sabato 25 dicembre 2010

Buone Feste!

Un modo originale di augurare buone feste è stato sicuramente l'opera di calligrafia su corpo del prof. Zha Liwei, nostro ospite a cena il 23 dicembre sera, il quale ci ha allietato con le sue lezioni di lingua cinese. Migliore allieva è stata sicuramente Francesca Burlando, che la mattina dopo si è svegliata farfugliando: "Da Ren Kou!"

Invece il prof. Fan Ton (in italiano: Sergio Agita Ventagli) ha impartito lezioni di Aikijutsu alla neo-studentessa Martina Burlando al ritmo delle indimenticabili canzoni di Freddy Mercury, dei Queen e degli Earth Wind & Fire, ideali per la sera dell'antivigilia.

Buone nuove dal nostro buon Alberto Barbalunga, transfuga torinese, che tra poco si stabilizzerà nel Vicentino e quindi avremo modo di incrociare le braccia con lui più spesso e lo avremo in famiglia. A proposito, grazie per il bel libro.

Infine sempre il prof. Fan Ton è andato in trasferta sul Montello ed è andato ad augurare fisicamente "BUON NATALE!" al nostro Steve Morlac (al secolo: Luca Semenzin) a suon di pugni e di calci, con saccone e senza. Dovremo pensare a visitare più spesso il nostro giovane purosangue.

Torino l'abbiamo salutata il 12 dicembre con un seminario di recupero, organizzato e diretto dal nostro buon Maurizio, insegnante di Baguazhang e Qinen Qigong. Ho rivisto con estremo piacere molti amici e colleghi, con i quali abbiamo passato una grande serata a cena, insieme al maestro Marco Superbi di Fossano e della sua magica compagna Diana.

Dall'Istria i saluti vanno ai nostri amici di sempre, che abbiamo visto in ottobre a Pula e a novembre a Vicenza: Suzi, Boris, Lina, Maja, Violeta, Adriano, Emil, e chi più ne ha... Un abbraccio grande come il mondo a questi stupendi amici e compagni di cammino.

Infine un saluto in Svezia anche per il nostro Saar Avivi di Orebro, che è tornato dall'Italia con un nuovo carico di idee e di voglia di fare. A Paul Silfverstrale un abbraccio grande per il nuovo arrivato David a fare la felicità di mamma Cia e babbo Paul. Chissà che grande praticante di Taijiquan ne verrà fuori...

Buone Feste e un vigoroso 2011 a tutti gli amici, ai lettori e a tutto il genere umano!

"Cambia i tuoi pensieri e cambierai il tuo mondo" (N.V. Peale)

(Nella foto: Gong Shi Fa Zhai, Buone Feste sul braccio di Laura, chinese body painting a cura del prof. Zha Liwei)

venerdì 17 dicembre 2010

Una certa maestria

Scende di nuovo la neve sulle colline venete intorno a Vicenza e imbianca dolcemente tutta Italia. Distolgo lo sguardo dal monitor del computer dopo aver letto un pubblico scambio di accuse tra noti insegnanti di arti marziali e, perplesso, guardo fuori dalla finestra facendomi delle domande sul senso della parola "Maestro".

Essere Maestro significa aver raggiunto un alto livello di abilità in un certo ambito. Si può essere maestri di canto, di recitazione, di lotta, di scuola, di scacchi, di violino, persino di vita. E' vero che essere maestri di sci, ad esempio, non ci dice nulla delle sue qualità umane. E'solo bravo a sciare e sa insegnarlo. Non deve essere per forza un illuminato.

Poi mi tornano alla mente le persone che ho conosciuto e che per me significavano "Maestro". Per prima mia madre, insegnante elementare per vocazione, dunque una "signora maestra", ma soprattutto una educatrice nata, dedita a far crescere nei bambini un senso civico, il rispetto degli altri, i valori della cooperazione e dell'autorealizzazione.

Poi gli amici: dovunque sono stato e ho lavorato o insegnato, ho sempre portato con me almeno una persona - speciale - con la quale ho aperto un rapporto di amicizia che poi durerà negli anni. Si tratta di amicizie limpide, trasparenti, senza dipendenze, libere di essere come sono. "Ti voglio libero come il vento" cantava Mercedes Sosa.

Poi i compagni di pratica: ho conosciuto tanti maestri. Con pochi è scattato un feeling e con loro ho mantenuto un rapporto, li ho ospitati, mi hanno ospitato, è stato sempre uno scambio ricco di stimoli, di riflessioni, di sincero desiderio di conoscersi e di approfondire le conoscenze, per superare i propri limiti. Dove non c'era feeling, ho lasciato perdere.

Poi ancora gli allievi: c'è questa stupenda nemesi del combattimento, in cui devi far diventare il tuo allievo più bravo di te per poter crescere a tua volta. Anche qua, ci si conosce, ci si annusa, e ci si sceglie. Siamo liberi, ed è bene che lo ricordiamo sempre, anche quando diamo per scontato che ci siamo e che ci saremo sempre.

E' quindi facile capire perchè nelle arti marziali essere Maestro - per me - significa essere davvero qualcuno di speciale. Non perchè valga di più degli altri - ho invece davvero paura delle persone che si sentono migliori solo perchè fanno digiuni o meditazione o sono dei maestri. Per me il maestro è una persona che, con serenità e con tutti i suoi limiti, permette e aiuta comunque gli altri di trovare la propria via.

Mi scrisse anni e anni fa un caro amico, maestro di Qinna: l'unico maestro ce l'hai dentro di te, non cercarne all'esterno, resta fedele a te stesso e cresci. E atteggiati a Maestro: solo se ci provi e fai tutto quello che dovrebbe fare un maestro, forse un giorno lo sarai. Sono in cammino da allora, e sono grato a tutti coloro che mi hanno permesso di fare i miei piccoli passi in avanti.

Il mio regalo di Natale per loro è un sorriso: quel sorriso che ci illumina il volto quando ci vediamo, quando passiamo del tempo insieme, quando ci alleniamo, sudiamo, ci impegniamo, cresciamo nella lotta e nella boxe, comprendiamo qualcosa di nuovo, ci sentiamo appagati, quando siamo felici anche solo di stare insieme e di condividere del tempo, la cosa più preziosa che l'uomo abbia in questo travagliato XXI secolo.

Facciamo regali a tutti, sorridiamo, e dimentichiamo quello che non serve. Seminiamo piccoli indizi di pace e di costruttività, siamo sempre i primi a costruire e gli ultimi a distruggere, facciamo il primo passo per mantenere uno stato di profonda serenità nonostante tutto. Farà stare meglio noi, per primi, e sarà un mattoncino in più per costruire un nuovo mondo.

Buone Feste!

martedì 7 dicembre 2010

Precetti per un guerriero

Ci sono piccoli testi che hanno una grande densità. Insieme al "Libro dei Cinque Anelli", Myamoto Mushashi ci ha lasciato in punto di morte un piccolo capolavoro, un "manuale di pronto uso" come distillato della sua vita e delle sue conquiste personali.

E' un bell'esercizio anche solo leggere e capire come applicare i suoi insegnamenti, che sono validi per chiunque abbia intrapreso la Via.

Ad ogni proibizione o consiglio corrisponde un principio positivo. Invito il lettore a scoprire da solo qual'è il principio positivo che si nasconde dietro il "non fare questo .... non fare quello". E' un esercizio interessante, ci permette di capire in profondità noi stessi e i nostri atteggiamenti profondi.

Si tratta di un documento scritto quattrocento anni fa in condizioni di vita diverse da quelle di oggi. Quindi qualche aggiustamento è necessario (compreso qualche accenno di misoginia molto peculiare dell'autore), ma il fondo del ragionamento è comunque di grande attualità e fortemente vero. Sono 21 piccoli Koan, che ci accompagnano mentre cresciamo.

Ci sono tre libri in particolare che mi hanno sempre accompagnato nella mia pratica, e che tornano con prepotenza per la loro ricchezza e la loro completezza: uno è il Daodejing, il secondo è Baguaquanxue e il terzo è Gorinnosho. Dokkodo è una specie di chiosa di quest'ultimo, non nel senso letterale del termine, ma nel senso che lo completa e ne indica i parametri essenziali.

Prendete un principio al giorno e fatelo vostro con la pratica.

