Nel giro di poche settimane, sabato 26 e domenica 27 settembre, l'amico Alberto Pingitore ed io daremo vita al primo incontro dedicato alla memoria di un grande maestro e divulgatore del Taijiquan nel mondo: Jou Tsung Hwa. Il memorial si terrà a Grosseto, nel cuore della Toscana maremmana, e promette di essere un evento molto interessante, dedicato agli spiriti liberi e alle menti pulite, a coloro che non hanno paura di mettersi in gioco.
Perchè Alberto Pingitore e Luigi Zanini ricordano il maestro Jou Tsung Hwa? Perchè Alberto Pingitore per primo (e forse unico) lo invitò in Italia più di dieci anni fa per farlo conoscere a tutti, e perchè Luigi Zanini, nel 1998, lo conobbe di persona durante "A Taste of China" a Winchester in Virginia (USA) e ne ha scritto il necrologio su "Arti d'Oriente" quando scomparve. L'obiettivo di questo Memorial è di rendere omaggio ad una figura storica del Taijiquan, che lo ha reso vicino e comprensibile alla mentalità occidentale.
Jou Tsung Hwa aveva tre grosse particolarità, che lo rendono una mosca bianca nel mondo delle arti marziali cinesi:
- ha iniziato Taijiquan dopo i 40 anni per gravi motivi di salute
- era un matematico di professione ed autore di libri di matematica
- era uno spirito profondamente libero
Questi elementi, più la sua curiosità e la sua passione inesauribili, supportati da uno spirito generoso ed aperto, ne hanno fatto un personaggio unico. Jou, dopo aver recuperato la salute in pochi anni solo con una pratica costante, si è messo a ricercare le fonti del Taijiquan, ha conosciuto gli ultimi grandi maestri viventi, ha confrontato e scambiato con loro esperienze e conoscenze, andando a cercarli a casa loro e facendo molti viaggi.
Poi, ad un certo punto del suo cammino, quando ormai gli Stati Uniti erano diventati la meta del suo "viaggio" ha deciso di scrivere un libro, dedicato ai praticanti americani, che gli sembravano sinceri nella loro ricerca e che lui voleva in qualche modo guidare ed aiutare a comprendere. Quel libro era "Il Dao del Taijiquan", e quel libro ha in qualche modo cambiato il mondo.
"Il Dao del Taijiquan" ha dato un impulso fortissimo alla notorietà del Taijiquan per il fatto di essere un libro chiaro, scientifico (Jou era un matematico), con esempi calzanti e logici (per un occidentale), e toccava tutti i punti di uno sviluppo armonico dell'arte, parlando di Qigong, di Tuishou, di Dalu, di forme e di principi, di crescita persona e di valori morali.
Confrontandolo con un altro insigne nome del Taijiquan, quel magico Cheng Manching che insegnava il Taijiquan della discendenza di Yang Chenfu prima di lui, Jou ne risultava meno magico, meno affascinante e meno strategico. Dell'arte di Cheng Manching abbiamo cronache straordinarie, difficilmente ripetibili. Di Jou Tsung Hwa abbiamo un modello ripetibile, descritto in dettaglio, stimolante e accogliente.
Jou, a differenza di altri maestri cinesi classici, essendo un ricercatore ha cercato la divulgazione, la condivisione e la diffusione invece dell'adorazione, del segreto e del mistero. Per questo le platee di Master Jou erano diverse dagli altri: la sua discendenza era quella di tanti nomi ma nessuno altisonante, perchè Jou cercava la Verità, non il mito. Jou ha accettato nel suo entourage persone semplici e senza discendenza ma piene di passione e di buona volontà, e con loro ha lavorato e li ha incoraggiati sempre.
Il suo rapporto personale era di tipo orizzontale, diretto, divertente e divertito, non verticale e trascendente, mistico e inspiegabile. Per una persona che vuole capire e crescere, è chiaro che il primo approccio è il più tranquillizzante, stimolante e vivace. Nella mia attitudine all'insegnamento sono stato fortemente contagiato dal sorriso di Master Jou: quando vedi una persona come lui comportarsi in modo sereno, tranquillo e aperto, la tentazione di fare come lui è forte e ti viene voglia di imitarlo.
L'onestà di Master Jou è sempre stata anche la garanzia della qualità dei suoi insegnamenti: solo negli ultimi dieci anni della sua vita, dai 70 agli 80 anni, Jou aveva veramente capito quali erano i principi e come applicarli, e non ne faceva mistero con nessuno. La sua onestà poteva sembrare quasi patetica davanti a vecchi volponi del marketing del Taijiquan, ma la sua competenza non è mai stata messa in dubbio, neanche dai suoi detrattori più accaniti.
Ecco chi era Master Jou, prima un Uomo, poi un Maestro, e ancora un grande Divulgatore. Ne avessimo avuti di più nel mondo delle arti marziali, saremmo tutti più saggi, più ricchi e più sereni. Di questo parlerò alla conferenza di sabato 26 settembre, e sarà un piacere - come diceva spesso Jou - spiegarvi e farvi vedere quello che intendo.
(Nella foto: Master Jou all'età di 74 anni, dal sito dedicato alla mitica Tai Chi Farm di Master Jou)
2 commenti:
Grazie Luigi per questo ammirevole post.
Grazie a tutti e due, per l'iniziativa, a cui spero vivamente di partecipare.
Anche se la mia esperienza nel Taijiquan è piccola e limitata, il libro del maestro Jou Tsung Hwa, è stato uno dei primi letti. E ricordare che il maestro iniziò dopo i 40 è motivo di rinnovamento nella motivazione che talvolta cala lungo il cammino.
Questo memorial per me varrà doppio.
Scusate se il cuore mi porta a ricordare un comune Amico recentemente scomparso.
Marco Superbi
Posta un commento