martedì 4 ottobre 2011

Taijiquan, qualche giorno dopo



E' stato un seminario maturo e intenso, quello di domenica scorsa sul Taijiquan del 24 passi. La giornata era perfetta per praticare all'aperto, il pranzo sotto il gazebo ha mantenuto quella qualità di outdoor che rende le giornate quasi vacanziere, e alla fine l'incontro, nonostante le otto ore trascorse insieme, l'ho sentito davvero leggero, piacevole e produttivo.

Alcune considerazioni:

La forma
Penso non ci sia bisogno di dire che già otto tecniche in una giornata sono molte. Tenendo conto che i primi movimenti del Taijiquan (24 Steps) contiene già tutti gli otto principi dello stile, direi che abbiamo fatto moltissimo. Non è semplice memorizzare la sequenza ma abbiamo fatto già un grosso passo avanti, e abbiamo visto insieme alcune applicazioni, che ci permetteranno di fare i movimenti almeno con consapevolezza.

Le gambe
Le gambe sono fondamentali. I piedi devono aderire al terreno come ventose - grazie alla pesantezza del cedere e far scendere il peso (song) - ma al contempo essere dinamiche e agili. Per fare questo occorrono muscoli, allenamento e uno stato d'animo libero ma concentrato. Le coscie devono lavorare basse per essere efficaci, e il bacino deve raccordare le gambe in modo perfetto, avendo una precisa coordinazione col il tronco. Ultima considerazione sui polpacci, le uniche vere molle del corpo umano, senza le quali ogni lavoro è inutile: se sono in tensione, tutto il resto vola.




Le braccia
Abbiamo lavorato con le posture tradizionali, "imposte" dalla forma, ma spero abbiate compreso che le braccia sono lì perchè hanno una serie di motivazioni profonde: l'applicazione della tecnica, la naturalezza della posizione, il rispetto delle sei armonie e delle nove perle, il senso del movimento. Le braccia sono lì per trasformarsi costantemente. Non badate al dettaglio del mignolo o della mano, ma pensate piuttosto se vi è chiaro come la tenete e perchè, se sentite o non sentite la struttura che collega la mano al piede opposto, ad esempio, se percepite forza e stabilità nella postura, ecc.

Il tronco
Il corpo è il quinto dei cinque archi, che risulta spesso il più difficile da gestire, perchè lo "sentiamo" meno. Il tronco coordina alto e basso, lo unisce e lo rende efficiente, ma soprattutto è il centro del movimento, come detto, perchè se il movimento parte dall'alto, finisce per agitare solo le braccia. Il polipo, invece, usa tutti i suoi arti in maniera morbida e coordinata, e questo è un grande vantaggio.



Taijiquan è stabilità, consapevolezza, movimento e sensazione, ma anche ascolto e costante correzione, morbidezza, connessione, ricerca di unità e infine di potenza. Anche ai più accaniti combattenti, lo studio del Taijiquan conferisce calma e centratura che portano sicuramente vantaggi e profondità, consapevolezza del movimento e maggiore efficacia.

Un grazie a tutti per aver partecipato, il prossimo appuntamento sarà per l'ultima domenica di gennaio 2012 per la seconda parte (secondi otto movimenti). Grazie anche al grande amico Luca Santus, che ci ha scattato le belle foto che corredano questo post.

Attendo vostre nuove :-)






1 commento:

Anonimo ha detto...

Giornata bella ed interessante,con amici nuovi e di vecchia data,approfondito principi sui quali lavorare che mi ritonano utili anche nel contesto generale in cui pratico..a tutti e specialmente a Luigi i miei ringraziamenti e un arrivederci per continuare a praticare.Sergio