Buona riflessione

***

DOKKODO - La Via della Solitudine

1. Non agisco mai contro la moralità della tradizione.

2. Non sono parziale nei confronti di qualcuno o di qualche cosa.

3. Non cerco mai di approfittare di un momento di facilità.

4. Penso poco a me stesso e molto alla collettività.

5. Sono libero dall'avidità, per tutta la mia vita.

6. Non rimpiango mai quello che ho fatto.

7. Non invidio mai altri per la loro buona sorte, né mi lamento della mia cattiva sorte.

8. Non mi affliggo mai per una separazione da qualcuno o qualcosa.

9. Non mi rimprovero mai nulla, nè a me né ad altri, nè mi lamento di me stesso o degli altri.

10. Non mi sogno mai di cadere nella passione per una donna.

11. Piaceri e avversioni, non ne ho alcuno.

12. Qualunque sia il luogo in cui vivo, non avrò mai alcuna obiezione.

13. Non desidero cibi raffinati per me.

14. Non ho in mio possesso oggetti antichi nè originali.

15. Non faccio mai purificazioni o astinenze superstiziose per proteggermi contro i malefici.

16. Non mi piace alcun tipo di strumenti, eccetto spade e altre armi.

17. Non coltiverò mai astio a causa della rettitudine.

18. Non voglio avere alcun possedimento che mi conforti la vecchiaia.

19. Venero gli Dei e Buddha, ma non penso mai di dipendere da loro.

20. Preferisco dare la mia vita che infangare il mio buon nome.

21. Mai, neppure per un momento, cuore e anima lasceranno la Via della Spada.

(M. Musashi - Traduzione del prof. Giichiro Ikeda, apparsa sul “Japanese Sword Society/ US Newsletter” nel 1965)

domenica 5 dicembre 2010

Una madre al figlio

Figlio, ti dirò
che la mia vita
non è stata una scala di cristallo
ma una scala di legno tarlato
con dentro i chiodi e piena di schegge
e gradini smossi sconnessi
e luoghi squallidi
senza tappeti in terra.

Ma ho sempre continuato a salire,
ed ho raggiunto le porte
ed ho voltato gli angoli di strade,
e qualche volta mi sono trovato nel buio,
buio nero, dove mai è stata luce.

Così ti dico, ragazzo mio,
di non tornare indietro,
di non soffermarti sulla scala
perché penoso è il cammino,
di non cedere, ora.

Vedi io,
continuo a salire...

E la mia vita,
non è stata una scala di cristallo.

( J. Langston Hughes, grande poeta nero americano - dedicata ad Alberto)

sabato 4 dicembre 2010

Sostanziale e insostanziale nel BGZ

Nel Baguazhang la prima cosa è camminare, ritirarsi e immediatamente rilasciare, andare e immediatamente tornare, cambiare e mutare l’insostanziale e il sostanziale nel camminare.

Cammina come il vento, stai in piedi come se fosse inchiodato, sono importanti i cambi delle tecniche per arcuare, ondeggiare, penetrare e ruotare.

Il bacino è l’insegna dell’imperatore, il Qi è la bandiera del generale.

Gli occhi guardano nelle sei direzioni, le mani e i piedi si muovono per primi. Cammina come un drago, accucciati come una tigre, muovi come un fiume, sii fermo come una montagna.

Mani Yin e Yang, ruotando su e giù, abbassa le spalle e fai scendere i gomiti, il Qi ritorna al Dan Tian.

Abbraccia le sei armonie, non essere casuale e disordinato, così Qi e sangue circolano nell’intero corpo e raggiungono la loro via naturale (Dao).

I passi avvengono arcuando e ondeggiando, attentamente caricati come molle. Ruotando, cambiando, avanzando e indietreggiando sono tutti movimenti governati dal bacino.

I piedi colpiscono sette volte e le mani colpiscono tre. Le mani e i piedi avanzano insieme senza ritardo.

Le coscie colpiscono nel camminare, le spalle colpiscono urtando, abbassa il corpo e comprimi nell’avvicinarti al nemico, e spingi in gomiti fuori in maniera furtiva.

In alto non reprimere, in basso non intercettare, la cosa più importante è di guardare con il viso verso il vento per chiudere con l’avversario.

Poche parole descrivono il meraviglioso segreto di questo stile. Se non si studia intelligentemente, sarà tutto invano.

(Citato da Liang Shouyou nel suo libro sul Baguazhang scritto con Yang Jwingming - Foto di Luca Santus, 08.2010)

venerdì 19 novembre 2010

La Porta della Paura

In caso di emergenza, il sistema nervoso dell'essere umano è capace di funzionare solo in due modalità: combatti o fuggi. Gli scienziati hanno osservato che siamo arrivati sulla luna, ma che a livello profondo funzioniamo ancora con modalità dei tempi delle caverne. Per mitigare questa limitazione della natura, l'uomo ha scoperto la meditazione, il respiro e le tecniche di rilassamento, ovvero come mediare tra i due estremi.

Dopo molti anni di arti marziali sono arrivato alla conclusione che ci sono due modi per praticare e insegnare arti marziali: combattere o fuggire, che tradotto in pratica significa saper usare l'arte per combattere o usarla solo per se stessi come terapia. Non c'è niente di disonorevole in questo, sono due funzioni opposte che privilegiano finalità diverse. In realtà non sono opposte, ma assolutamente complementari. Questo è il senso dello Yin, dello Yang e del Cambiamento.

Praticare un'arte morbida come il Taijiquan o l'Aikido è una grazia per il corpo e per la mente, come lo è fare un'arte dura come il Kungfu o il Karate, ma in maniera meno aggressiva, oppure semplicemente eseguire ogni giorno la propria sequenza per mantenersi in forma e per assicurarsi una vecchiaia in forma e con un corpo ed una mente sani. Praticare Wushu ci aiuta ad essere atleti e performer di grande bellezza estetica, e già nella disciplina della pratica impariamo moltissime cose su noi stessi e sulla nostra capacità di cambiare e di diventare più bravi. All'eccesso, questo porta al narcisismo.

Pratica il combattimento è la strada di chi sente il richiamo dell'adrenalina, del confronto con se stesso, di "fare", di voler vedere l'efficacia prima di tutto, aver bisogno di sconfiggere il nemico, uno dopo l'altro, a qualunque costo, non importano le cicatrici, i lividi, le giunture mezze rotte, la stanchezza e le lacrime, l'importante è lanciarsi in mezzo e venirne fuori vivo. L'unico desiderio è vincere, farcela, picchiare più forte. All'eccesso, questo porta al masochismo.

Ognuno di noi propende naturalmente per una direzione o l'altra, con sfumature diverse, e nel corso della sua vita avrà dei cambiamenti e degli aggiustamenti. Non possiamo sfuggire alla nostra natura, la possiamo forzare per un periodo ma alle lunghe il nostro spirito emergerà. Lo scopo dell'arte marziale è imparare a stare bene, ad essere equilibrati, a difenderci, a combattere, a conoscerci e a decidere di essere noi stessi, e infine a realizzare lo scopo della nostra vita: la felicità.

Ogni buon insegnante ha un dovere morale principale: dare ai propri allievi la possibilità di crescere e di diventare maestri a loro volta, quindi di conoscere pienamente i due aspetti dell'arte marziale. Limitarsi a dare un solo aspetto dell'arte, sia quello solo del combattimento, o solo quello della forma, produce come conseguenza una errata percezione della realtà. Poi l'allievo, il nuovo maestro, deciderà.

Quando si arriva ad un certo punto della pratica, si comincia ad assaggiare il famoso "sapore amaro", che non è più solo il dolore dei muscoli per la pratica prolungata, ma anche lo sconforto di scoprire che siamo vulnerabili, che le nostre linee sono aperte, che i nostri muscoli non sono abbastanza forti, che la nostra mente è debole, che i pugni arrivano e siamo per terra.

Questo lo possiamo vedere in due modi: una disgrazia o una benedizione. Ma, a prescindere da come la vediamo, siamo comunque liberi di decidere che cosa vogliamo fare davanti a questa situazione. Nessuno ci chiede di diventare quello che non siamo. Ma dobbiamo conoscere il combattimento, la lotta vera, lo scontro a volte anche non piacevole, che ci fa arrabbiare. Dobbiamo aver lottato almeno una volta per fare uscire la bestia che c'è in noi in modo da conoscerla.

Poi saremo liberi di usare o non usare, e ogni tanto di tenere in forma la bestia, senza però esserne mai vittima. Le nostre mani sanno fare cose straordinarie ogni giorno, e devono continuare a farlo. Ma dobbiamo essere liberi di poter scegliere. Chi non conosce la propria bestia non è davvero libero, e prima o poi ci dovrà fare i conti.

Insegnare Baguazhang ci chiede di essere onesti, e di trasmettere una conoscenza completa. Senza l'aspetto del combattimento, almeno il lavoro a due di sparring e qualche assaggio di "amaro", la nostra pratica sarà vaga e vuota. Senza la forma e lo studio, ci bruceremo rapidamente come cerini, in uno sterile menare di colpi di cui il corpo e la mente faranno le spese.

Siamo liberi di scegliere, in ogni momento, ma per essere onesti e conoscere davvero le cose, dobbiamo anche assaggiare il lato amaro delle cose. Questa è la mia esperienza, e questa ho visto essere il vero insegnamento anche per la vita.

