domenica 13 aprile 2008

When in Rome...

"Quando ti alleni da solo, immagina mille nemici intorno a te
Quando combatti con qualcuno, immagina che non ci sia nessuno intorno"

Sembra un detto fatto per incoraggiare una persona a non preoccuparsi quando è nel mezzo di un combattimento, e a dargli intensità nel training quando è da solo.
In realtà questa è una delle chiavi più importanti per un allenamento davvero proficuo.
Infatti prima di poter portare una tecnica a perfezione in un lavoro di sparring, bisogna che la tecnica sia stata studiata, compresa a fondo in tutti i suoi dettagli e oliata per bene con continue, lunghe e determinate ripetizioni.
Quando pratichiamo le ripetizioni, un elemento fondamentale è la qualità dell'esecuzione. Non deve essere perfetta, ma deve essere vera, reale, intensa, viva e mai uguale a se stessa.
Ripetere mille volte una tecnica senza essere davvero nella tecnica non vale quanto cento volte ma con intensità. Ne sono la prova le dinamiche di training mentale, che aiutano quanto se non di più di un allenamento fisico (in certe condizioni, ovviamente, non per i principianti).
Come si fa ad ottenere questa "qualità"?
Occorre viverla da dentro, esattamente come se ci fossero mille nemici intorno. Facendo così la mente è focalizzata, concentrata, intensa. Non c'è distrazione dovuta alla gente che passa, non c'è interruzione del filo del pensiero, non c'è cedimento nella continuità.
Nel Baguazhang si dice che Lianhuanzhang sia un concetto più che una forma. E' la continuità, il filo di seta che non si interrompe mai e si srotola senza fine, un movimento che genera altro movimento e non si ferma mai.
Per mantere la vivacità e la forza della tecnica dobbiamo provarla in mille maniere diverse, da angolazioni diverse, con passi anche improbabili, in statica e in dinamica, cercando di fare in modo che sia il corpo a determinare il movimento, e non la mente. L'intenzione si sposta dalla mente cosciente al riflesso, all'intuizione, e la ripetizione così diviene maestra di risposta.
Non c'è tempo per pensare, in combattimento. La macchina deve funzionare da sola.
E posso aggiungere che questa libertà che ci si prende nell'esecuzione ha una funzione straordinaria: ci rende fantasiosi, creativi, spontanei e lascia uno stato di positività dentro chi pratica, accanto alla stanchezza, al sudore e ai muscoli distrutti.
Ecco il senso di questo detto. E quando si combatte, anche se sembra molto filosofico, dobbiamo seguire un nostro filo di pensiero, non seguire la volontà dell'altro o restare ad "ascoltare" solamente o a guardare il risultato della nostra tecnica.
"Quando combatto, io faccio i miei esercizi" diceva un altro grande maestro, e l'affermazione è coerente con il detto di prima. E' una forma di training mentale, da non sottovalutare.
Buon training.

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