domenica 11 maggio 2008

Entrare in stato di Bagua


Credo sia un fenomeno comune a chi pratica intensamente, quello di accorgersi di entrare in un nuovo stato mentale, che definirei come uno “stato alterato di coscienza”. Analogamente a quando si medita, ogni pratica ha una sua “mente”, che corrisponde ad una mente pura di quella pratica, quando non ci sono altri impedimenti o distrazioni a disturbare. Quando lo spirito del momento è particolarmente rilassato e aperto, la mente smette di avere la prevalenza sul corpo e lo spirito fiorisce.

Stamattina mi sono riscaldato con il bastone di Bagua (Bagua Qi Mei Gun), ho camminato sul terreno sconnesso attorno all’albero e mi sono lanciato in una lunga serie di cambi liberi. Avevo il corpo ben riscaldato e non avevo altre preoccupazioni se non quella di avere i piedi ben piantati per terra mentre camminavo e il corpo che lavorava in esatta armonia con mani e piedi. A quel punto il corpo ha cominciato ad esplorare da solo le possibilità di interazione con l’albero.

La cosa affascinante è stato accorgermi che la mente e il corpo seguivano una nuova logica, tutta circolare, in cui non mi occorreva più ragionare sul cerchio, sull’albero e sul terreno, ma tutto diventava naturale in questo nuovo ambiente, tutto si incastrava senza sforzo e con eleganza, in maniera del tutto spontanea. Ad essere sinceri, non tutto era perfetto, ma la percezione e la consapevolezza di questo era talmente forte e chiare che costava poca fatica migliorarla, e riuscivo a percepire i miglioramenti in tempo reale.

La mia povera mente era un po’ sbilanciata, ma esplorava anche lei la nuova situazione. Ho approfittato di questo stato di grazia per approfondire le applicazioni, il senso della pratica, il modo di muovermi e la concretezza delle applicazioni. Le forme nascono dalle applicazioni pratiche, non viceversa. Giocare a interpretare le forme è sempre difficile e fuorviante, complica notevolmente lo studio. E le applicazioni reali sono molto brutte nelle forme, sono troppo rapide, essenziali, concentrate: non fanno effetto viste da fuori.

Aver visto tanti maestri all’opera in questi anni mi ha insegnato – oggi - a distinguere il fumo dall’arrosto. Una volta non capivo la differenza tra una qualità di movimento e un’altra, tra una Grande Maestro che esegue una forma e non sa cosa sta facendo, e uno che, senza tanti fronzoli, invece la sa usare. In gioventù giudicavo dalla bellezza estetica, dalla velocità e dall’acrobaticità della forma. Tutte cose che in combattimento non sono così essenziali.

Nello stato di Bagua la sensazione è di aver salito uno scalino nel grado di comprensione dell'arte. Si vedono molto più chiaramente le forme, le tecniche a due, le applicazioni, il gradi di realtà e di efficacia di una applicazione. Ancora una volta è necessario salire lungo la strada delle “3 I”: dal livello dell’Imitazione, in cui soffriamo la pratica, a quello dell’Immedesimazione , in cui ci sembra di usare l’arte finalmente, per accedere infine a quello dell’Intepretazione (grazie, maestro Etienne Decroux),anche se a volte solo per breve tempo.

Sono piccole Illuminazioni che riempiono la vita.

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