Nel percorso interno, varcare questa soglia corrisponde a passare la Porta della Paura, una delle Nove Porte interne della pratica. Le porte sono passaggi obbligati che solo un maestro può aiutare a superare, perchè sono momenti in cui la mente non riesce ad accettare la realtà delle cose. Ogni porta è una crescita. Non varcare quella porta blocca la crescita del praticante.

Un abbraccio

domenica 14 novembre 2010

On Baguazhang

The Circle

The Nature is circular and The Logic is straight.

The logic wants control over the Nature and try to force it to be in a way that is a straight line, a Right Line, but even then the circular finds a way to go back to its harmonious circular way.

The Nature has no ambitions, it just Is.

If you build a wall to stop the Water it will continue to swirl, flow, sink or rise but never fight against in order to go back to Harmony, to a Flow, but the way is always circular, no straight lines.

The Snow is never falling in straight lines, it twirls, circulats, spins until it Rests on the Ground.

Softness, Easiness, Exeptence, Flow, Surrendering.

The way of Harmony.

Walking in the Circle is training the Mind to think in Round Lines.

Saar Avivi

lunedì 8 novembre 2010

2° seminario di Baguazhang a Vicenza

Il secondo seminario di formazione in Baguazhang stile Sun ha segnato una nuova tappa nella nostra pratica. A Caldogno sabato 6 e domenica 7 novembre si sono incontrati insegnanti dalla Croazia, dalla Svezia e dall'Italia per approfondire le conoscenze teorico e la pratica marziale di questa arte interna cinese, come anche per scambiare tecniche, incrociare le braccia e portare in profondità la visione interna.

A chiusura dell'incontro, alcuni commenti che riassumono lo spirito del seminario:

- "ogni volta che ci incontriamo, portiamo a casa un corpo nuovo e una mente nuova";

- " la sensazione è di avere un nuovo panorama e nuovi orizzonti da scoprire";

- "abbiamo nuove chiavi di lettura e di pratica".

L'impegno di ogni partecipante è stato massimo, e ognuno ha portato arricchimento grazie alle sue esperienze, alla sua pratica ma soprattutto grazie alla sua maturità personale, alle sue qualità umane e alle sue capacità di interazione. Nonostante la pratica a due del Roushou sia stata piuttosto intensa e in certi momenti sia addirittura sconfinata nel Sanshou, non ci sono stati particolari problemi nella gestione degli scontri, eccezion fatta per una simpatica serie di piccoli lividi e una ricca sequenza di cadute, che ogni partecipante si è portato a casa senza lamentarsi. :-)

Come detto, gli insegnanti partecipanti hanno portato se stessi e la loro esperienza, che spaziava dalla Boxe al Krav Maga, dal Sanda al Kempo Karate, dall'Aikido allo Shaolin, dallo Yoga al Taijiquan. L'elemento sempre affascinante di questa pratica sta nella capacità del Baguazhang di saper aprire un dialogo tra sistemi diversi e riuscire a farli comunicare insieme. Di più, l'arte della circolarità permette ai partecipanti di imparare a modificare e trasformare la propria pratica in maniera vitale, trovando un equilibrio tra il bisogno di efficacia brutale e l'armonizzazione delle intenzioni e delle forze.

Il primo seminario di inizio 2010 aveva avuto come argomento centrale gli Otto Metodi (Ba Neng) di Sun Lutang, ovvero come declinare gli Otto Animali secondo otto "modi" di applicarli, il che dà origine ai 64 palmi del Cielo Post-Natale. Il secondo seminario, quello dello scorso fine settimana, ha invece avuto come perno centrale il concetto delle Quattro Virtù del Baguazhang. E' interessante notare come Sun riesca con poche immagini a rendere concreta la pratica di questa arte inserendo tra gli Animali e i Metodi la modalità delle Virtù come un filo d'oro nella trama di un tessuto, che riescono a dare il senso del movimento all'interno del combattimento, ne indicano le direzioni, l'integrazione e l'obiettivo.

Un secondo punto focale di questo incontro è stato il concetto di "continuità non interrotta". Quando il movimento difensivo o offensivo ha raggiunto il suo scopo, è normale considerarlo finito e quindi l'intenzione (e il corpo di conseguenza) si fermano. L'aspetto unico del Baguazhang è la sua natura profonda e invisibile di continuità non interrotta che insegna al praticante una cosa essenziale: che non c'è mai fine ad una tecnica, il flusso continua sempre, per quanto finale possa essere una tecnica, perchè subito prima o subito dopo può - o deve - trasformarsi per diventare altro, secondo le circostanze e i bisogni.

E' un argomento molto importante, perchè va a modificare non tanto la tecnica in sè ma l'intenzione che guida il combattimento, ne leviga lo spirito e gli insegna a restare sempre all'erta e a sapersi trasformare senza fermarsi mai. Il concetto di "bridge and finish", che sembra chiudersi nell'arco di pochissimi secondi, diventa l'occasione per imparare un modo nuovo, senza interruzione, di continui "bridge and finish", e ci permette di superare difficoltà inattese, cambiare profilo, ascoltare l'avversario e adattare naturalmente il corpo alla nuova situazione. Questo ci insegna molto sulle nostre capacità di recuperare e trasformare.

Altro aspetto curato in questo seminario è stata la mobilità dei passi in Da Mu Xing e nelle Otto Direzioni, che permette di unire insieme il corpo, le braccia e le gambe in un solo fascio di tendini e muscoli e intenzione, e che aiuta a capire come integrare il movimento in maniera precisa, efficace e continua, man mano sempre più velocemente e spontaneamente, ma con un radicamento importante che ne permette l'efficacia.

Inevitabilmente le Sei Armonie e la capacità di coglierle in tutte le strutture, sia statiche che dinamiche del Baguazhang, hanno rimesso in discussione il modo di camminare in cerchio e i riferimenti tradizionali, come ad esempio il fatto di camminare in cerchio guardando il centro. In un'arte di mutazione e trasformazione come questa, è necessario che ad ogni step di crescita corrisponda una revisione, a volte addirittura un nuovo modo di lavorare, che sembra andare in contraddizione col vecchio, ma ne è solo l'evoluzione.

Nota di colore: domenica mattina abbiamo avuto inoltre l'onore di una visita molto gradita, il M.o Livio Zulpo, noto insegnante di Aikido di Vicenza. Con lui abbiamo scambiato punti di vista e annotazioni sulla pratica del Baguazhang rispetto all'arte consorella che è l'Aikido. Nei progetti futuri c'è anche la possibilità di un incontro interdisciplinare, cosa che personalmente trovo estremamente interessante.

Il clima generale dell'avvenimento è stato - in linea con gli altri incontri - all'insegna della collaborazione, del piacere di convivere e di condividere. Sia sul parquet che fuori dal training, durante i pasti lo spirito dell'incontro è stato allegro, piacevole, fatto di risate, di scambi di filmati, di libri e di idee.Il contributo speciale di Laura e Federica, cuoche e organizzatrici del riposo del guerriero, ha reso i pasti e l'accoglienza momenti stupendi di convivialità.

Desidero ringraziare in questa sede tutti i partecipanti per la loro attiva partecipazione, la loro vivace presenza, il loro impegno e la capacità di mettersi costantemente in discussione, e di dare spontaneamente più di quanto venisse loro richiesto. Sono doti che oggi sono rare e sempre più preziose. Una mente libera da pregiudizi e da schemi ristretti permette di valutare nuove opportunità e di progredire nella propria attività fino in fondo.

L'augurio è che queste nuove Quattro Virtù, queste quattro idee cardinali del modo di operare del Baguazhang, ispirino la pratica e portino foglie, fiori e frutti nuovi nella pratica di ognuno di noi.

(Nella foto, il gruppo del secondo incontro di formazione in Baguazhang: Suzi Jankovic, Maja Koroman, Sergio Fanton, Luca Semenzin, Boris Sirol, Saar Avivi e Luigi Zanini)

lunedì 1 novembre 2010

Bagua, lento lavoro

Il lento lavoro delle intuizioni.

In questa giornata di alluvione a Vicenza e provincia, commentavamo a pranzo con mio cugino, l'onorevole professor Livio Zanini, che la conoscenza del Tè, come quella del Baguazhang, è un lento lavoro di intuizioni, che si evolve secondo un ritmo irregolare, con un suo tempo che non è il "nostro" tempo, quello che vorremmo.

La sensazione è che esistano dei meccanismi ad orologeria che si sbloccano solo dopo lunghi anni di ricerche, solo quando - in apparenza fortuitamente - la risposta arriva da sola, inattesa, chiarissima, al punto di farci domandare come potevamo non averlo capito prima. Spesso questo avviene dopo che avevamo rinunciato a capirlo, lo avevamo messo da parte e ce ne eravamo dimenticati.

