sabato 23 febbraio 2008

Il Metodo nel Baguazhang 八卦掌学 (2 di 4)

Come dicevamo, il metodo del Baguazhang è un patchwork, sono cioè più parti messe insieme che convivono insieme armonicamente e si influenzano reciprocamente, allo scopo di dare origine ad un’arte marziale efficace, adattabile e di eccellenza.

I primi tre elementi, di cui ho già accennato nel primo post, sono:

1 - Zhan Zhuang o Ba Da Mu Zhang, la postura del Palo Universale oppure gli Otto Palmi fissi, posture da portare fisse mentre le gambe camminano in cerchio. Questo metodo sviluppo potenza fisica, catene muscolo-tendinee sviluppate, intenzione focalizzata e velocità di reazione.

2 - Da Mu Xing, il Cerchio e tutte le sue evoluzioni fino a Jiu Gong (Nove Palazzi) per quanto riguarda gli spostamenti. Questo lavora sulla velocità di spostamento, sull'adattabilità e sulla flessibilità del corpo, ma anche sulla sua capacità di gestire torsioni e controtorsioni facendo leva sul terreno (principio caro al Qinna).

3 - Dan Lian, le Tecniche Semplici, in cui si costruiscono, mattone dopo mattone, le fondamenta e i muri del corpo del Baguazhang. Si tratta di applicazioni semplici (efficaci, rapide ed essenziali) che devono essere sviluppate fino all'automatismo completo. In realtà si tratta di “principi” messi in movimento e trasformati in tecnica. Spesso si tratta delle prime otto tecniche (o palmi) fondamentali di ogni stile, e tutte le altre sono derivazioni (otto per otto = sessantaquattro, e così via verso le diecimila cose, l’infinito cinese)

Spesso le scuola tradizionaliste di Baguazhang hanno messo l'accento sui primi due elementi, sia perchè questi sono quelli distintivi dell'arte, sia perchè in questo modo si può far lavorare a lungo gli allievi. Baguazhang veniva spesso insegnato come ultima arte marziale dopo Taijiquan e Xingyiquan, e comunque veniva insegnata solo a chi aveva già una conoscenza profonda e pratica dell’arte marziale. Non a caso i migliori allievi del fondatore avevano solide radici nello Shuai Jiao (lotta corpo a corpo) o nelle boxe a distanza. Tutti i capiscuola di Baguazhang venivano da una solida esperienza di Xingyiquan, e lo Xinyiquan originario conteneva torsioni e movimenti decisamente non “lineari” per uno stile diretto come lo Xingyi (vedi ancora oggi Long Xing).

La Forma, intesa come sequenza di movimenti concatenati, è un elemento importante dell'allenamento marziale, perchè è una libreria che contiene tutti i "germi", le tecniche-chiave dello stile. Per farli "funzionare" praticamente bisogna "toglierli dal gelo" della forma, riportarli a temperatura ambiente, suddividerli in singole tecniche, farli rivivere, esercitarli, comprenderne veramente la funzione e alla fine tornano ad essere utili.

Il terzo elemento, Dan Lian, è un altro aspetto controverso del Baguazhang. In alcune scuole (anche tra le migliori) si arriva fino a 96 tecniche semplici, oppure al magico numero di 108 movimenti (come nel Taijiquan)! In altre si parla di 64 palmi (o tecniche) come quelle di Liu Dequan, o i 72 calci di Liu Fengchun, e così via. Dan Lian sono anche definite Hou Tian, "tecniche post-natali", cioè quelle tecniche che nascono con l'arrivo dell'essere su questa terra (alla nascita) nel mondo della dualità. Là, nel mondo del Tao, nel mondo del "non-duale", le tecniche sono Hsien Tian, "pre-natali", ancora perfette nella loro corrispondenza tra principio e applicazione.

Quando Wang Xiangzhai ammoniva a non collezionare tecniche sempre diverse ma di tornare sempre ai principi, suggeriva in pratica di tornare alle tecniche pre-natali, cioè il cerchio, il cambio singolo e il cambio doppio (aggiungiamo Shun She Zhang per dovere di cronaca, essendo il terzo cambio che Dong Haiquan insegnava, almeno secondo la tradizione).

Loriano Belluomini, maestro e amico, ma soprattutto fine ricercatore del Baguazhang, raccontava di recente che attraverso San Shou Pao di Sun Lutang ha capito molte cose che da anni andava cercando. La chiave di volta è nascosta spesso nel posto dove meno ce lo aspettiamo, o forse quando arriva il momento giusto è la giusta pratica che ci insegna cosa fare. Il risultato è sempre e comunque il risultato di un confronto onesto tra teoria e pratica, e non di cieca fedeltà.

Bene, siamo arrivati alla svolta.

Abbiamo messo insieme una certa forza fisica e un’intenzione chiara, una certa abilità nello spostamento e un certo numero di tecniche essenziali con cui andare incontro all’avversario, siamo quindi a metà del cammino. Ancora questo non fa di noi un combattente di Baguazhang. Cosa manca?

Gli elementi successivi da sviluppare sono:
4 - Lian Huan Zhang
5 - Long Xing You Shen Zhang
6 - San Shou

Al prossimo post!

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