martedì 13 ottobre 2009

8 proibizioni dello Xingyiquan (1 di 3)

In quella miniera di informazioni e conoscenze che sono "China From Inside" di Jarek Szymanski e "Masters of the Internal Martial Arts" di Jon Nicklin - che ringrazio di cuore per l'eccellente ed importante lavoro gratuito che svolgono - scopro ogni giorno qualcosa di nuovo ed entusiasmante. Non solo da un punto di vista accademico, come a molti può capitare leggendo, ma anche da un punto di vista pratico, concreto, quotidiano di pratica marziale.

Le 8 proibizioni (cioè quello che NON si deve fare nella pratica dello Xingyiquan nella scuola del leggendario Che Yizhai) sono un piccolo gioiello che riemerge dalle sabbie del tempo e ci viene portato da un blog cinese del 2008, in cui l'erede della scuola racconta la sua verità sullo Xingyiquan, uno stile straordinariamente bello per la sua pulizia, ma decisamente maltrattato negli ultimi 30 anni da gente che ne ha mistificato lo spirito.


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Le 8 proibizioni dello stile Che di Xingyi secondo il prof. Che Xiangqian

1. La teoria restrittiva dei 5 elementi in cui ogni pugno corrisponde ad un organo interno e ad un organo di senso e che i 5 pugni degli elementi si creano e si distruggono vicendevolmente sembra essere diventato un classico dello Xingyi. Per esempio il pugno che frantuma si trova in tutte le altre arti marziali, in cui viene chiamato “jab dritto”. E’ anche il movimento più comune e pratico usato in combattimento. Il pugno che frantuma di Guo Yunshen scosse la comunità delle arti marziali, ed è quello che merita di più di essere analizzato tra tutti i pugni. Chi mai ha sentito parlare di un movimento che “vince tutti ed è senza pari”?.
Le generazioni precedenti spiegavano le caratteristiche del pugno che frantuma come: veloce, semplice e diretto, ma capace di cambiare e di connettersi in concatenazione. Ciònonostante, in alcun libri il pugno che frantuma veniva introdotto come segue: “Bengquan è legno. Il legno crea il fuoco e distrugge la terra, Beng crea Pao e distrugge Heng; il metallo distrugge il legno, Pi distrugge Beng; internamente Beng è collegato al fegato ed esternamente agli occhi; deve essere praticato verso est; il trigramma corrispondente è Zhen (scuotere); questo pugno è specifico per allenare il fegato". Le spiegazioni del Perforare, Colpire, Dividere e Incrociare sono dello stesso tipo.
Nello stile Che, noi non crediamo in queste connessioni, perché le applicazioni hanno dimostrato che queste teorie non sono vere nella pratica e che non c’è necessariamente alcuna connessione tra il pugno che frantuma e, diciamo, gli occhi. Queste teorie servono sono a tenere lontana la gente.

2. Non credere nelle applicazioni dell’alchimia daoista senza prima constatarne una valida prova. Ho cominciato a studiare Xingyi nel 1950, ma fu solo negli anni ’80 che sentii di un altro classico, parlando di 3 livelli di pratica , tre livelli di gongfu, tre livelli di significato e dei tre livelli di respirazione.
Affermazioni quali “ming jing (potenza evidente) è nella mano, cambia nelle ossa, trasforma jing in qi, respira attraverso la bocca e il naso”; “an jing (forza nascosta) è nei gomiti, cambia i tendini, trasforma il qi in spirito, respiro nel dantian”; “hua jing (forza che neutralizza) è nel corpo, cambia il midollo, ritorna al vuoto, respiro attraverso la pelle”. Negli anni ’90 ho sentito di un livello ancora superiore, diventare onnivisivo, onnipotente e diventare uno col Dao, e a questo livello era arrivata solo una persona in tutta la storia delle arti marziali cinesi.
Le generazioni precedenti allo Xingyi di Che in Taigu non parlavano assolutamente di questo, né ne parlavano gli eredi di Guo Yunshen in Shenzhou (provincia dello Hebei) e neppure gli eredi di Zhao Zhenyao (discepoli di Geng Jinshan), quali il professore Yang Shaoyu a Beijing, o Shang Hui’an-Yu Chonglin nello Wuhan. Questi termini provengono dall’alchimia daoista.
Non una sola persona vivente ha dimostrato alcuno di questi fenomeni nella pratica dello Xingyi. Questo è perché non ci sono artisti marziali in cui la forza evidente e neutralizzante, oppure percussiva e neutralizzante siano separate; perché l’interno e l’esterno nella gente che pratica Xingyi in modo scientifico cambia insieme; e non c’è alcuna maniera di provare che qualcuno è “tornato al vuoto” o “diventato uno col Dao”; né alcuno di questi Grandi Maestri ha smesso di respirare dal naso e dalla bocca per farlo con la pelle o col dantian. Questo è il motivo per cui gli insegnanti dello stile Che non ne parlano e gli studenti non ci credono.

3. Non praticare un Neigong che ignora l’esterno. C’è un detto popolare negli ambienti dello Xingyi che dice che lo Xingyi è la “boxe del Neigong”, che allena principalmente l’intenzione, lo spirito e il qi. I “4 trattati sul Neigong” (specificamente il Neigong, Nagua, Shenyun, Dilong) sono diventati classici. Lo stile Che di Xingyi non ne parla.
I nostri antenati erano dell’opinione che l’interno e l’esterno dovessero essere allenati insieme, allo stesso tempo. Allenarsi in maniera scientifica irrobustisce in maniera misurabile tutti gli organi e i sistemi del corpo. Se qualcuno suda, scuote e respira affannosamente dopo dieci minuti di sparring, vuol dire che c’è un problema nei suoi organi e nei suoi metodi. Questo è qualcosa che sia i praticanti e gli osservatori possono vedere ed è misurabile con strumenti. L’interno dello Xingyi stile Che è connesso da vicino con l’esterno, è specifico.
Per così tanti anni abbiamo sentito un sacco di storie sull’”insistere sull’interno”, “lasciare l’esterno” e “abbandonare la forma, insistere sull’intenzione”. La vecchia generazione di maestri ammoniva gli studenti che ignorare la forma esterna in favore della pratica del Neigong non può produrre un maestro, né porta a salute e longevità; al contrario, può portare facilmente al monachesimo. Ci sono prove reali di questo.

(continua)

(Nella foto, il leggendario maestro Che Yizhai)

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