Li ho sempre definiti come dei piccoli "satori", delle piccole illuminazioni, che arrivano come regali dopo che ci abbiamo pensato tanto, lavorato e "sofferto" sulle cose. Insomma, se cerchiamo troviamo, e se non cerchiamo non troviamo. Però se non cerchi trovi, e se cerchi non trovi. Un paradosso logico, ma neanche troppo.

Queste piccole illuminazioni sono una specie di ricompensa, che dimostra il modo del tutto indiretto di aver lavorato per bene, di aver fatto quello che occorreva. La comprensione arriverà dopo, intanto godiamoci gli squarci di luce.

domenica 24 ottobre 2010

2 settimane

Mancano 15 giorni al secondo incontro di formazione in Baguazhang a Vicenza, e questa domenica di pioggia stimola riflessioni e nuove idee.

Sarà una bella rimpatriata con tutti gli amici che vengono dalla Croazia, dalla Svezia e da qua vicino. Ancora una volta, l'obiettivo è quello di andare in profondità nella conoscenza e nella applicazione del Baguazhang, essere efficaci, coordinati nel sistema interno. Non importa quante volte ripetiamo gli stessi gesti, l'importante è che ne derivi sempre una maggiore coscienza e consapevolezza.

Il cammino del Baguazhang è apparentemente sempre in salita, come in tutti i cammini di crescita personale oltre che marziale. Se aggiungiamo che nella nostra pratica non abbiamo "forme" fisse da praticare, che ci aiutino a sentirci "al sicuro", si può capire un senso di smarrimento a volte. Ma non è altro che una porta da superare, una nuova sfida alla capacità di comprensione. Dobbiamo crescere.

Le forme, le sequenze di movimenti preordinate, dobbiamo crearle noi, non dobbiamo seguire schemi che non ci appartengono. Le forme sono bellissime scorciatoie per non pensare e non fare fatica, ma non ci portano lontano perchè non sono il frutto del nostro lavoro. Anche se questo sembra semplificare la vita, quando avremo capito la struttura delle cose, saremo molto più "dentro" la pratica che se avessimo imparato 64 forme da centinaia di movimenti. Una volta capita la funzione e la modalità, tutto è corretto, anche il più piccolo dettaglio.

E' una strada che porta lontano.
Siamo viandanti in cammino.
La luna ci accompagna.

(Nella foto una bella immagine di Maurizio e Sergio in Roushou a mo' di digestivo dopo pranzo!)

sabato 16 ottobre 2010

Seminario del 6 e 7 Novembre

Il secondo incontro di formazione in Baguazhang (Sun Shi) si terrà il 6 e 7 novembre 2010 a Caldogno con le consuete modalità e con orari 9-13 e 14 - 18 nella solita palestra.

Abbiamo cercato di tenere in considerazione le esigenze di tutti, ma non siamo riusciti. Quindi lascio aperta la data del 13-14 novembre come seconda opzione per chi non potesse il 6 - 7.

Quest'anno avremo anche la partecipazione di Saar Avivi, insegnante di Taijiquan, che arriva dalla Svezia e parteciperà al suo primo seminario di formazione.

Inoltre tra le novità, da Pula avremo con noi anche la nostra cara Maja Koroman. Gli altri sono i soliti noti: Suzi Jankovic, Sergio Fanton, Luca Semenzin, Boris Sirol. Unico latitante sarà Maurizio Mamprin, che però recupererà il 13 - 14 o in altra data.

Il programma del seminario è come sempre incentrato sugli Otto Animali. Se si vuole conoscere l'anima di un'arte occorre entrare nel dettaglio di ciò che è piccolo, e non perdersi nelle quantità. Una volta compreso il senso delle cose, anche il grande diventerà chiaro.

Rivedremo gli Otto Palmi di Sun Lutang in cerchio, la transizione da un palmo all'altro, la struttura del corpo (Shen Fa), i principi del Bozzolo di Seta (Chansijing), i due cambi di base (Dan Huan Zhang e Shuan Huan Zhang), gli Otto Animali e gli Otto Metodi.

Come sempre, per equilibrare la parte di struttura, useremo Rou Shou e Tui Shou per "animare" la giornata e scaldare bene i corpi. Sergio si incaricherà di dare sapore e novità al lavoro a due, e sono certo che non resterete delusi.

Buona preparazione e a presto!

martedì 12 ottobre 2010

Spirito animale

"Questa arte è facile e semplice in quanto consiste solamente di sei forme:
gambe di gallo
bacino di drago
spalle d'orso
artiglio di aquila
la tigre si copre la testa
tuono.
Questi sei sono i metodi del corpo dell'arte dello Xinyi Liuhequan.
Quando si inizia un attacco, ogni postura dovrebbe essere come una tigre che si avventa ed ogni presa come un artiglio di aquila".

venerdì 8 ottobre 2010

Canto delle Otto Posture

Dai Classici del Taijiquan un Canto che trovo molto utile per capire anche gli otto principi del Baguazhang. Sun Lutang stesso scrive nel suo "Taijiquan Xue" che gli otto principi del Taijiquan sono molto simili a quelli del Baguazhang. Se avete praticato gli Otto Metodi, tutto dovrebbe essere chiaro.

IL CANTO DELLE OTTO POSTURE

Attribuito a Tan Meng-hsien, come ricercato da Lee N. Schiele

Il Canto di Peng
Qual è il significato dell'energia di Peng? E' come l'acqua che supporta una barca in movimento. Prima fai scendere il chi nel tantien, poi tieni la testa come se fosse sospesa dall'alto. L'intero corpo è riempito di energia come se fosse una molla, che si apre e si chiude in un movimento molto rapido. Anche se l'avversario usa mille libbre di forza, può essere sradicato e fatto volare senza difficoltà.

Il Canto di Lu
Qual è il significato dell'energia di Lu? Attira l'avversario verso di te permettendogli di avanzare, con leggerezza e agilità segui la sua forza che entra senza disconnetterti e senza resistergli. Quando la sua forza raggiunge il suo impeto più lontano, diventerà naturalmente vuoto. Allora l'avversario potrà essere lasciato andare o contrattaccato a piacere. Mantieni il tuo equilibrio centrale e il tuo avversario non potrà guadagnare un vantaggio.

La canzone di Chi
Qual è il significato dell'energia di Chi? Ci sono due aspetti al suo uso funzionale: la via diretta è di andare a incontrare l'avversario e attaccare gentilmente in un movimento. La via indiretta è di usare la forza di reazione come il rimbalzo di una palla che rimbalza dal muro o di una moneta che rimbalza su di un tamburo, balzando via con un suono.

Il Canto di An
Qual è il significato di An? Quando viene applicato è come acqua che scorre. Il sostanziale è nascosto nell'insostanziale. Quando il flusso è rapido è difficile resistergli. Arrivando in un posto alto, si gonfia e riempie il posto; se incontra un buco si dirige in profondità. Le onde sorgono e cadono, trovando sicuramente un buco in cui possano fare l'ondata.

Il Canto di Tsai
Qual è il significato di Tsai? E' come il peso attaccato al fascio di una bilancia. Dai libero gioco alla forza di un avversario, non importa quanto pesante o leggero sia, saprai quanto leggero o pesante è dopo averlo pesato. Tirare o spingere richiede solo quattro once, anche mille libbre possono essere controbilanciate. Se chiedi quale sia il principio, la risposta è la funzione della leva.

Il Canto di Lieh
Qual è il significato dell'energia di Lieh? Routa come un disco che gira. Se qualcosa viene buttate dentro, verrà immediatamente gettato via a oltre dieci piedi di distanza. Avete visto una forma di un gorgo in una corrente che scorre rapida? Le onde corrono in correnti a spirale. Se una foglia ci cade, scompare improvvisamente di vista.

Il Canto di Chou
Qual è il significato dell'energia di Chou? Il suo metodo è legato ai Cinque Elementi. Yin e Yang sono divisi sopra e sotto. Insostanziale e sostanziale devono essere chiaramente distinti. Unito in una indivisa continuità, l'avversario non può resistere alla postura. La sua potenza esplosiva è particolarmente paurosa. Quando una persona è maestra nei sei tipi di energie, l'applicazione diviene illimitata.

Il Canto di Kao
Qual è il singificato dell'energia di Kao? Il suo metodo è diviso nella tecnica di spalla e di schiena. Nel Volo Diagonale usa la spalla, ma nella tecnica di spalla c'è anche un certo uso della schiena. Quando ne hai l'opportunità e puoi avvantaggiarti della postura, la tecnica esplode come pestare col pestello nel mortaio. Mantieni con attenzione il tuo centro. Se lo perdi non avrai risultato.

(Nella foto, Luigi e Luca a Premantura in Istria in Sanshou libero)

lunedì 4 ottobre 2010

Ba Neng - Otto Metodi

Le fotografie di un allenamento di arti marziali si assomigliano tutte, con poche eccezioni. Soprattutto quando l'allenamento non prevede solo "figure" o posizioni artistiche, altamente fotogeniche, ma solo sano e dinamico scambio di tecniche, a varie distanze, con varie parti del corpo e con diversi intenti.

