giovedì 9 luglio 2009

Ultima sera a TCC













Ogni cosa bella finisce, e anche Tai Chi Caledonia non fa eccezioni. Domani mattina si fa colazione e poi si parte, saluti, abbracci e qualche lacrimuccia. Questa sera all'università di Stirling si rientrerà dall'allenamento alle 17.30, ci sarà chi fa ancora tuishou all'aperto davanti agli chalet fino a tardi, chi ripassa la forma che ha appena imparato, chi con un birra sugli scalini dello chalet intrattiene discorsi sul senso della vita, chi va a vedersi per l'ultima volta il Wallace Memorial che sta a 10' di passeggiata da lì e così via.

Poi una doccia alle 19.30 e infine si esce, chi con la macchina a cercare il Fish and Chips più vicino, chi a bersi una Guinness, chi a mangiare in mensa con gli altri, chi a chiacchierare, a provare a spingere ancora un po', a scambiare pareri con i maestri e con i colleghi di casa. Un clima davvero da college, quello di TCC, che è sempre affascinante, perchè rappresenta un momento di "distacco" dalla routine quotidiana e riporta tutto e tutti su un piano più umano, più piacevole, di condivisione.

Spesso purtroppo mi imbatto in modo di vivere le arti marziali che non condivido, fatto di ego e di ostentazione, di arroganza e di stupidità. Ma non c'è da stupirsi, la vita di ogni giorno, la strada quando guido in auto, è fatta della stessa sostanza. La cosa stupenda di questi incontri interstile quali Jasnieres (tra 2 settimane in Francia, da non perdere!), TCC in Scozia o ancora Tai Chi Cho in Svizzera a fine anno, è che avvengono in un clima di apertura, di tolleranza, di onestà intellettuale e di amicizia.

La reazione di chi partecipa la prima volta a questi eventi è di due tipi: chi si sente minacciato e tende a chiudere, scappa dagli altri e si rinchiude in se stesso criticando tutto e tutti, dando giudizi spregiativi sugli altri per far emergere se stesso. Oppure chi arriva e si entusiasma, si apre agli incontri, e di solito torna a casa con un notevole bagaglio di conoscenze e di pratica in più.

E' ovvio che confrontarsi con gli altri costa parecchie energie e costringe all'umiltà, ma è anche vero che ha il pregio di liberare la mente da una marea di preconcetti e di stereotipi, che nelle arti marziali sono diffusissimi, soprattutto perchè spesso si parla di pratica ma se ne fa poca, e spesso neppure di qualità. La mente ha una parte importantissima sullo sviluppo dell'arte marziale, ma siamo nell'epoca dell'immagine, quindi diventa difficile distinguere ciò che è vero da ciò che appare solo.

Personalmente, Baguazhang è libertà e ho amato questo stile sin dal primo giorno che l'ho praticato. Libertà significa che il metodo cresce con te e tu con lui, in tutte e tre le dimensioni dell'essere umano. A Jasnieres, a Tai Chi Caledonia, a Tai Chi Tcho in Svizzera, ma anche a Pula, in Svezia, in Francia, in Germania, dovunque ho insegnato, ho provato a "contagiare" di libertà le persone che hanno studiato con me, e spesso ci sono riuscito. Meno schemi, più vita.

Stasera è l'ultima sera a Stirling, e tutti sono felici di esserci.

(Sullo sfondo, il Braveheart Memorial, dedicato a William Wallace)

3 commenti:

Evelina ha detto...

"Il segreto della liberta' sta nella nostra accettazione del proprio destino" - Paul Turnier
Forse non e' cosi' 100%, ma va benissimo allo stato d'animo che "buca" dal tuo post.
Saluti, Lina

Luigi ha detto...

Ciao Lina, le tue parole sono perfette, ha centrato il senso. Così ho capito qualcosa anch'io! Un bacione e a presto.

Paul Silfverstråle ha detto...

Hi Luigi!

1 week surely goes fast and so did this. Had a terrific time, and met some extraordinary & beautiful people.
We missed you a lot - but i know you were there in a way anyway.
Talk to you soon my friend!

Paul