lunedì 26 ottobre 2009

8 proibizioni dello Xingyiquan (2 di 3)











4. Non perseguire “superpoteri”. Nei racconti nei libri di arti marziali ci sono molti metodi di allenamento che possono rendere il praticante capace di affrontare tagli di spada, sollevare grandi pesi, saltare oltre muri, persino muovere oggetti con la mente o eterna giovinezza, ecc. I nostri predecessori sono stati sempre refrattari a questo genere di affermazioni. Storicamente, dopo che Li Luoneng tornò in Hebei, Che Yonghong (Che Yizhai) era il numero 1 e Li Fuzhen numero 2 nella comunità dello Xingyi. La vecchia generazione vide ogni genere di artista marziale al loro tempo, ma non incontrarono mai qualcuno con “superpoteri”. La vecchia storia del maestro Che che “appendeva la pittura” si riferisce alla sua abilità di lanciare gente in aria, non a qualche abilità di attaccarsi ad un muro. Ci sono superpoteri? Forse; ma se ci sono, sono come gli imperatori, ogni regno ne ha solo uno. Se ognuno volesse ottenere superpoteri, sarebbe come se tutti volessero essere un imperatore, questo porterebbe al caos estremo. Meglio praticare lo stile Che di Xingyi invece.

5. Non esaurirsi fisicamente. I nostri predecessori ci incitavano non solo a non praticare quando siamo stanchi, ma anche di non allenarci fino al punto dell’esaurimento. Noi non pratichiamo quando il nostro corpo è esausto o quando lo spirito è affaticato (depresso, arrabbiato o eccitato). Specialmente non pratichiamo fino all’esaurimento. Praticare di frequente fino all’esaurimento renderà gli studenti soltanto stanchi anche solo al sentire parlare di arti marziali. Anche allenare troppo duramente qualcosa come il Taijiquan per un lungo periodo può portare a incidenti e malattie. Lo stile Che di Xingyi si occupa di tecnica e di abilità; non solo si dovrebbe diventare più forti, ma anche imparare le “abilità” (qiao jin) e l’arte dello Xingyi. Questo significa che dovreste usare sia il vostro cervello che il vostro corpo; movimenti singoli e forme sono importanti, ma lo sparring lo è ancora di più. In breve, fare esperienza e diventare maestri della connessione tra stare in forma e combattere viene per prima.

6. Non praticare qigong duro (ying gong). I nostri predecessori proibivano agli studenti di colpire sacconi, sollevare scatole di ferro (simili agli esercizi dei pesi), colpire alberi e altri come i metodi di qigong duro, perché sono cattivi per la vostra salute e non servono in combattimento.

(1) Ying gong può aumentare la potenza del pugno e la resistenza ai colpi, ma non aumenta il livello di abilità. Il punto cruciale del combattimento è che “possiamo colpirlo, ma lui non riesce a colpirci”. La forza è necessaria ma la forza di ogni persona ha i suoi limiti, mentre la tecnica e la strategia per usare quella forza è senza limiti. Come quando un torero combatte il toro, il toro è più forte di un uomo, ma l’uomo vince con l’astuzia. Chi ha autentica esperienza di combattimento sa che più il combattente è agile, meno è usata la forza. E’ sufficiente che si possa combinare la forza innata di una persona con quella derivata dalla pratica delle arti marziali e applicarle su un singolo punto. La pratica dello ying gong può rovesciare la relazione tra abilità e forza spingendo la gente sulla strada del “vincere con la forza”, trasformando il combattimento da una gara di abilità ad uno scontro di forze.

(2) Ying gong sviluppa velocemente la forza, ogni giorno ne forma di più. Ma quando una persona raggiunge la mezza età non può più praticare ying gong. E quando smetti di praticare ying gong la forza comincia a sparire. L’allenamento nelle arti marziali dovrebbe darti abilità che tu puoi usare per tutta la vita, mentre lo ying gong costruisce attributi per un periodo di tempo relativamente breve e quindi è uno spreco di tempo.

(3) C’è un detto che dice: “Il giovane pazzo può sfuggire dormendo su una pedana fredda, solo grazie al suo vigore”. I giovani possono praticare ying gong grazie al fatto che i loro corpi possono ancora sopportare gli eccessi. Ma i danni del tempo non risparmiano nessuno, quando si diventa vecchi ferite e malattie appaiono. Quanti artisti marziali hanno attenuto gongfu ma hanno sacrificato la loro salute nel processo?

(4) La forza bruta non funziona contro un esperto, perché un esperto vince con l’abilità. “Quattro once sconfiggono mille libbre”. Inoltre se si combatte con gente normale, ying gong rischia di lasciare l’avversario handicappato, cosa che è contraria all’etica marziale (wu de).

Queste sono le ragioni per cui ying gong è proibito nello stile Che di Xingyi.

(continua)

(Nella foto d'epoca, Che Yizhai seduto a sinistra accanto a Guo Yunshen, seduto a destra)

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Luigi,
grazie mille per la traduzione delle "proibizioni dello stile Che". Grazie al tuo lavoro sono andato a vedere l'originale in inglese. Ho trovato l'articolo illuminante! Cosa ne pensi delle indicazioni sui tempi di allenamento dello Zhan Zhuang. Mi sembra un'impostazione molto equilibrata che però contrasta con quanto viene fatto attualmente in molte scuole di Yi Quan..
Ciao,
Mauro.

Luigi ha detto...

Ciao Mauro,
la questione delle posture statiche è un'altro dei grandi temi di discussione nel lavoro interno. Anche se oggi sembra diverso, personaggi come Sun Lutang e Fu Chensung oltre a Che Yizhai - tra gli altri - non usavano posture tenute per lungo tempo. Nel Baguazhang non si usano posture tenute a lungo, al massimo qualche minuto. Le poche eccezioni sono "revisioni" dei nostri tempi, spesso riprese dallo Xingyiquan. Avremo modo di parlarne di persona al seminario. Un saluto

Anonimo ha detto...

Grazie del chiarimento..
In effetti anche nello XinYi dei 10 Animali che pratico non viene enfatizzato lo Zhan Zhuang mantenuto per lunghi periodi..
Spero che ci sia modo di vedersi per il seminario. Mi terrò informato.
Ciao,
Mauro.

Luigi ha detto...

Sorry Mauro, pensavo fossi di Torino. Comunque sei sempre il benvenuto. Ciao

Anonimo ha detto...

Ciao Luigi,
sono di Torino. Spero di poter partecipare quando organizzerete il seminario (impegni lavorativi/familiari permettendo).
Grazie,
Mauro.