Sabato e domenica scorsi a Pula abbiamo allenato una sola tecnica per due giorni, anzi per la precisione un solo "spirito" di combattimento. Ma lo abbiamo fatto in otto modi diversi, applicando il Ba Neng del Baguazhang, e alla fine dell'incontro tutti i partecipanti hanno avuto la sensazione chiara e precisa, direi fisica, di quanto profondo sia un'arte marziale completa.

Gli Otto Metodi sono un piccolo gioiello nascosto tra le righe di quel grande classico che è "Ba Gua Quan Xue", scritto quasi cento anni fa da Sun Lutang. Sun le riassume in poche decine di caratteri, ma la loro valenza è straordinaria, perchè ci danno una visione nel profondo dell'arte, quando si va oltre la superficie. Quando si focalizza bene su una tecnica e la si studia in profondità, se la si indaga con la mente e poi - soprattutto - con il corpo di un partner, molte risposte arrivano.

Queste otto parole chiave sono state declinate nello spirito del Leone, l'animale yang per eccellenza, e con le otto parole sono state chiarite le posture statiche dei palmi, le catene di movimento morbide (Leone gioca con la Palla, ad esempio, ma non solo) e quindi l'applicazione a due in sparring.

La chiave è nell'uso del corpo e nella coerenza del movimento, dove i "Nove Palazzi Diventano Uno", per usare un'espressione classica. Alla fine della giornata i muscoli della schiena e in particolare del bacino erano ben doloranti, segno che il lavoro è stato fatto bene e dalle parti giuste del corpo.

I ragazzi di Pula hanno accolto con interesse e impegno la nuova sfida. Lavorare con loro è sempre stimolante e pieno di risvolti positivi e entusiasmanti. Con Sergio e Luca abbiamo avuto modo di lavorare su molti punti, aiutando i ragazzi a focalizzare bene i movimenti e a capirli nella loro interezza.

Un altro pezzo del puzzle è stato aggiunto, e questa volta, dalle figure del pezzo, si comincia a intravvedere la forma finale del disegno.

(Nella foto, Luigi e Maja in Kou, "sigillare")

venerdì 1 ottobre 2010

Seminari - aggiornamenti autunno 2010

Si riparte con il vento dell'autunno per nuove, sempre più affascinanti avventure.

PULA (Croazia), 2 e 3 ottobre: seminario di Baguazhang, stile Sun Lutang. Il gruppo della scuola "Zanshin" di Pula sta seguendo ormai da un paio di anni il Baguazhang e siamo entrando nel vivo della pratica. Dopo aver conosciuto il cerchio, i palmi base, i cambi base e il lavoro a due, questo seminario focalizzerà sul primo degli Otto Animali (Ba Xing) di Sun Lutang. Il Leone è il primo animale da studiare perchè contiene la struttura Yang, solida, con l'intenzione corretta da combattimento del Bagua. Il Leone possiede una serie di Zhuang, posture da tenere da fermi e in cerchio, una serie di Dan Lian, movimenti morbidi continui, e infine una serie di Fajing. Faremo un grande ripasso per iniziare e poi entreremo nello spirito del Leone. Un appuntamento molto importante per capire come unire le diverse pratiche del Baguazhang in un unico movimento efficace.

CALDOGNO, 16 e 17 ottobre: visita del M.o Maurizio Mamprin di Torino. Secondo incontro di studio privato di Baguazhang con il nostro grande amico piemontese. Come d'abitudine, gli amici di pratica sono invitati se vogliono incrociare le braccia con lui, anche se di fondo l'incontro sarà molto tecnico, visto il percorso programmato. Un po' di schiaffoni fanno sempre bene :-).

CALDOGNO, 6 e 7 novembre: visita del M.o Saar Avivi dalla Svezia. Si tratta di un incontro programmato da tempo, e finalmente siamo in grado di avere con noi questo insegnante che ha una estesa esperienza marziale e che attualmente sta studiando Taijiquan con la scuola Wudang di Paul Silfverstrale. Anche in questo caso gli amici di pratica sono invitati a incrociare le braccia con Saar.

CALDOGNO, 13 e 14 novembre: secondo incontro di formazione in Baguazhang 2010. Incontro riservato agli insegnanti in formazione presso la Ziran Baguazhang. Dopo aver analizzato le Ba Neng (Otto Metodi) di Sun, questo incontro verte sullo sviluppo pratico dei metodi, da soli e in coppia. Quindi cureremo l'acquisizione della qualità di Lianhuan, la continuità del movimento, attraverso il Neigong e torneremo sullo studio degli Otto Palmi base da cui nascono i 64 palmi lineari.

CALDOGNO, domenica 21 novembre, dalle 9 alle 12: seminario di Xingyiquan. I Cinque Movimenti (Wuxing) sono la base di questo stupendo sistema di combattimento interno, che risale al 1600 ed è così il più antico dei sistemi interni conosciuti. Praticheremo i cinque pugni di base, li concateneremo in un unico movimento e entreremo nel modo della circolarità "interna" di questo semplice sistema essenziale. Seminario aperto, previa richiesta.

CALDOGNO, dicembre 2010, data da definire, dalle 9 alle 12: seminario sui Nove Palazzi (Jiu Gong). I Nove Palazzi rappresentano un sistema a sé nel mondo del Baguazhang, ma sono anche uno strumento di alto livello per comprendere le dinamiche degli spostamenti. Grazie ai Nove Palazzi si arriva a comprendere il concetto di You Shen Long Xing nel Baguazhang, che non è una forma (come molti credono) ma un modo di essere del corpo e della mente del praticante.

Per maggiori informazioni potete scrivere alla mia email.

lunedì 27 settembre 2010

Quattro affidamenti

Dice il Dalai Lama:

"Il Mahayana ha quattro affidamenti.

Primo: affidarsi all'insegnamento, non all'insegnante.

Secondo: affidarsi al significato, non alle parole che lo esprimono.

Terzo: affidarsi al significato definitivo, non al significato provvisorio.

Quarto: affidarsi alla saggezza trascendente dell'esperienza profonda, non alla semplice conoscenza."

Questo vale per qualsiasi conoscenza, anche per la Via del Baguazhang.

Dedicato a chi parteciperà al seminario di Pula del prossimo fine settimana.

domenica 26 settembre 2010

Bagua Bian Jin

Nel Baguazhang di alto livello, lo scopo delle tecniche è Bian Dong (movimento di cambio) o Bian Jin (forza di cambio), che è la caratteristica più tipica delle abilità da combattimento del Bagua.

Significa che il cambio deve avvenire in ogni momento e in ogni punto senza che l'avversario se ne renda conto.

Ogni volta che avviene un contatto con l'avversario, il cambio deve avvenire continuamente fino al raggiungimento della vittoria.

Il cambio non deve essere per nulla percepito dall'avversario prima che realmente avvenga.

La descrizione di Bian Jin è "muovi quindi cambia, cambia quindi evolvi (trasforma migliorando), continua ad evolvere, non fermarti mai".

L'idea è di usare cambi rapidi e continui in modo che l'avversario perda la concentrazione, quindi batterlo nei suoi punti deboli.

Mai opporre la forza dell'avversario alla propria forza direttamente.

Si deve cambiare sempre quando si incontra la forza dell'avversario.

Tutte le abilità del Bagua devono avere questo obiettivo.

Devono seguire il principio di base del cambiamento del Bagua.

I fondamenti tecnici di Bian Jin sono: Zou (andare via), Chuan (bucare), Ning (torcere), e Fan (capovolgere).

Senza questi attributi non si pratica realmente Bagua.

In applicazione sono visibili numerosi cambi. Questi cambi devono essere continui e morbidi.

Non permettere all'avversario di percepire il cambio fino a quando questo davvero avviene.

Il cambio fisico deve seguire il cambio interiore.

(Da: Yin Cheng Gong Fu, foto di un noto artista trevigiano, il fotografo Antonio Campanella. Nella foto Luca Semenzin)


venerdì 24 settembre 2010

Dialogo sotto i ciliegi

(...)

Algren: Tutti i soldati hanno incubi

Katsumoto: Solo chi ha vergogna di quello che ha fatto

Algren: Tu non hai idea di cosa ho fatto

Katsumoto: Tu hai visto molte cose

Algren: E' così

Katsumoto: E non temi la morte, anzi, qualche volta la desideri, non è vero?

Algren: Si

Katsumoto: Anch'io

Capita a chi ha visto ciò che noi abbiamo visto.

Allora ... vengo in questo luogo insieme ai miei antenati, e mi torna un pensiero: come questi germogli, stiamo tutti morendo.

