efficaci per ricreare una distanza, disturbare l'avversario e poi portare a fondo un secondo o terzo colpo quando la distanza aumenta, aumentando anche l'efficacia.
Questo è il frutto delle considerazioni fatte stasera in sparring con Sergio, e invito i lettori ad una riflessione sul calcolo delle probabilità in un combattimento. Tutti ci auguriamo di avere un avversario che una volta bloccato ad un braccio o ad una spalla non si muova più e risulti immobile quel secondo o due che ci servono per organizzare un attacco finale. Spesso quello che ci ritroviamo è una specie di serpente che cambia postura anche quando pensiamo di averlo bloccato.
Questa flessibilità e densità e connessione insieme anche negli angoli più complessi di un movimento umano, noi la chiamiamo abilità corporea. Un pugno che arriva dall'alto al basso mentre stiamo stringendo mezzo corpo per mandarlo a terra e ci colpisce la tempia, una mano che entra alla gola e blocca il respiroalla base del collo, dita che arrivano sugli occhi quando pensiamo che non sia possibile. Questo intendo come TNC.
Se riusciamo a sviluppare una attenzione e una attitudine anche per queste linee e possibilità, il nostro lavoro si fa più interessante e più sicuro. E, di colpo, saranno chiari tanti principi che ci ostiniamo a chiamare interni, perchè ci mettono una vita ad entrare nella nostra zucca.
"Se non ti aspetti l'inaspettato non scoprirai la verità".
Grazie Sergio
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