giovedì 7 agosto 2008

Importanza dell'Intenzione 意








Ho lavorato per una settimana con Danny Doherty in Scozia sull'Yiquan, la Boxe dell'Intenzione.

Ogni mattina, pazientemente, dalle 6 alle 8 ci siamo ritrovati sotto tre bellissime querce, sul prato, incuranti della pioggia o del freddo, e abbiamo praticato le basi dell'Yiquan: Zhan Zhuang in varie posture, Mocabu o i passi "rompendo il bastoncino di china", e infine Shili, "assaggiare l'energia".

Verso fine settimana, siccome siamo stati bravi, ci siamo premiati con qualche Fali, l' "esplosione di energia", che - magicamente - dopo tanto lavoro sembrava coronare il percorso di studio. Infine, qualche camminata di Taikiken come Kenichi Sawai nelle sue Mani Come Alghe, e qualche Palo con le gambe incrociate e le mani appese, in stile Taikiken.

La cosa straordinaria delle arti marziali trasmesse integralmente è che nella pratica quotidiana riconosci la progressione, tocchi con mano i benefici e capisci il senso della pratica.

Ricordo molto bene che quando praticavo stili esterni, e anche quando praticavo Taijiquan agli inizi, non riuscivo mai ad avere questa sensazione di vera, concreta crescita nella pratica. L'unica misura era il numero di tecniche imparate, di forme studiate, la velocità d'esecuzione, la bellezza estetica del movimento o il senso di benessere. Ma non la comprensione della mia evoluzione.

La prima volta che ho toccato questa possibilità di percepire la crescita è stato con Wing Chung. Da una mano e da un corpo allineato dietro si poteva toccare la logica e l'effetto. Gestire bene questo allineamento significava dare senso alla pratica. Chi Sau - in tutte le sue versioni - costituiva, e costituisce, almeno metà dell'allenamento, se non più. La pratica da solo ognuno se la fa per conto suo a casa. ;-)

Poi ho conosciuto Wang Qiang in Francia nel 1990, e una serie di maestri a Jasnières nel 1991, e lì ho cominciato a capire, a distinguere e a scegliere. Wang mi ha dato solide radici, al punto che alcuni allievi scozzesi mi hanno ricordato poco tempo fa che, quando mi conobbero negli anni '90, insegnavo il Palo partendo da un'ora di pratica subito, senza interruzioni, come livello base. Se lo ricordano ancora.

Cosa rende il Palo e l'Yiquan così importante? L'uso dell'Intenzione, YI 意, che in realtà è la chiave di qualsiasi pratica, marziale e non. Per l'essere umano, ma anche per gli animali, per le piante, per la terra stessa, sapere cosa stiamo facendo in relazione al nostro scopo è fondamentale. Ripeto: COSA stiamo facendo rispetto allo SCOPO finale dell'azione.

La pianta cresce verso l'alto, perchè sa che deve andare là, è il suo scopo. L'animale (lo vedo con la mia gattina) ha delle priorità naturali: giocare, mangiare, curiosare, ed altre. Quando è focalizzato, non ci sono santi che tengano, va e fa quello che deve fare. L'uomo ha la scelta, il libero arbitrio, può sapere cosa deve fare ma non farla, cambiare idea, fare il contrario. Ma se non sa dove andare, può anche perdersi nell'incertezza e vagare per una vita.

Sapere perchè facciamo qualcosa ci mette in posizione di vantaggio: possiamo fare un bilancio e decidere se ci interessa ancora o no, se il rapporto beneficio-costo è interessante. Come dicono i saggi e i classici del Taiji: la potenza è niente senza controllo. Una carta geografica non serve a niente se non sappiamo dove siamo, su quella carta. Agitarsi senza finalità non serve a risolvere un problema concreto.

L'Intenzione, Yi,
意, è stato, guarda caso l'argomento di una serata di conferenza a Tai Chi Caledonia, relatori Li Faye Yip, Sam Masich, Ian Silberstorff, Wang Ning e me. L'essenza dice che tutto nasce dal Cuore, che nella concezione cinese equivale alla nostra testa, al nostro carattere, a ciò che vogliamo. Se il Cuore non è sereno o chiaro, non sa dove andare, allora abbiamo problemi, malattie, insoddisfazione profonda.

Coltivare l'Intenzione è il miglior esercizio che possiamo fare, più che praticare forme o ricercare nuovi stili. Quando pratichiamo chiediamoci cosa stiamo facendo, qual è lo scopo, per quale fine siamo lì, entriamo davvero dentro la pratica dell'Intenzione. Questo significa dare meno importanza alla struttura e sviluppare di più i principi e la loro pratica, focalizzare verso l'obiettivo rispettando i principi e le regole dell'Interno. Noi esistiamo quando abbiamo un progetto e siamo orientati dentro la Vita.

Grazie Danny!

(Nella foto, Danny Doherty alle ore 6.00 del mattino per il training di Yiquan a Stirling, Scozia)

5 commenti:

Anonimo ha detto...

...il concetto di boxe dell'intenzione (e anche della boxe interna, sono la stessa cosa?) mi è completamente nuovo. Mi piacerebbe saperne di più.
Un saluto.
M.

Anonimo ha detto...

Ciao Mario,
grazie per il tuo link e per i tuoi commenti. La boxe "interna" cinese è - per capirci - un'altro nome per il Tai Chi Chuan (Taijiquan), la "boxe delle ombre", in cui i movimenti lenti del praticante mimano un combattimento.
In Cina esistono altri tipi di boxe che usa gli stessi principi "interni", cioè in armonia con i principi della filosofia, della cosmologia e della medicina tradizionale cinese.
Uno di questi metodi, creato agli inizi del 20.mo secolo da Wang Xiangzhai, si chiama Yiquan, o Boxe dell'Intenzione.
Se cerchi Yiquan sul web troverai molti spunti.
Un saluto
Luigi

Anonimo ha detto...

Ma guarda: il tai chi l'ho praticato per poco più di un anno, dopo un periodo di yoga, ma nessuno mi aveva detto questa cosa della boxe interiore. Che roba.

Anonimo ha detto...

Parli dello xin Yi Quan o Xing Yi Quan?

Luigi Zanini (Zha Leijie) ha detto...

Dell'Yiquan, ma non c'è differenza, tutte le arti marziali, e le arti in generale, richiedono una grande attenzione all'intenzione