Riconoscere la vita in ogni respiro, in ogni tazza di tè, in ogni vita che togliamo, la via del guerriero.

Algren: ... la vita è in ogni respiro ...

Katsumoto: Questo è ... Bushido!

Algren: Hai

(Da: "L'ultimo samurai")

mercoledì 22 settembre 2010

Cambiare

Mi sento a disagio a fare una introduzione alle parole di Bruce, ma credo che queste righe, le ultime di un grande libro che tutti dovrebbero avre letto più volte nella loro vita marziale, siano davvero illuminanti.

Non ci piaciamo, e passiamo la vita ad essere qualcosa di diverso. Ci vuole una grande forza e un enorme carattere per dire a se stessi e agli altri: "Tat twam asi", dal sanscrito: "Questo sei Tu".

Quando abbiamo capito chi siamo, il nostro viaggio può iniziare. Se in una granda mappa stradale manca il puntino rosso che dice "Voi siete qui", la carta non serve a niente.

...

“Per poter cambiare, per diventare diversi, prima dobbiamo sapere cosa siamo.

Se non ci conosciamo, non possiamo verificare se il cambiamento sarà vero o falso.

Una cosa comunque è certa: hanno minore coscienza di sé quelli che non sono soddisfatti di se stessi, quelli che vogliono acquisire un'altra identità.

Siccome hanno rinnegato il proprio ego non desiderato, non hanno mai potuto esaminarlo.

Ne deriva che le persone insoddisfatte non riescono né a simulare, né a raggiungere un vero cambiamento.

Sono trasparenti, e le loro caratteristiche non desiderate rimangono, nonostante tutti i tentativi di autotrasformazione.

Ci rende trasparenti la scarsa coscienza di noi stessi.

L'anima che conosce se stessa è opaca.

La paura nasce dall'insicurezza.”

(B. Lee, "The Dao of Jeet Kune Do", foto di: Luca Santus)

venerdì 17 settembre 2010

L'ultimo Samurai

Più di qualcuno ha intravisto una similitudine tra il mio viso e quello di un grande attore giapponese, Ken Watanabe, eccellente interprete del samurai e maestro di spada Katsumoto nel film "L'ultimo samurai".

E' un film che mi ha colpito moltissimo, perchè racconta di valori puliti e forti, di vite spese in modo coraggioso, con una integrità non disposta a compromessi.

Da quel film ecco una frase che mi piace molto:


"Di fronte ad un nemico,

nel cuore di un uomo

risiede lo spirito di un guerriero"



(Da: l'Ultimo Samurai, nella foto: Ken Watanabe)

giovedì 9 settembre 2010

Baguazhang nel tempo

Ho letto di recente in qualche blog o forum sul Neijia una frase del Maestro Liu Yunquiao, famoso insegnante di Bajiquan e Baguazhang e maestro del noto Sifu Adam Hsu, che mi ha colpito, e che cerco di riportare a memoria:

"Quando sarete avanti negli anni, mi ringrazierete per avervi insegnato il Baguazhang"

E istintivamente, avendo anch'io superato la collina che segna la prima metà della vita, mi sento di confermare. Nei forum i praticanti e i maestri si domandano come mai il Baguazhang non ha subito lo stesso fenomeno di taijizzazione che ha invece reso famoso il Taijiquan - a scapito (sempre più spesso) della sua qualità.

La risposta sta nel processo di semplificazione, omologazione e di massificazione che il Taijiquan ha subito sin dai tempi di Yang Chenfu, processo che il Baguazhang ha conosciuto solo parzialmente con la wushuizzazione delle forme. Per fortuna Baguazhang continua ad essere come l'acqua, scivola tra le mani di chi vuole entrarci dentro solo parzialmente, e assistiamo al contempo ad un recupero delle scuole con un contenuto marziale solido.

Non solo gesto atletico o effetto calitennistico, non solo forma, cerchio e torsioni fine a se stessi, ma metodo marziale completo, efficace sulla strada, ma anche di crescita personale e di benessere psicofisico, di chiara visione, di evoluzione e crescita fino a tarda età. Questa è la "promessa" che Baguazhang fa a tutti coloro che lo praticano.

martedì 7 settembre 2010

Seminario del Leone - Pula, 2 e 3 ottobre

Il seminario di Baguazhang che si terrà sabato 2 e domenica 3 ottobre 2010 a Pola in Istria avrà come tema il sistema del Leone.

Nel Baguazhang di Sun Lutang gli Otto Animali rappresentano otto palmi, ma anche otto modalità, otto tecniche, otto intenzioni e otto spiriti. Ogni singolo palmo va analizzato e lavorato a lungo e da solo, prima di essere realmente efficace.

In questo semininario praticheremo il primo animale di Sun, il Leone appunto, che esprime lo Yang puro, quindi l'aggressività, l'attacco, la volontà, ed è la base di tutti gli altri animali del sistema. Come dice Sun, il Leone è all'inizio delle diecimila tecniche del Baguazhang.

A partire dal Leone gioca con la Palla, il Leone verrà declinato secondo gli Otto Metodi (Ban, Lan, Jie, Kou, Tui, Tuo, Dai, Ling) e applicato secondo le tre linee Yang che compongono il trigramma, quindi nei tre livelli fisici. Questi sono i primi 8 dei 64 palmi "post-natali".

Useremo quindi tutte le parti del corpo per manifestare il Leone, braccia - gambe - torso, quindi insisteremo sul Lianhuan del Leone e infine entreremo nello spirito dell'animale cominciando a far vivere lo Youshen del Leone, entrando in una modalità del tutto nuova, in completa sintonia con l'animale.

Come sempre, per informazioni rivolgersi a: Suzana Jankovic, tel 098 335 388, e-mail: suzana.jankovic@gmail.com


lunedì 6 settembre 2010

Roma seminario LLG NPIAMA TBAI

Una storica foto dei partecipanti delle seguenti scuole: Lianglongguan, Npiama (Nino Pilla International Academy of Martial Arts) e TBAI (Thai Boxing Association of Italy) durante il seminario sulla Leadership a Ladispoli (Roma) il 3, 4 e 5 settembre 2010. Al centro Sifu Gianfranco Russo. A breve maggiori dettagli sull'avvenimento. Stay tuned!

venerdì 3 settembre 2010

Roma

Questo è lo spirito con cui affrontare il seminario di Roma.

Al momento dello scontro non ci sono altri modi: tanto allenamento prima, guardare dritto in faccia l'avversario, dentro la testa un mondo di pensieri che vorticano, un nodo alla gola, le farfalle nello stomaco e un sogno da realizzare.

Prima e dopo lo scontro: sviluppare talenti nuovi, essenzialmente conoscere se stessi e conoscere gli altri.

"Conoscere l'altro e se stessi – cento battaglie, senza rischi; non conoscere l'altro, e conoscere se stessi – a volte vittoria, a volte sconfitta; non conoscere l'altro, né se stessi – ogni battaglia è un rischio certo." (Sunzi)

A presto

Porte

Ogni giorno una porta si apre e una porta si chiude. Le porte che si chiudono sono quelle che fanno più effetto, perchè hai la sensazione di aver perso un'occasione, che qualcosa ti è sfuggito, che non potrai più usare quella porta.

D'altra parte guardare solo le porte chiuse non ci serve a nulla. Ci sono moltissime altre porte attorno a noi, che non attendono che di essere aperte. Dietro quelle porte ci sono giardini, palazzi, spazi, cieli nuovi. E' un modo di pensare nuovo che ci porta a scoprire nuove porte.

Una porta si è chiusa per il momento in Scozia a causa di sovrapposizioni temporali indesiderate, e questo mi dispiace molto, ma sono sicuro che troveremo una soluzione. Devo accettare le nuove limitazioni e fare in modo da recuperare l'opportunità. Spero che i ragazzi in Scozia siano pazienti con me.

Questo fine settimana si apre una porta nuova a Roma, dove andiamo a costruire una nuova consapevolezza, una nuova coscienza degli enormi potenziali che ognuno di noi porta dentro di sè e che spesso non sa usare solo perchè nessuno glielo ha detto :-)

Leader si nasce ma si diventa anche, e leader è colui che guida, quindi è ben diverso dal talento geniale e solitario. Riprendendo una espressione di Russo Sifu, leader è colui che va sull'Everest, ma non da solo: ci porta persone con sè. Allora tutto il tuo genio, le tue capacità, i tuoi talenti, le tue visioni avranno avuto un significato.

Nel film "Into the Wild", la conclusione ultima del protagonista - che ha lasciato il mondo per vivere da solo in maniera assoluta - è che la felicità esiste solo se è condivisa. Grande, no? In un mondo di individualismi e di protagonismo estremo, dove siamo frammentati nella coscienza dal pc, dalla macchina e dal cellulare, un passo indietro può salvare e riportare una coscienza più ampia, più condivisa, più umana.

