venerdì 28 ottobre 2011

Serenità




Domattina alle 9 si comincia. Sono profondamente contento di questo. Un nuovo seminario, saremo giusto le persone che devono esserci, la temperatura è quasi primaverile, il sole ci farà compagnia, e ancora una volta ci porteremo a casa l'indolenzimento della pratica, il senso di benessere così importante, e la sensazione di aver trascorso una grande giornata, forte, piena, all'aperto, respirando, muovendoci, imparando ad usare il corpo in modo utile, allenando la "spada della mente" oltre a quella del corpo, e scoprendo ancora una volta noi stessi e nuove vie.

Siamo in autunno, ed è il mese della raccolta e della conclusione. Mi ascolto, e sento che la ragione per cui mi alleno ogni volta che posso - con grande piacere - risiede dentro di me, non fuori. Sono un flusso di carne, di pensieri e di energia, che si concretizza nel momento in cui sono consapevole. Seguo le sensazioni e non la razionalità.

La mia strada è in perenne evoluzione, non sento il bisogno di cristallizzare quello che conosco, di renderlo fisso e immobile, di creare strutture, di autopromuovermi, di fare grandi dichiarazioni, di aderire a grandi federazioni, di farmi immortalare in centinaia di foto nelle pose più coreografiche, di sfruttare il momento.

Colgo il momento, e lo vivo.

Quando sudo e mi sento massacrato sulla materassina, dò il benvenuto alla sofferenza, alla frustrazione, al panico e alla paura, ai muscoli che cedono e che urlano. Ascolto l'orgoglio che mi rimette in piedi, la stanchezza, la frustrazione e la voglia di farcela, sempre. Quando sono in piedi, ascolto i miei pugni, i miei palmi, i piedi che non si muovono alla velocità e con la destrezza che vorrei, e seguo il flusso dei miei pensieri, sudando, combattendo, danzando con la mente e con i miei nemici, i miei maestri.

Gli studenti, gli amici, i colleghi, le persone che amo: tutti vengono, vanno, tornano, lasciano. Vivono. L'arte marziale ha un'anima antica che conosce i mutamenti del cuore e delle stagioni, della primavera e dell'autunno. Nasciamo soli e soli ce ne andiamo. Non c'è nulla di triste in questo, così è la nostra vita. Quando rileggo Musashi o il Daodejing, mi sento immerso in una dimensione diversa, piena, armonica, fluida.

Quando pratico, sono consapevole del fatto che stiamo giocando e non combattendo realmente, che non siamo veri guerrieri di cento anni fa, ma uomini del nostro tempo. Il combattimento è multiplo, su moltissimi piani, anche se in fondo è semplice, molto meno complesso di un I-phone o di un I-pad. La vita che viviamo, la sua qualità è il risultato della nostra interazione con lei. Se siamo felici, abbiamo vissuto bene, se siamo scontenti, domandiamoci perchè, e cambiamo. Coraggio e determinazione.

L'unica cosa certa è il cambiamento. Il saggio cede senza rimpianti, e quando può colpisce. Tutto il resto è filosofia.

A domani!

2 commenti:

Carlo ha detto...

Giornata densa di passione, fatica e sudore; per me, principiante assoluto del Ba Gua Zhang, è stata una scoperta molto interessante. Grazie a Luigi, che tante sentieri riesce ad aprire nella tua mente, grazie a Sergio, ad Alberto, ancora ad Alberto, grazie a Laura per il gustosissimo pranzo. La pratica è così: una costante scoperta, straordinario invito a conoscersi, a conoscere e a comprendere che solo nel cambiamento e nell'allenamento ad esso, possiamo ambire, appunto, alla serenità.

Luigi ha detto...

Grazie Carlo, le tue sintesi sono sempre riuscite e molto belle. Per essere stato un primo approccio al Baguazhang sei stato davvero in gamba. Un abbraccio e alla prossima :-)