giovedì 21 maggio 2009

Allungare la propria linea















In Bretagna qualche migliaio di anni fa, alcune persone decisero di mettere in fila tante pietre, apparentemente in maniera casuale, in realtà seguendo magici ordini celesti o terrestri. Ma chi glielo faceva fare? Perchè impegnare il proprio tempo e le proprie forze per questo strano fine?

Perchè non tutto a questo mondo deve avere un motivo economico o di potere per essere fatto. Esiste anche il credere, l'aspetto spirituale delle cose, l'etica, il sapere di avere un compito che va al di là del contingente, anche se a volte non c'è logica apparente. La pratica marziale buona è anche questo. La pratica marziale malata è fatta solo di ricerca di "efficacia" e nient'altro. Come diceva qualcuno, la potenza è niente senza il controllo.

Questo fine settimana sarò di ritorno in Svezia da Sifu Paul Silfverstrale e lavorare con lui e i suoi ragazzi sul Baguazhang. Prima di partire, un saggio bretone mi ha raccontato qualcosa e mostrato la sua lunga esperienza sulle arti marziali, e grazie a questo il lavoro di sabato e domenica sarà ancora più ricco. 

Nel corridoio di casa mia troneggia da sabato scorso un bellissimo katana, un regalo straordinario perchè contiene almeno vent'anni di amicizia.

Infine, ai "grandi saggi" del Web, che sanno tutto di tutti, lascio questo brano di Joe Hyams.

Vale più di tanti discorsi.

***

"Perchè sei così arrabbiato?" mi chiese.
"Perchè non riuscivo a colpirlo".
Parker si alzò da dietro la scrivania e con un pezzo di gesso tracciò una linea sul pavimento lunga circa un metro e mezzo. "Come puoi rendere più corta questa linea?" mi chiese.
Studiai la linea e gli diedi parecchie risposte, incluso quella di spezzare la linea in tanti pezzi.
Scosse la testa e tracciò una seconda linea, più lunga della prima. "Adesso come ti sembra la linea di prima?".
"Più corta", dissi.
Parker annuì. "E' sempre meglio migliorare e potenziare la propria linea o la propria conoscenza che cercare di tagliare quella dell'avversario". Mi accompagnò alla porta e aggiunse: "Pensa a ciò che ti ho appena detto".

(Da: "Zen in the Martial Arts" di Joe Hyams, allievo di Bruce Lee)

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