Noi facciamo parte del tutto. Aprite nuove porte, non abbiate paura di rimettere in gioco tutto, i tempi si fanno duri, e una coscienza più libera e ampia dà forza, crea visione, permette di vedere lontano e in modo forte. Siamo leader, basta aprire qualche porta in più.


sabato 7 agosto 2010

Dragoni che nuotano

"Voglio che i miei praticanti di Baguazhang imparino l'arte di diventare agili come draghi che nuotano e potenti come tigri che balzano sulla preda".

Sono passati alcuni anni da quando i ragazzi allenano Baguazhang, e sono felice di scoprire ogni volta che ci ritroviamo che quei draghi e quelle tigri che all'inizio sembravano gattini spaventati adesso cominciano a tirare fuori le unghie e a muoversi come draghetti, con una certa piacevole abilità.

Sarà che hanno imparato a non fare tanti discorsi e a non lamentarsi, ad essere reattivi subito senza perdere tempo, accettano le sberle e gli schiaffoni che arrivano quasi con noncuranza, addirittura a volte venendo a cercarle perchè ne sentono la mancanza.

Sarà che hanno maturato una certa saggezza, che proviene dall'esperienza maturata, ed hanno capito che davvero "più si suda in pace, meno si sanguina in guerra", e quindi non si fermano al primo intoppo.

Sarà anche che ormai conoscono un po' le mani, i piedi, i gomiti e le spalle di chi hanno davanti, e sanno che possono fidarsi, il male può arrivare ma sarà sempre un dolore contenuto, senza conseguenze e fatto in maniera del tutto involontaria.

I piccoli draghi crescono. E lo dico con soddisfazione per loro, perchè sempre di più stanno sulle loro gambe e diventano finalmente anche loro portatori di nuovi stimoli, di nuove idee, di evoluzione e di apertura verso gli altri stili e metodi.

I metodi che restano chiusi in se stessi rischiano di morire di soffocamento e di autocompiacimento. I metodi che si aprono all'esterno sicuramente si dovranno mettere in discussione più di qualche volta, ma non si annoieranno mai, questo è sicuro.

Ed è una bellissima sincronia quella che oggi è capitata: mentre stamattina con Sergio e Luca ci allenavamo tra Roushou e Sanshou e wrestling, e oggi pomeriggio con Luca ripassavamo i primi 4 animali in Lianhuanzhang nel cerchio interno, dall'altra parte del mare adriatico, a Rovigno Suzi Jankovic e i ragazzi del gruppo facevano lo stesso e mi mandavano sms raccontando il loro training.

A pensarci qualche anno fa, non avrei mai creduto di vedere cose così belle. I draghetti non sputano ancora fuoco, ma cominciano ad avere unghiette affilate, ed è bello sentirli arrivare e trovare nuove risposte a problemi antichi.

"Nella mia scuola insegno a volare ai giovani draghi e ad usare gli artigli alle giovani tigri".

Non saprei come meglio raccontarlo.

Buon allenamento ragazzi!

martedì 3 agosto 2010

Baguazhang a Rovigno

Suzana Janković ci scrive da Pula (Croazia):

Si, abbiamo avuto un buon allenamento, ci siamo focalizzati sull'esecuzione della forma, in ogni caso non solo imitando i movimenti come nel primo livello di apprendimento. Piuttosto abbiamo cercato di interpretare la forma da noi stessi e cercando di sentirla "da dentro".

Abbiamo cercato di evitare di pensare troppo alla forma e al movimento in se stesso, e di vedere se avevamo capito l'integrità interna della forma e se la eseguivamo in maniera adeguata, sentendola "da dentro" - raggiungendo il punto da poter dire "si, è questa".

In altre parole, l'apparenza esterna della forma cambia sempre un poco, a seconda della persona che la esegue, e si differenzia in alcuni dettagli solo perchè noi stessi siamo diversi; penso che quello su cui dobbiamo davvero focalizzare la nostra attenzione e cercare di sviluppare di più è la chiarezza della nostra esperienza interna e un movimento integrale, ininterrotto e mai inconsistente.

Buone e piacevoli vacanze a te, Laura e tutti gli amici del Baguazhang!

(Nella foto, Suzi Jankovic durante un allenamento)

lunedì 2 agosto 2010

In una casa da tè

Un ricordo di una casa da tè, laggiù nel Regno di Mezzo...

Un saluto a Pula

Come promesso oggi al telefono, mando un grande saluto ai ragazzi di Pula, che ieri a Rovigno hanno fatto un bell'allenamento di Baguazhang cercando di entrare nella qualità del movimento del corpo in maniera integrale.

Sono davvero felice che Suzi stia guidando il gruppo, ci attendono grandi soddisfazioni.

Il prossimo appuntamento sarà verso metà - fine settembre per un seminario "speciale".

Intanto un regalino da questa estate a Rovigno: Borici e Suzi durante il pranzo del seminario a Palud.

Buona estate!

domenica 1 agosto 2010

Baguazhang a Vicenza e Pula

Ultimo incontro di Baguazhang prima dell'estate a Caldogno questi fine settimana (31 luglio - 1 agosto) con il gruppo torinese di Maurizio Mamprin e con Sifu Marco Superbi in visita di piacere - e di pratica!
Ovviamente non potevamo perdere l'occasione di far incrociare le braccia anche con i ragazzi del gruppo storico, quali Luca Semenzin di Treviso e il grande Sergio Fanton fresco di vacanze.

E' stato un seminario essenzialmente di provocazioni, dove abbiamo avuto modo di rivedere la teoria di cose già viste in una nuova prospettiva. Abbiamo lavorato sulla teoria degli Animali di Sun per una parte, e domenica invece ci siamo concentrati sulla pratica a due, dal Rou Shou al San Shou, che rimane inevitabilmente la cartina di tornasole del lavoro a solo.

L'incontro è stato molto piacevole, intenso, veloce, fatto di tanto piccoli flash, tra i quali anche un sipario con il prof. Livio Zanini, noto sinologo vicentino, che ci ha deliziato con il suo tè verde nella sede della Associazione Italiana Cultura del Tè e poi ci ha guidati nel mondo della culinaria cinese in un magico ristorantino sconosciuto in città.

Contemporaneamente all'incontro di Vicenza, anche a Rovigno, dall'altra parte dell'Adriatico, i ragazzi della scuola "Zanshin" di Suzi Jankovic hanno praticato Baguazhang all'aperto nell'arco della giornata, in una perfetta sincronia di intenti e di azioni. Sono felice di vedere tanta passione e tanta voglia di crescere nei ragazzi croati. Attendo foto da pubblicare anche di quel seminario!

Un grazie speciale a tutti coloro che hanno fatto chilometri per essere presenti a questo fine settimana, e al prof. Livio Zanini per la sua generosa disponibilità.

(Nelle foto, il gruppo dopo una sonora passata di "schiaffoni Bagua", da sx a dx Luca Semenzin, Maurizio Mamprin, Marco Superbi, Luigi Zanini, Sergio Fanton, Federica Pedatella. Nell'altra foto in interno, il prof. Zanini mentre ci spiega la storia dei grilli in Cina durante la degustazione di té).

mercoledì 28 luglio 2010

La tela del ragno

Il clima monsonico di questi giorni di luglio, piovoso e ventoso e quasi autunnale, offre spunti di riflessione intimistica, perchè con la pioggia e il fresco viene voglia di rintanarsi e di guardare dentro, invece di inseguire i richiami del caldo e dell'espansione.

"Tanto in alto, quanto in basso" diceva Ermete Trismegisto nella sua stele smeraldina, indicando che tutte le cose sono collegate in medicina. Ma non solo lì. Come nel macro, anche nel micro le cose hanno una evoluzione che risente di tutti gli avvenimenti intorno a lei, anche da lontano. Il famoso battito di ali di una farfalla...

Sono passati gli anni, e con loro la consapevolezza di un mondo che cambia di giorno in giorno è sempre più chiara, evidente, impressionante. A volte cerco di trovare una chiave di lettura, come a poter anticipare gli avvenimenti, e poi mi accorgo che il cambiamento non è solo il risultato della gestione del potere, ma di una autentica trasformazione e adattamento dei giovani.

Come organismi totipotenziali (memoria delle cellule staminiche?) i giovani crescono nel mondo di oggi adattandosi e trasformandosi costantemente, si appoggiano senza remore dove trovano un supporto, lo sfruttano e poi crescono nelle direzioni più disparate. Spesso senza sapere dove stanno andando. Le loro scelte non appaiono sempre corrette - ai miei occhi o agli occhi di un adulto - ma in realtà sono il logico frutto di visioni e scelte che noi non conosciamo, perchè siamo diversi.

E' impressionante la sensazione che mi rimane sempre di più nella memoria dopo che li ho frequentati per un po': di non poter essere in alcun modo utile al loro cambiamento. Siamo di un'altra era, abbiamo visto e vissuto altre cose, abbiamo altri riferimenti, persino pubblicitari.

Almeno questa è la sensazione che rimane.

Poi ripenso a quanti hanno scritto prima di noi tante e tante pagine, solo con la segreta speranza - comunque postuma - di riuscire ad essere di qualche utilità a chi leggeva. Ma chi legge deve essere pronto a carpire il contenuto dello scritto. Lèggere, di per sé, non serve a nulla se non si attiva il cervello dall'altra parte.

Poi penso a quanti invece nel quotidiano dispensano e regalano la loro esperienza, conoscenza, saggezza e valori, sia in famiglia che in comunità, nelle emergenze naturali o nelle aule di formazione e insegnamento, nelle palestre e nei seminari. Naturalmente sono attratto da queste persone, che sembrano appartenere ad una categoria diversa, finalmente più ricca e completa, armoniosa. Ma anche meno fortunata, perchè non ambiscono a denaro, potere, successo, quello che ai ragazzi di oggi sembrano l'unica soluzione ai loro problemi.

E proprio qui inizia il percorso di "educazione" che ogni disciplina - legata a valori e principi - contiene in sé, e sul quale si basa. L'idea dell'"ora adesso, subito" contiene anche idee quali uccidere come fine a se stesso, danneggiare sistematicamente senza respnsabilità, di derubare perchè tanto ce n'è, di violare e deturpare pensando che non sia roba nostra, di agire con violenza perchè tanto quello è un altro, o peggio ancora, di vivere nella violenza.

Queste "idee" non sono parte dell'educazione di cui sto parlando, e alle quali fanno riferimento le arti marziali nella loro completezza.

L'arte marziale orientale in genere contiene in sé una enorme serie di riferimenti culturali e umani incrociati, che puntano costantemente all'Uomo e al suo rapporto con il mondo e con il cosmo, alla reciprocità, alle leggi di equilibrio e squilibrio che trasformano costantemente il mondo, alla concezione che siamo parte del tutto, sempre e comunque, che siamo un pezzo degli altri.

Le chiamano filosofie, religioni, modi di vivere, ma in realtà ogni arte marziale contiene in sé quella parolina, "arte", che la qualifica diversamente. Fare della propria vita un oggetto d'arte è tra gli scopi più belli ed autentici della nostra esistenza. L'arte marziale è ancora oggi una strada maestra in questa direzione, di una consapevolezza completa, che piano piano, nel corso di una esistenza, porta alla maestria. La maestria di vivere.

Quando penso alle quantità di messaggi, di indicazioni, di valori che ho collezionato lungo il cammino, e che mi piacerebbe condividere, scopro che solo una minima parte passa, e si trasmette in modo casuale, prendendo le direzioni più impensate. Cerco di insegnare Baguazhang, Xingyiquan, Yiquan, Qigong, medicina tradizionale, ma quello che esce alla fine è un insieme.

Spesso chi vuole praticare parte da una sensazione e da un desiderio giusto, quello di crescere marzialmente e umanamente, ma poi perde la direzione quando non capisce più quali sono i valori da privilegiare, i principi utili e quelli solo utilitaristici, il desiderio dalla necessità. Non c'è una chiara distinzione dello yin e dello yang, tutto va bene.

Saper lèggere, e avere il coraggio di andare avanti nella lettura e di applicare ciò che si legge. La chiave dell'efficacia è in questi piccoli passi, uno dopo l'altro, con un atteggiamento di grande determinazione ma anche di essere sempre pronti a rinunciare a tutto. Distacco, accettazione e compassione.

La lotta oggi è dura, e lo sarà ancora di più nei prossimi anni. A maggior ragione occorre lavorare e costruire con le arti marziali e i loro straordinari valori, a dispetto di chi distrugge, per portare un messaggio diverso. Chi saprà leggere, leggerà e farà le sue scelte. Questo è il mio pensiero.

sabato 24 luglio 2010

31. Hua Jie - Comprendere il cambiamento

31. Hua Jie - Comprendere il cambiamento

Il verticale può comprendere l’orizzontale, l’orizzontale comprende il verticale.

Quando un taglio proviene a un angolo obliquo, io lo divido.

Quando una gamba arriva, se la gamba è compresa, tu comprendi e attacchi.

Le mani e le gambe vanno fuori e i passi ruotano molte volte.

(Dai 48 Metodi, Song Shi)

Sifu Stefano Bellomi, 17 anni dopo

Luglio è un mese intenso da un punto di vista emotivo, quando penso che un caro amico, Sifu Vittorio Bottazzi, e il mio maestro di Shaolin, Sifu Stefano Bellomi, sono scomparsi entrambi nel cuore dell'estate, nel mese del solleone.

Di Vittorio ho scritto qualcosa il 16 luglio, solo un anno fa Vittorio ha lasciato un grande vuoto negli animi di tutti coloro che l'avevano conosciuto, e so che anche il maestro Agostini di Firenze gli ha dedicato un articolo su una rivista del settore recentemente.

Di Stefano Bellomi molti hanno scritto nel 1993, un po' da tutto il mondo, anche perchè moltissimo aveva dato nel corso dei suoi 29 anni ai suoi allievi e agli amici (tutti marziali) che aveva conosciuto viaggiando dappertutto. Purtroppo il web non era ancora così strutturato come lo è oggi, e così l'unica testimonianza è rimasta al piccolo blog che scrivo.

Nel corso degli anni ho imparato ad apprezzare sempre di più le persone che hanno il coraggio di affrontare da soli il mondo, spesso con mezzi limitati e con armi non sempre adatte, ma sempre con coraggio, determinazione ed una intensa, incredibile, indomabile allegria. Stefano era uno di questi caratteri, spavaldo, intenso, veloce e indomabile.

Stefano Bellomi lo potevi trovare in centro città a Vicenza il mattino a chiacchierare con guardie giurate, insegnanti, amici e conoscenti, alle feste in città tra ragazzi e ragazze, attaccando bottone con chiunque con grande simpatia e allegria. Era sempre al centro dell'attenzione per sua natura: era un leader, non era qualcuno che potesse stare nei ranghi.

Sifu Bellomi lo trovavi invece - di certo - tutte le sere in palestra a insegnare Kungfu. A volte passava i pomeriggi sdraiato a letto per guardare decine di filmati e di libri, e poi la sera arrivava con nuove idee, nuovi movimenti e nuove tecniche, che invariabilmente ci lasciavano basiti.

Stefano sapeva molte cose del mondo per intuizione, cose che altri - me compreso - non riuscivano a capire se non dopo tempo. Stefano andava al sodo delle cose, ne coglieva l'aspetto essenziale al volo, come quando mi disse: "Guarda quel maestro - riferendosi ad un video sul Baguazhang che stavamo guardando - vedi che non guarda al centro ma leggermente in avanti? Quella è la cosa importante, non il resto!". Ed io lo guardavo e non capivo.

Aveva una struttura fisica possente e flessibile, era veloce e determinato, aveva l'istinto del predatore e il sorriso sardonico del provocatore. Le sue gambe volavano dove c'era bisogno, preferiva usare le armi lunghe, e quando atterrava era sempre molleggiato, come se avesse avuto sospensioni pneumatiche. Ma sotto sotto era semplicemente una persona che aveva dedicato tutto se stesso ad un ideale, quello del Kungfu.

Il 22 luglio del 1993 ero in Francia ai Rencontres Jasnieres come insegnante, e non potei rientrare in Italia in tempo per assistere ai funerali di Stefano, la persona che aveva segnato la mia vita per dodici lunghi anni, ma mia madre fu così gentile da rappresentarmi in quel momento difficile.

Per molti anni, dopo la sua scomparsa, il 22 luglio la famiglia, mamma Carla e papà Lino, hanno fatto dire una messa in suffragio, e con grande piacevole sorpresa ci si ritrovava sempre in molti, amici e conoscenti, ma soprattutto noi allievi, istruttori, compagni di arti marziali, per scambiarci qualche parola, ricordi e pensieri. Era un modo per stare uniti nel ricordo e di esprimere la nostra gratitudine.

Da alcuni anni invece i ritmi di vita ci hanno portato lontani. Non ci si vede a luglio, ma credo che ognuno di noi porti Stefano in un posto importante del proprio cuore. Così come porto Vittorio e gli altri amici che prima di noi hanno fatto ritorno a casa.

Stefano, ti ricordo oggi come ieri.

domenica 18 luglio 2010

Entrare nella guardia dell'avversario















Dai "36 Canti del Baguazhang" (Song Shi)

18.
Il piede calpesta la porta centrale e cerca la strada.
Le mani seguono le condizioni del nemico e scorrono nella direzione opposta.
Sali e non cadere, occupa il centro.
La preparazione del nemico è inutile e trova difficile difendersi.